Una miocardiopatia dilatativa, portatore

GENT.issimi dottori
a mio padre ex fumatore gia sofferente dal dicembre 2006 di una miocardiopatia dilatativa, portatore di pace maker- defibbrillatore ventricolare e affetto da arteropatia obliterante trattata con stent a livello femorale è stato diagnosticato in data 03/04/10 a seguito di controlli metodici cui fortunatamente si sottopone periodicamente, un adenocarcinoma al polmone destro le cui indagini immunoistochimiche hanno dato il seguente immunofenotipo: MNF116+, CK7+, TTF-1+, p63-, CK20-, cromogranina A-, LCA-. Il cui quadro appare compatibile con primitività polmonare.
L'esito della scintigrafia ossea cui è stato immediatamente sottoposto è stato negativo per eventuali metastasi.
in un paziente come mio padre le cui condizioni fisiche sono tali ma soprattutto le cui condizioni psichiche sono molto turbate(non ha infatti mai accettato la sua condizione di cardipatico...figuarimaoci una eventuale notizia di un tumore al polmone)mi è stato detto dal pneumologo che non sarebbe in grado di affrontare i cicli di chemioterapia previsti in un paziente per cosi dire "normale" e asuo parere l'intervento chirurgico è l'unica strada percorribile
ma può una persona in tale situazione affrontare un intervento cosi gravoso?
e in caso di una impossibilità di intervento non esiste nessuna cura possibile per il trattamento? devo davvero vederlo scemare senza poter fare nulla?
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

laddove è possibile intervenire chirurgicamente è senza dubbio la scelta migliore. Il rischio dovrà essere valutato di concerto tra chirurghi toracici, cardiologi ed anestesisti. Se proprio non fosse possibile un intervento si potrebbe pensare ad un protocollo farmacologico tagliato su misura rispetto alle altre comorbidità.

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Utente
Utente
egregio dott. carlo pastore,
grazie per la sua risposta.
dopo altri esami specifici e altri consulti con cardiologo, chirurgo toracico e anestesisti, si è stabilito che il quadro attuale porta mio padre a poter affrontare l'intervento chirurgico, che sostanzialmente appare l'unica soluzione proponibile... tutti hanno parlato comunque di un rischio non trascurabile non tanto per l'intervento quanto per i postumi che potrebbero esserci subito dopo, nei giorni immediatamente successivi durante il quale sarà trattato in terapia intensiva.
poiche non ho mai potuto parlare direttamente con i dottori se non alla presenza di mio padre, cosa che non mi ha permesso di fare certe domande... vorrei chiederle, laddove fosse possibile indicarmele, quali potrebbero essere queste complicanze che potrebbero portarlo alla morte (è questo che sostanzialmente parlando di rischio non trascurabile mi hanno fatto intendere i medici....
per informazione l'intervento è programmato per venerdi 7 maggio.
grazie mille per la pazienza e l'umanità che dimostra sempre nelle sue innumerevoli risposte a noi tutti