Adenocarcinoma al cardias con metastasi al fegato e polmoni
Salve, Mio fratello di anni 37 è stato riscontrato affetto da "ADENOCARCINOMA DEL CARDIAS CON LESIONI FOCALI EPATICHE DI NDD".
Il motivo per cui siamo arrivati ad avere questa conclusione in quanto apparso da una gastroscopia dove hanno steso tale referto: " IN ESOFAGO DISTALE A CIRCA 38 CM DALLE AD, SÌ OSSERVA VASTA NEOFORMAZIONE VEGETANTE CONCENTRICA ESTESAMENTE ULCERATA E FACILMENTE SANGUINANTE. LA NEOFORMAZIONE SÌ ESTENDE PER CIRCA 7 CM SIN OLTRE IL CARDIAS SULLA PICCOLA CIRCA CHE APPARE ULCERATA. IL RESTO DEL LO STOMACO È APPARSO PRIVO DI LESIONI COSÌ COME IL BULBO E D2."
A seguito di notizia tragica e dopo aver effettuato tutti gli altri esami, quali TAC TOTAL BODY, PET, ESAME ISO LOGICO E CARTELLA CLINICA dell'ospedale dove è stato ricoverato, ci siamo rivolti presso un centro oncologico ed il professore specializzato in materia ci ha riferito le seguenti parole:
" l'adenocarcinoma è presente in corpo da almeno 4 anni, la situazione è estremamente grave perché dalla TAC ha avuto la possibilità di notare la presenza inoltre di metastasi al fegato e polmoni. In queste condizioni e senza alcuna cura potrà durare altri 3 mesi. La chemioterapia a cui si sottoporrà servirà solamente ad allungare la vita di 1-2-3 anni, dipende da come reagisce il fisico ma comunque ha dato la certezza ch e un eventuale intervento chirurgico non porterebbe praticamente a nulla perché con il tempo la malattia prenderà il sopravvento e pertanto porterà senza ombra di dubbio alla morte."
A tal proposito, ritenuta la notizia tragica con disperazione immediata e continua, vorrei chiedere con preghiera di un cortese cenno di risposta se le affermazioni esposte dal professore possano corrispondere a totale e/o in parte verità perché non riesco ad accettare tale conclusione e comunque vorrei chiedere inoltre se ci fosse la possibilità di valutare eventuali consulti esibendo tutta la documentazione sanitaria in mio possesso in qualsiasi parte d'Italia e/o estero.
In aggiunta a quanto esposto mio fratello sin dall'inizio della febbre ad oggi ha perso 5 chili, non ha mai accusato sintomi da far pensare a questo male, mangia regolarmente senza alcun tipo di problema.
Oggi è ricoverato presso un centro oncologico e sta eseguendo il 1' ciclo di chemioterapia.
Spero davvero in una risposta dettagliata e sincera perché non so più davvero a chi chiedere.
GRAZIE.
Il motivo per cui siamo arrivati ad avere questa conclusione in quanto apparso da una gastroscopia dove hanno steso tale referto: " IN ESOFAGO DISTALE A CIRCA 38 CM DALLE AD, SÌ OSSERVA VASTA NEOFORMAZIONE VEGETANTE CONCENTRICA ESTESAMENTE ULCERATA E FACILMENTE SANGUINANTE. LA NEOFORMAZIONE SÌ ESTENDE PER CIRCA 7 CM SIN OLTRE IL CARDIAS SULLA PICCOLA CIRCA CHE APPARE ULCERATA. IL RESTO DEL LO STOMACO È APPARSO PRIVO DI LESIONI COSÌ COME IL BULBO E D2."
A seguito di notizia tragica e dopo aver effettuato tutti gli altri esami, quali TAC TOTAL BODY, PET, ESAME ISO LOGICO E CARTELLA CLINICA dell'ospedale dove è stato ricoverato, ci siamo rivolti presso un centro oncologico ed il professore specializzato in materia ci ha riferito le seguenti parole:
" l'adenocarcinoma è presente in corpo da almeno 4 anni, la situazione è estremamente grave perché dalla TAC ha avuto la possibilità di notare la presenza inoltre di metastasi al fegato e polmoni. In queste condizioni e senza alcuna cura potrà durare altri 3 mesi. La chemioterapia a cui si sottoporrà servirà solamente ad allungare la vita di 1-2-3 anni, dipende da come reagisce il fisico ma comunque ha dato la certezza ch e un eventuale intervento chirurgico non porterebbe praticamente a nulla perché con il tempo la malattia prenderà il sopravvento e pertanto porterà senza ombra di dubbio alla morte."
A tal proposito, ritenuta la notizia tragica con disperazione immediata e continua, vorrei chiedere con preghiera di un cortese cenno di risposta se le affermazioni esposte dal professore possano corrispondere a totale e/o in parte verità perché non riesco ad accettare tale conclusione e comunque vorrei chiedere inoltre se ci fosse la possibilità di valutare eventuali consulti esibendo tutta la documentazione sanitaria in mio possesso in qualsiasi parte d'Italia e/o estero.
In aggiunta a quanto esposto mio fratello sin dall'inizio della febbre ad oggi ha perso 5 chili, non ha mai accusato sintomi da far pensare a questo male, mangia regolarmente senza alcun tipo di problema.
Oggi è ricoverato presso un centro oncologico e sta eseguendo il 1' ciclo di chemioterapia.
Spero davvero in una risposta dettagliata e sincera perché non so più davvero a chi chiedere.
GRAZIE.
[#1]
Gentile utente,
ci tengo innanzitutto ad esprimerLe il mio rammarico per la certamente triste situazione.
In risposta alla Sua domanda mi sento di dirLe che ad oggi, alla luce dei progressi in campo oncologico e degli schemi chemioterapici sempre più mirati ad ottenere i migliori benefici nei confronti della malattia minimizzando gli effetti indesiderati, anche la sola chemioterapia può ottenere in certi casi (purtroppo non è una regola, non La posso illudere) delle buone risposte in termini di sopravvivenza.
Difficile dunque sbilanciarsi a fare delle previsioni troppo accurate in termini di tempi e modi, in quanto il più delle volte queste finiscono per rivelarsi disattese dalla realtà dei fatti.
Non si faccia spaventare, ma al contempo cerchi di prendere coscienza della situazione certamente seria.
Le linee guida a cui noi medici ci atteniamo, che derivano dall'osservazione delle esperienze di numeri molto grandi di pazienti, purtroppo affermano esattamente quanto già Le è stato detto dal Suo specialista: nel caso di malattia avanzata e metastatica la chirurgia non è il trattamento indicato, in quanto non sarebbe di aiuto in termini di guarigione né di allungamento dell'aspettativa di vita o di miglioramento della sua qualità.
Le faccio presente tuttavia che queste mie parole si riferiscono alla situazione attuale, in base ai dati da Lei forniti.
Il percorso oncologico, anche una volta iniziata la chemioterapia, prevede un costante controllo dello stato di malattia a più intervalli temporali e certamente lo Specialista che si occupa del caso potrà valutare, in base alla risposta evidenziata dalle indagini di ristadiazione (quali TC, PET ecc), se per caso in futuro la malattia regredisca ad una condizione sufficiente da rientrare nei canoni dell'intervento chirurgico (in modo tale cioè che quest'ultimo, se eseguito, possa risultare efficace e non inutile).
Cordialmente,
ci tengo innanzitutto ad esprimerLe il mio rammarico per la certamente triste situazione.
In risposta alla Sua domanda mi sento di dirLe che ad oggi, alla luce dei progressi in campo oncologico e degli schemi chemioterapici sempre più mirati ad ottenere i migliori benefici nei confronti della malattia minimizzando gli effetti indesiderati, anche la sola chemioterapia può ottenere in certi casi (purtroppo non è una regola, non La posso illudere) delle buone risposte in termini di sopravvivenza.
Difficile dunque sbilanciarsi a fare delle previsioni troppo accurate in termini di tempi e modi, in quanto il più delle volte queste finiscono per rivelarsi disattese dalla realtà dei fatti.
Non si faccia spaventare, ma al contempo cerchi di prendere coscienza della situazione certamente seria.
Le linee guida a cui noi medici ci atteniamo, che derivano dall'osservazione delle esperienze di numeri molto grandi di pazienti, purtroppo affermano esattamente quanto già Le è stato detto dal Suo specialista: nel caso di malattia avanzata e metastatica la chirurgia non è il trattamento indicato, in quanto non sarebbe di aiuto in termini di guarigione né di allungamento dell'aspettativa di vita o di miglioramento della sua qualità.
Le faccio presente tuttavia che queste mie parole si riferiscono alla situazione attuale, in base ai dati da Lei forniti.
Il percorso oncologico, anche una volta iniziata la chemioterapia, prevede un costante controllo dello stato di malattia a più intervalli temporali e certamente lo Specialista che si occupa del caso potrà valutare, in base alla risposta evidenziata dalle indagini di ristadiazione (quali TC, PET ecc), se per caso in futuro la malattia regredisca ad una condizione sufficiente da rientrare nei canoni dell'intervento chirurgico (in modo tale cioè che quest'ultimo, se eseguito, possa risultare efficace e non inutile).
Cordialmente,
Dr. Aldo Manca
Direttore S.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
ASO S. Croce e Carle - Cuneo
[#2]
Utente
Egregio Professore desideravo inanzitutto ringraziarla per la sua risposta chiara e sincera.
Purtroppo sono cosciente della situazione che sta attraversando mio fratello e per tutti noi è stata una BOMBA inaspettata perché non abbiamo grazie a Dio ad oggi avuto a che fare con questo genere di malattia.
Mio fratello, 4 giorni fa ha terminato il 1' ciclo di chemioterapia e dovrà tornare tra 21 giorni per effettuare il 2' ciclo; al momento non ci hanno specificato quanti cicli dovrà sostenere.
Se mi permette, volevo approfittare della sua gentilezza chiedendoLe se potesse essere utile associare alla chemioterapia, la IPERTERMIA.
Navigando su internet, ho avuto la possibilità di constatare che diversi pazienti hanno ottenuto dei benefici da questo tipo di terapia, la quale ha lo scopo di far aumentare la temperatura corporea fino ai 44°, riuscendo pertanto ad eliminare le cellule maligne sia dalla massa tumorale che dalle metastasi.
Dal 2 luglio accusava la febbre e la stessa si manteneva dai 37° ai 38°; tale influenza ad oggi non è mai smessa se non quando era ricoverato in clinica che gli somministravano del cortisone.
A tal proposito, Le vorrei chiedere altresí se questa febbricola, che per come mi hanno riferito i medici, proviene dalla massa tumorale in quanto è l'organismo stesso che combatte la malattia, possa essere a questo punto un piccolo beneficio.
La ringrazio vivamente e Le porgo distinti saluti.
Purtroppo sono cosciente della situazione che sta attraversando mio fratello e per tutti noi è stata una BOMBA inaspettata perché non abbiamo grazie a Dio ad oggi avuto a che fare con questo genere di malattia.
Mio fratello, 4 giorni fa ha terminato il 1' ciclo di chemioterapia e dovrà tornare tra 21 giorni per effettuare il 2' ciclo; al momento non ci hanno specificato quanti cicli dovrà sostenere.
Se mi permette, volevo approfittare della sua gentilezza chiedendoLe se potesse essere utile associare alla chemioterapia, la IPERTERMIA.
Navigando su internet, ho avuto la possibilità di constatare che diversi pazienti hanno ottenuto dei benefici da questo tipo di terapia, la quale ha lo scopo di far aumentare la temperatura corporea fino ai 44°, riuscendo pertanto ad eliminare le cellule maligne sia dalla massa tumorale che dalle metastasi.
Dal 2 luglio accusava la febbre e la stessa si manteneva dai 37° ai 38°; tale influenza ad oggi non è mai smessa se non quando era ricoverato in clinica che gli somministravano del cortisone.
A tal proposito, Le vorrei chiedere altresí se questa febbricola, che per come mi hanno riferito i medici, proviene dalla massa tumorale in quanto è l'organismo stesso che combatte la malattia, possa essere a questo punto un piccolo beneficio.
La ringrazio vivamente e Le porgo distinti saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 13.4k visite dal 28/08/2014.
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