Stitichezza motivi psicologici e uso prolungato di paxabel

Salve, ho una bimba di 7 anni che da sempre ha avuto problemi con l'evacuazione delle feci. Sono stati esclusi dalla pediatra motivi gastroenterologici in quanto in alcuni periodi la bimba mostra chiara capacità di liberarsi da sola senza ausilio di strumenti vari (mai quotidinamente però, solo una volta ogni 3-4 giorni), mentre in altri periodi palesa un netto rifiuto a defecare giustificando con "sento dolore", forse provato saltuariamente in presenza di feci un po' più dure. L'alimentazione peraltro è sempre stata in funzione dell'esigenza, con un kiwi consumato quotidianamente, latte, altra frutta e verdure varie, e contestuale eliminazione permanente di cibi tipo riso e gnocchi di patate. Da anni (più o meno 4) usiamo quotidianamente le bustine di Paxabel 4g. Nei periodi "buoni", durati peraltro mai più di 3-4 mesi, mi limitavo ad una quantità irrisoria (ero arrivata anche ad un terzo di bustina al giorno, dose definita dalla pediatra "simbolica-placebo", ma appena tentavo di "smettere" si ripresentava il problema); adesso dopo l'ultimo blocco psicologico (da questo lato siamo anche stati da una specialista che non ha cavato un ragno dal buco per cui mi astengo da ulteriori tentativi!), sono arrivata ad una bustina al giorno, dose che però a lei provoca il disturbo inverso, e cioè che senza accorgersi a seguito di uno sforzo si macchia le mutandine e fuoriescono feci liquide! Riuscendo con destrezza ed ormai con molto stress a trovare di volta in volta la "dose giusta", mi chiedo però sempre con maggior angoscia quando e se potremo mai smettere di usare questo prodotto, e soprattutto se un uso eccessivo potrebbe provocare danni di qualche genere. PER FAVORE, AIUTATEMI !!!
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora, fra i suoi precedenti consulti c'è quello dell'episodio di 'abuso' patito dalla bambina (non so se è la stessa) da un ragazzo più grande.
Non so se c'entra in qualche modo, e comunque che sviluppi abbia avuto quell'episodio.

Non so se il farmaco che lei dice possa avere conseguenze fisiche negative, ma nessun farmaco è innocuo, e va preso solo per effettiva necessità.
Aggiunta: vedo che le era già stato risposto in un consulto di due anni fa, e il problema durava già da anni...

Sicuramente il problema della ritenzione e encopresi - cioè il rifiuto e lo sporcare le mutande - (la stitichezza è una scusa, probabilmente, o una conseguenza) trascinandosi, in mancanza di motivi organici (ragadi, fistole anali,...), o comunque anche con questi, rischia di essere o diventare un problema psicologico marcato della bambina, che merita di essere affrontato cercando di facilitarne il superamento.
A volte anche l'atteggiamento familiare può contribuire al problema e a cronicizzarlo, per cui potrebbe essere utile un approccio familiare al problema, visto che quello individuale non ha avuto buon esito (però occorrerebbe valutare se questo è stato adeguato come modalità, tempi, ecc.).
Aggiunta: visti i precedenti vi consiglio di non limitarvi a preoccuparvi solo del sintomo encopresi, ma di preoccuparvi invece dello sviluppo psichico globale di vostra figlia. A maggior ragione consiglio una consulenza familiare, cui può essere aggiunto eventualmente un intervento individuale. Spesso in situazioni simili sono necessari interventi 'combinati', contemporanei, sia con la famiglia che con l'interessato, che possono essere trovati, a volte, presso i servizi pubblici.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

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