Problemi alle giniocchia

Gent.mi dottori, sono una ragazza di 21 anni, all'età di 14 anni ho avuto una distorsione al ginocchio, cioè ho sentito la rotula compiere un movimento di 360° e poi ritornare al suo posto, ho perso l'equilibrio e sono caduta, il dolore è stato atroce in quel momento. Sono andata da un ortopedico e mi ha fatto mettere una ginocchiera e dopo aver visionato le lastre delle ginocchia e dei piedi, non mi ha diagnosticato nulla di grave. Sono andata, anche, da un fisiatra che mi ha diagnosticato il valgismo e i piedi piatti e mi consigliava di mettere dei plantari, che io non ho messo. Da allora sporadicamente mi accadono episodi simili (distorsioni) ancora oggi, sia in quel ginocchio che nell'altro, e per un po’ di giorni non riesco a camminare bene perché avverto dolore nel ginocchio quando cammino. Pochi giorni fa ho fatto una risonanza magnetica in entrambe le ginocchia e il referto riporta:
"Indagine eseguita con acquisizioni T1, T2 e GE secondo piani coronali, sagittali e assiali. I segmenti scheletrici in esame mostrano regolare morfologia ed intensità di segnale con ipointensità corticale ben rappresentata. A sinistra rotula altoposta basculata e lateralizzata con assottigliamento del panno cartilagineo articolare particolarmente evidente sulla faccetta laterale e a livello della cresta rotulea. Sono evidenti inoltre alterazioni sottocondriali di significato osteocondropatico che interessano l'apice della rotula lungo la cresta mediana. Assottigliamento anche del panno cartilagineo sulla superficie articolare condilare con segni di sofferenza sottocondrale sull'emilato laterale. A destra rotula in asse ai gradi di flessione esaminati. Panno cartilagineo condilare anch'esso ridotto in ampiezza relativamente all'età del paziente, tuttavia senza evidenti segni di sofferenza sottocondrale. Nei limiti di norma i legamenti collaterali ed i legamenti crociati. Entrambe le fibrocartilagini meniscali appaiono sostanzialmente nei limiti di norma. Regolare lo spessore del panno cartilagineo di rivestimento di entrambi i condili."
Sono andata da un ortopedico che mi ha diagnosticato una sindrome da mal trekking rotuleo bilaterale e la soluzione è quella di operarmi prima un ginocchio e poi l'altro. Sono rimasta basita nell'ascoltare le sue parole. Da premettere comunque, che ultimamente avverto spesso durante la giornata un insopportabile dolore alle ginocchia. Che devo fare? Sono alquanto preoccupata. E' necessario intervenire chirurgicamente? Non ci sono altre soluzioni? Non potrei risolvere il problema rinforzando la muscolatura del quadricipite e dei muscoli della coscia? Servirebbero tali esercizi? Grazie in anticipo.
Cordiali saluti!
[#1]
Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Gentile utente,

purtroppo senza visitarLa e vedere le immagini degli esami da Lei eseguiti è impossibile dire se servirà o meno un intervento chirurgico.

Bisogna indagare molto bene tutte le cause e le anomalie anatomiche che stanno alla base del Suo problema, e se un intervento sarà necessario, bisogna scegliere l'intervento giusto per il Suo caso. Un frettoloso "lateral release" artroscopico, se praticato senza la corretta indicazione, può far più danni che benefici.

Di sicuro, nella quasi totalità dei casi, è consigliato un approccio conservativo con fisiokinesiterapia assidua e costante per almeno 6 mesi. Questo approccio, secondo i dati di McConnell, dà buoni risultati in più dell'80% dei casi.

L'approccio si basa sullo stretching delle strutture alari retratte, della bendelletta ileo-tibiale, degli ischio-crurali, sulla stimolazione dei trigger point rotulei e SOPRATTUTTO sul potenziamento del quadricipite femorale nella sua componente del Vasto mediale obliquo.
Questo potenziamento può essere iniziato con la ginnastica isometrica, per poi associare pian piano esercizi sempre più impegnativi, e cyclette a sellino alto.

Naturalemte esistono alcuni casi in cui la ginnastica da sola non può nulla, e nei quali l'intervento è indicato.
Si ricordi però che in questi casi la ginnastica rappresenta, a livello riabilitativo, un passo importantissimo del trattamento. Infatti la lettertura dimostra che in moltissimi casi i risultati negativi dell'intervento dipendono proprio da una riabilitazione fatta male.

Distinti saluti

Dr. Emanuele Caldarella

Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it