Recidiva hcc in paziente segmentectomizzato
Buongiorno Dottori,
Riporto qui di seguito la situazione clinica di un mio amico fraterno di 48 anni operato per resezione di singolo nodo di HCC di 7.5 cm. a marzo di quest'anno:
HBV positivo fin dalla nascita e completamente asintomatico scopre la malattia per caso a 28 anni.Viene seguito da uno dei migliori centri italiani di gastroenterologia. Il suo stile di vita, peraltro già precedentemente senza eccessi particolari, diviene rigidamente consono alla patologia (diventa completamente astemio, non è aduso ad eccessi alimentari, ecc.) I controlli evidenziano un fegato finemente cirrotico ma con normale funzionalità. Per vent'anni nessun segno di insufficienza. Risponde bene alle terapie antivirali: transaminasi quasi sempre entro i limiti (tranne alcuni mesi all'inizio della terapia) viremia sempre molto bassa, in qualche caso addirittura azzerata (non rilevabile). Child A/5. L'ultima ecografia di controllo (sett 09) prima del cancro del tutto sovrapponibile alle precedenti.
A febbraio di quest'anno gli viene diagnosticato un singolo e voluminoso nodo di HCC nel VII e parte del VI segmento con verosimile infiltrazione vascolare. Si decide per la segmentectomia (ottimo centro trapiantologico nello stesso ospedale). Eco i.o. conferma l'infiltrazione microvascolare. Non viene sciolto il dubbio se è presente anche un'infiltrazione nel ramo segmentario posteriore destro. Non viene effettuata colecistectomia (calcolo a superficie liscia di circa 1 cm). Viene effettuato shunt.
Istologico: HCC solido trabecolare G3 con infiltrazione vascolare presente e margine di resezione indenne. Esclusa possibilità di trapianto (fuori criteri MI).Dopo l'operazione ha un ottimo post-operatorio, nessun segno di ipertensione portale, ascite, ecc.Nel follow-up viene esclusivamente monitorato con esami ravvicinati (eco, TCs, AFP, ecc.) per controllarne la recidiva. Nessuna terapia oltre agli antivirali già precedentemente assunti.
Queste le mia domande:
- Quale potrebbe essere la sua speranza di vita?
- La colecisti litiasica tutt'ora presente non potrebbe essere attuale bersaglio per la metastatizzazione? Non era meglio asportarla?
- Potrebbe essere indicato l'IFN come terapia antirecidiva?
- Si sa qualcosa in Europa di un farmaco attualmente denominato MLN4924 in sperimentazione negli USA in fase II che agisce su un gene delle cellule neoplastiche (skp2) e ne determina la senescenza e la morte (quindi potenzialmente utile anche contro le metastasi)?
Scusate per la lunghezza.
Con stima,
Riporto qui di seguito la situazione clinica di un mio amico fraterno di 48 anni operato per resezione di singolo nodo di HCC di 7.5 cm. a marzo di quest'anno:
HBV positivo fin dalla nascita e completamente asintomatico scopre la malattia per caso a 28 anni.Viene seguito da uno dei migliori centri italiani di gastroenterologia. Il suo stile di vita, peraltro già precedentemente senza eccessi particolari, diviene rigidamente consono alla patologia (diventa completamente astemio, non è aduso ad eccessi alimentari, ecc.) I controlli evidenziano un fegato finemente cirrotico ma con normale funzionalità. Per vent'anni nessun segno di insufficienza. Risponde bene alle terapie antivirali: transaminasi quasi sempre entro i limiti (tranne alcuni mesi all'inizio della terapia) viremia sempre molto bassa, in qualche caso addirittura azzerata (non rilevabile). Child A/5. L'ultima ecografia di controllo (sett 09) prima del cancro del tutto sovrapponibile alle precedenti.
A febbraio di quest'anno gli viene diagnosticato un singolo e voluminoso nodo di HCC nel VII e parte del VI segmento con verosimile infiltrazione vascolare. Si decide per la segmentectomia (ottimo centro trapiantologico nello stesso ospedale). Eco i.o. conferma l'infiltrazione microvascolare. Non viene sciolto il dubbio se è presente anche un'infiltrazione nel ramo segmentario posteriore destro. Non viene effettuata colecistectomia (calcolo a superficie liscia di circa 1 cm). Viene effettuato shunt.
Istologico: HCC solido trabecolare G3 con infiltrazione vascolare presente e margine di resezione indenne. Esclusa possibilità di trapianto (fuori criteri MI).Dopo l'operazione ha un ottimo post-operatorio, nessun segno di ipertensione portale, ascite, ecc.Nel follow-up viene esclusivamente monitorato con esami ravvicinati (eco, TCs, AFP, ecc.) per controllarne la recidiva. Nessuna terapia oltre agli antivirali già precedentemente assunti.
Queste le mia domande:
- Quale potrebbe essere la sua speranza di vita?
- La colecisti litiasica tutt'ora presente non potrebbe essere attuale bersaglio per la metastatizzazione? Non era meglio asportarla?
- Potrebbe essere indicato l'IFN come terapia antirecidiva?
- Si sa qualcosa in Europa di un farmaco attualmente denominato MLN4924 in sperimentazione negli USA in fase II che agisce su un gene delle cellule neoplastiche (skp2) e ne determina la senescenza e la morte (quindi potenzialmente utile anche contro le metastasi)?
Scusate per la lunghezza.
Con stima,
[#1]
paradossalmente la scoperta del farmco anti sPK2 si deve all’italiano Pier Paolo Pandolfi, ed in atto pare che le ricerche siano sviluppate dalla Takeda farmaceutica, ma ad oggi è in fase di sperimentazione.
la colecisti litiasica era forse meglio levarla per evitare problemi aggiuntivi ma sempre legati alla calcolosi.
sull'IFN ... mah! io non ci credo molto. Oggi esistono in alcuni casi nei farmaci antiangiogenetici tipo il sorafenib che ha indicazione per HCC (paz metastatico Child A)
la colecisti litiasica era forse meglio levarla per evitare problemi aggiuntivi ma sempre legati alla calcolosi.
sull'IFN ... mah! io non ci credo molto. Oggi esistono in alcuni casi nei farmaci antiangiogenetici tipo il sorafenib che ha indicazione per HCC (paz metastatico Child A)
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#2]
Caro utente,
aggiugno qualcosa ma con due mesi di ritardo e non so se può esserti utile
per quel che riguarda la terapia antivirale l'inteferone è senz'altro sconsigliato perche' potrebbe provocare un deterioramento della funzionalità epatica. Molto meglio dei farmaci antivirali specifici ( come il Baraclude) a bassa tossicità ed alta efficacia. La colecisti non è senz'altro un problema per eventuali metastasi mentre il Sorafenib per almeno 4 mesi potrebbe essere utile per una rivalutazione per trapianto in altra sede.
I criteri di Milano non sono il Vangelo ed un paziente giovane dopo 12 mesi da un'intervento chirurgico ( se ben riuscito) potrebbe avere un'altra chance ( vedi criteri allargati di trapianto a PISA).
Nel frattempo è utile monitorare le varici esofagee con l'endoscopia ed i nuovi noduli con l'ecografia presso un centro qualificato ( strano che un HCC da 7 cm sia venuto fuori dal nulla...) per intervenire con Radiofrequenza, microonde o TACE.
Cordiali Saluti
aggiugno qualcosa ma con due mesi di ritardo e non so se può esserti utile
per quel che riguarda la terapia antivirale l'inteferone è senz'altro sconsigliato perche' potrebbe provocare un deterioramento della funzionalità epatica. Molto meglio dei farmaci antivirali specifici ( come il Baraclude) a bassa tossicità ed alta efficacia. La colecisti non è senz'altro un problema per eventuali metastasi mentre il Sorafenib per almeno 4 mesi potrebbe essere utile per una rivalutazione per trapianto in altra sede.
I criteri di Milano non sono il Vangelo ed un paziente giovane dopo 12 mesi da un'intervento chirurgico ( se ben riuscito) potrebbe avere un'altra chance ( vedi criteri allargati di trapianto a PISA).
Nel frattempo è utile monitorare le varici esofagee con l'endoscopia ed i nuovi noduli con l'ecografia presso un centro qualificato ( strano che un HCC da 7 cm sia venuto fuori dal nulla...) per intervenire con Radiofrequenza, microonde o TACE.
Cordiali Saluti
Dr. Roberto Chiavaroli
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.9k visite dal 12/09/2010.
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