La cui famiglia vive un momento

Gentili specialisti,
sono una giovane ragazza, la cui famiglia vive un momento di grande confusione e dolore a causa di una recente diagnosi di carcinoma mammario, fatta alla mia mamma circa un anno fa. Navigando nel sito, sono stata favorevolmente colpita, io che conosco in parte l'universo della sanità per tristi vicende personali e per motivi di formazione professionale, essendo una studentessa di psicologia clinica in fase di tirocinio, dall'esaustività e accuratezza con cui vi impegnate a rispondere ai quesiti on-line, oltre che dall'umanità che si affianca al rigore clinico che dimostrate, doti, queste, tutt'altro che scontate in chi indossa un camice. A mia madre è stato asportato, tramite intervento di quadrantectomia un nodulo del diametro massimo di 18 mm. L'istologico ha rilevato che si trattava di un carcinoma duttale infiltrante, grado 2 secondo elston, tipo 1 c, margini mediali e del capezzolo esenti come la cute da infiltrazioni neoplastiche, linfonodo sentinella negativo e indice di infiltrazione mib- 1 pari al 22%. I recettori ormonali sono risulatati negativi, mentre l'herceptest ha dato positività 3+. La mamma è stata trattata con otto cicli di chemioterapia, di cui ricordo solo il farmaco degli ultimi quattro, che era il taxotere, a cui sono seguite 6 settimane di radioterapia e ora affronterà per circa un anno una terapia che prevede l'assunzione giornaliera di sei compresse di lapatinib. I controlli clinici effettuati finora (marcatori, eco-addome, scintigrafia, rx torace ec) sono assolutamente apposto, ma io, dopo essermi documentata, da fonti più o meno appropriate sul fattore her-2 sono piombata in uno stato di sconforto che si fa ogni giorno più intenso. L'ho condiviso con l'oncologa che segue la mamma, la quale mi ha spronato a lasciare da parte il disfattismo, dicendo che il protocollo terapeutico è validissimo,considerando le dimensioni del tumore, la localizzazione definita, l'assenza di coinvolgimento linfonodale. Vorrei sapere se condividete lo schema terapeutico proposto, e se avete suggerimenti in merito. Il mio grande desiderio, per ora, è quello di poter passare accanto alle persone che amo, e da cui l'essere studentessa fuori sede mi tiene spesso lontana, un Natale sereno, come non accade da vari anni, anche a causa di una complicata forma di miastenia gravis di cui è affetto mio padre, che molto ci ha tolto, in termini di tranquillità nel quotidiano. A voi, in ultimo i miei migliori auguri.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Comprendo che la contemporanea presenza di più fattori negativi possa crearle dei momenti di sconforto importanti, ma non sò lei appartiene alla corrente rogersiana, ma se così fosse dovrebbe sapere che una Terapia Centrata sul Cliente, riconosce nello stesso una persona che, in quanto tale, è in una posizione egualitaria nei confronti del terapeuta; il terapeuta rogersiano, per essere efficace, deve essere in contatto con la sua esperienza, con il suo vissuto durante i colloqui terapeutici.

Pertanto con la possibilità datale di avere un oncologo con cui discutere i suoi dubbi e con il nostro piccolissimo contributo, pensi a rasserenare le sue ansie (anche se il clima natalizio non semrpe aiuta); il lapatinib è un nuovissimo farmaco per le pazienti her2 3+. Penso che per efficacia e facilità di somministrazione quanto prima sostituirà l'herceptin completamente.

Un doppio augurio anche a lei.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottor D'Angelo, la ringrazio di cuore per la risposta. Se il primo requisito deontologico di un clinico che lavora nell'ambito della psicologia e delle neuroscienze in genere è, per antonomasia, l'empatia, penso che il protocollo terapeutico rogersiano da lei citatomi sia uno dei più efficaci e begli esempi a cui è possibile riferirsi in merito a tutti quei ruoli professionali che si basano, in qualche modo, sulla relazione con l'altro, e sono certa che anche lei ne farà un capoaldo ideologico, nel suo agire medico. Approfitto della sua disponibilità per chiederle conferma circa la condivisione del programma terapeutico proposto alla mamma, per questo carcinoma in stadio iniziale, g 2, senza coinvolgimento linfonodale ma her- 2 positivo che, le riassumo si è basato su quadrantectomia, otto cicli di chemioterapia adiuvante, radioterapia, e terapia con lapatinib da farsi per un anno nella posologia di sei pasticche al giorno.
Con stima,
Elena
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
L'assenza della positività recettoriale porta necessariamente a giocare il tutto con la chemioterapia, anch ein funzione del G2 e del Her 2 +.
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