Lca, cartilagine, les.manico di secchio menisco

Salve a tutti, sono un ragazzo napoletano, mi chiamo Luigi, abito in provincia di Caserta, e ho 18 compiuti l’8 maggio di quest’anno, e fino a questa data ho fatto del calcio parte integrante della mia vita, con modesti successi, tantoché a settembre avrei dovuto sostenere dei provini per il settore giovanile del Napoli…questo lo premetto per farVi intendere di come il “mondo calcio” fosse da me conosciuto, e con esso i pro e i contro, e tra i contro gli infortuni che posso capitare…conosciuti teoricamente fino appunto all’accaduto di cui vi andrò a raccontare…e cmq…lo dico anche …perché…tutta la mia ansia, di guarire, è proprio relativa al calcio, senza del quale, non mi sento più vivo…la sera del 19 luglio mi trovo a giocare a calcetto coi miei amici, e mi faccio male: nel movimento di calciare, col piede intento a colpire la palla di “piatto”, il piede si pianta in una zolla rialzata, e il ginocchio per un attimo cede all’interno…il sintomo immediato è un dolore tanto intenso quanto veloce, quello secondario, più visivo che sensitivo è vedere come nel voler mettere la gamba obliqua, forzando un minimo, il ginocchio mimasse di nuovo quel movimento precedente, facendo quasi scomparire la rotula….la diagnosi del pronto soccorso dell’ospedale è: distrazione di 1° grado del LCM, si esegue il bendaggio elastico su tutta la gamba, da portare 25 giorni, con divieto di carico, e l‘uso, ovviamente di 2 bastoni per camminare….il bendaggio mi viene tolto il 25 agosto ( noterete che sn passati molto più di 25 gg, dato che l’ospedale mi disse che i bendaggio sarebbe stato dovuto togliere in un altro posto…come se fosse facile trovarlo in pieno agosto !!!!)….comunque il bendaggio mi viene tolto in un centro A.S.L, e l’ortopedico, che nemmeno aveva gli attrezzi per farlo, e usò le chiavi della macchina, mi prescrisse 10 fisioterapie, per iniziare: ionoforesi, e mobilitazione…e mentre lo scriveva pareva fosse talmente logoro nel farlo, che più che un medico sembrava un avvocato d’ufficio in una causa, che meccanicisticamente ripete: “ mi appello alla clemenza della corte”…( comunque, se fino ad adesso tutto ciò raccontato era frutto della sfortuna e dell’inefficienta di cose e persone con cui avevo avuto a che fare, da questo momento, inizia anche la mia negligenza e la mia stupidità, senza le quali, ora, non starei come sto)…eseguo le fisioterapie, e dopo, vado da un ortopedico, il primario dello ospedale stesso in cui avevo fatto il pronto soccorso, e nella visita che dura 6 minuti, economicamente tradotti in 200 euro, mi dice che fare una RNM adesso sarebbe inutile, meglio farla tra circa 60 gg per vedere cosa riusciva il mio fisico e il ginocchio a guarire da soli, come se in quei 60 giorni io dovessi stare immobile in una bara, e non “indispensabilmente” fare le cose che facevo i giorni prima ( scuola, amici, ect)….prima di questi 60 giorni comunque le fitte al ginocchio sono numerose, riassumibili in 3 principali, almeno dal punto di vista del dolore, e della coscienza che accompagnato a tale dolore fosse accaduto qualcosa…1 sul motorino metto il piede a terra e sento una forte fitta, e quasi si ripete il movimento anomalo del primo trauma 2. scendendo dalla scala del mio letto a ponte, sento un forte dolore, e sento il ginocchio quasi per cedere 3. dopo un saltello di nemmeno 10 cm, al contatto a terra sento dolore, e uno schiocco all’interno…scelgo di andare da un altro ortopedico, perché, sembra strano, ed è vergognoso a dirlo, ma io non ho avuto un ortopedico fisso diciamo, di famiglia dove andare, le visite se escludiamo quelle per il ginocchio, sono state solo 3…eppure sono venuto su senza alcun difetto ortopedico; comunque questo ortopedico è il primario del suo settore in una clinica, appena mi vede mi dice che ci è probabile che ci siano dei danni a livello legamentoso e meniscale, e forse alla cartilagine, che l’instabilità compromette dato il lungo periodo….danni comunque da definire con una RNM, che eseguo il 3 ottobre e che riporto qui:
-edema intraspongioso verosimilmente post traumatico del condilo femorale laterale e del rispettivo piatto tibiale;
-esiti di lesione subtotale del legamento crociato anteriore; nella norma il leg crociato posteriore;
-conservata morfologia ed intensità dei menischi;
falda fluida intrarticolare.
Dopo tale RNM, il medico dice che si deve intervenire, e prenoto il ricovero, che avviene 20 giorni dopo, il 7 novembre, vengo operato l’8 novembre,in artroscopia, che rivela oltre a ciò detto dalla RNM una lesiona a manico di secchio del menisco laterale, (vorrei saperVi dire più cose, ma purtroppo il mio medico, è un acceso seguace del DR House del telefilm, e a lui si ispira….)e mi viene effettuata la controplastica alla cartilagine, la ricostruzione del legamento con tendine rotuleo, e la restabilizzazione del menisco…. e dopo 2 giorni già cammino, ma con molto dolore, ( per non dire quello provato col kinetec le prime volte)senza piegare il ginocchio e col “girello”, ovviamente col tutore alla gamba regolato 0°-90°….vengo dimesso la mattina dell’11 novembre, come prima cura domiciliare mi fu dato questo: FIDATO1 volta al dì, per 8 gg, SELEPARINA 1 al dì per 30 gg, MEDROL 1 al dì per 10 gg…e dovevo usare il kinetec 2 volte al giorno per mezz’ora a 0°-90° per 10 giorni…il 23 mi furono tolti i punti e la nuova cura fu questa: LUCEN1 al dì per 10 gg, MEDROL 1 al dì per 10 gg, ROCEFIN 1 al dì per 10 giorni, e il medico mi dice di rimuovere la ginocchiera la notte, e di assolutamente non caricare l’arto senza il tutore…e mi prescrive 20 terapie che sono: mobilitazione attiva e passiva, rieducazione al passo, e massoterapia linfodrenante….ad oggi ho fatto 6 terapie, e mi sento un po’ meglio, ma davvero un po’….quando cammino, e piego il ginocchio, cercando di assumere una camminata il più normale possibile, sento un piccolo blocco all’interno del ginocchio, come quella sensazione di “tirare” prima del comunissimo schioccare delle articolazioni, a volte c’è un piccolo scroscio, ma il più delle volte, lo schiocco nn avviene, e supero qst blocco diciamo, cn una sensazione di affievolimento dello stesso, tutto ciò avviene credo a 20°-30° gradi, e mi capita l’80% delle volte quando cammino, mentre quando lo piego stradiato sul letto, ciò non avviene….sento la parte esterna del ginocchio un po’ addormentata a volte, ma il fisioterapista nn mi fa sempre il massaggio massoterapeutico, dice che non serve a molto….Vi chiedo scusa comunque, perché Vi ho fatto leggere così tanto e adesso non so nemmeno cosa chiederVI…vorrei solo sapere cosa ne pensate di questo mio caso, se le cose che accuso sono normali, e soprattutto, dopo quando, e se potrò ancora un giorno, praticare uno sport, come il calcio, anche a livello non agonistico, mi basterebbe solo riprovare quelle emozioni….Vi esprimo la mia sincera gratitudine, e a questo allego i miei più cordiali saluti, un augurio di un buon natale, e la promessa, che nei prossimi consulti, sarò più breve...
Grazie, Luigi
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Caro Luigi, scusa il tu data la tua giovanissima età.
Da quello che ho potuto valutare dalla tua lunghissima lettera, hai riportato una lesione complessa del ginocchio,ovvero la rottura del menisco esterno, la rottura del l.c.a. ed una lesione cartilaginea satellite.
L'intervento chirurgico eseguito ti dovrebbe ridare stabilità e funzionalità completa dell'articolazione lesa, però devi fare lunga e faticosa fisiochinesiterapia. La riabilitazione deve essere cauta, graduale e scrupolosa e ciò per il recupero completo del ginocchio anche a livello agonistico.
Il che può senz'altro avvenire, ma non prima dei sei //dieci mesi, sempre variabili da caso clinico a caso clinico, oltre che da oggetto a soggetto. Per l'estate prossima se lavorerai a lungo e bene in palestra, in piscina e sul campo, potrai essere a posto.
Cordiali saluti ed auguri
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedico-traumatologo //Fisiatra
Università di Messina

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

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dopo
Attivo dal 2006 al 2009
Ex utente
Caro Dottore, la ringrazio per la Sua risposta, e non si scusi per il "tu", perchè il medico deve essere amico, oltre che dottore...leggendo questa Sue parole, prendo coscienza della gravità di ciò che mi é successo, che la laconicità da spartano d.o.c del mio medico, affiancata ad una generale ignoranza in materia da parte di conoscenti, amici e parenti, mi nascondono....volendo riallacciarmi alla mia precedente richiesta di consulto( per chi altro, gentilmente, volesse anch'esso dire il Suo parere), e volendo aggiornarlo, dico che mi é stato tolto il tutore, che ho portato complessivamente 2 mesi, 15 giorni senza mai rimuoverlo, dalla data dell'operazione (8 novembre), e il resto rimuovendolo solo la notte, in questi giorni, lo metto un giorno si e un giorno no, per una settimana ancora, appunto per graduare l'abitudine all'abandono di tale sostegno; sono all'undicesima seduta di terapia che contiene trainging, mobilitazione att. e pass., massoterapia(che dopo 5 volte non mi è stata più eseguita, dicendo che non ce n'era più bisogno, dando più tempo alle altre 2) con vivo dolore, cmq piego il ginocchio a quasi 120°, la terapia comuqnue consiste, in esercizi sul lettino, e poi altri esercizi all'asta, esercizi eseguiti camminando, ciclette e tapiroulant....il tono muscolare della gamba destra, (ricordo che il ginocchio in questione è il destro), è molto sceso, e anche quello della gamba sinistra, molto di meno ma, in relazione alla situazione prima dell'intervento, è notabile tale affievolimento muscolare....adesso la mia paura è questa, che non avendo una camminatura ancora decente, non riuscendo a caricare, a scindere, il peso del mio corpo( 75kg x 175 cm) equamente su i due arti, a scapito di quello sano, io possa caricare quest'ultimo oltremodo, e non vorrei combinare altri guai...non essendo affatto un esperto in materia, dico comuqnue che so che buona parte della stabilità del ginocchio é dovuto al tono muscolare degli arti, fattispecie del quadricipite femorale...e per questo, anche a casa sto cercando di fare degli esercizi, tanto rudimentali quanto intuitivi a volte ( come attrezzo ho solo la ciclette), atti a mimare il meglio possibile quelli compiuti nelle ore di terapa, che purtroppo sono quelle che sono...fosse capitato, non quando é successo, ma 4-5 mesi più tardi, adesso affronterei questo problema, essendo parte integrante di una squadra di calcio, con un'assicurazione medica, onde il dovere di guarirmi...ma ahimé affronto questo problema da comune civile, mettendo da parte tanta passione per uno sport, e trovandomi nella stessa situazione, di un estraneo a qualsiasi attività sportiva, che accidentalmente, si procura il mio stesso danno, e la situazione ha un non so che di frustante, devo dire la verità...ma non voglio perdermi di coraggio, voglio farmi forza, e fare diventare la rudimentalità e intuitività prima accennata, sicurezza e coscienza di fare bene a me stesso...il dovere del mio medico( che cmq non era il mio ortopedico, io non ne avevo uno, abbiamo inziato questa "conoscenza", immaginate, con un intervento di tale importanza, che incoscienza!!), del medico in generale, magari si ferma al buon esito dell'operazione, se non vi sono affetti, che prolungano tale attenzione soggettiva, il dovere del fisioterapista, si ferma al tempo di terapia prescritto, a volte, nel peggiore dei casi, eseguendolo con meccanicità e omogeneità...ma il mio dovere verso me stesso non si ferma, e non essendo nessuno, sta a me, fare del mio meglio per risolvere il meglio possibile questa situazione... ma la volontà senza i mezzi( astratti ovviamente quali la conoscenza e la cultura nel campo) necessari non basta...e per tanto Vi chiedo, di potermi indicare tutti i comportamenti possibili, che possano dare beneficio a questo mio recupero, un protocollo, una routine da seguire, anche a lungo termine, che costituisca un benefico apporto complementare a quelle che sono le indiczione del mio medico, in poche parole....cosa mi consigliate di fare, da qui a un anno anche, per tornare al meglio?
cordiali saluti, Luigi