Bipap o cpap?

Salve, ho un'encefalopatia e da diversi mesi uso CPAP durante la notte perchè nonostante il valore AHI alla polisonnografia non superasse 5, è stata riscontrata un'importante perdita di volume respiratorio da disteso e avevo un'indice di sonnolenza diurna molto alto.
Ho una sindrome restrittiva e un inizio di enfisema.

Devo dire che effettivamente dopo l'inizio di CPAP ho avuto un miglioramento sulla sonnolenza diurna.

Osservando poi i dati registrati sulla scheda SD inserita nella macchina mi sono accorto che il mio indice AHI era invece spesso sopra il 5, fino a più di 12, ma che le apnee erano pressoché tutte centrali, sempre, fino a 50 eventi e che più volte nel mese viene registrato respiro di Cheyne Stokes (CSR); la percentuale più alta è stata di 9, 75%.

Volevo sapere se sarebbe opportuno passare a una BiPAP o se vada bene continuare con la CPAP?


Grazie anticipatamente
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Dr. Ludovico Giorgio Tallarico Pneumologo, Gastroenterologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 233 8
Gentile Utente, Lei necessita di un inquadramento diagnostico più preciso, Dalla sua anamnesi risulta che lei ha fatto una polisonnografia! Che tipo di polisonnografia ha fatto? Domiciliare? oppure da ricoverato in un laboratorio del sonno? contemporaneamente hanno praticato anche un elettroencefalogramma? e la saturometria durante la notte come è risultata? La saturometria, a riposo, durante il giorno, come risulta? Ha fatto un test del cammino? Riferisce che sulla scheda di memoria del suo ventilatore l'indice AHI a volte è superiore a 5. Ha ricavato questo dato mentre era in ventiloterapia? La titolazione dell'apparecchio è stata praticata ? Per quante ore durante la notte utilizza la ventilazione? Se vuole approfondire questi argomenti può consultare il mio sito
nonrussare.it https://www.nonrussare.it . Può anche quantizzare la sonnolenza diurna in modo da avere un dato più obiettivo, praticando il relativo test. Il problema secondo me è: come fa la ventilazione e non con quale tipo di apparecchio. Cordialità

Dr. Ludovico Giorgio Tallarico

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la pronta risposta.
La prima polisonno è di almeno 5 anni fa ed era una videopolisonnografia in ricovero, l'ultima è dell'anno scorso ed era domiciliare senza eeg. La.prima aveva rilevato un PLMD e un AHI inferiore a 5. Tra la prima e la seconda ho perso 15 kg e ho smesso di fumare,a ho inserito Transtec 52,5 mcg per il dolore cronico. Assumo poi 3 mg di melatonina e mirapexin 0,18 mg prima di dormire. All'eeg diurno vi è riscontro di discreta attività irritativa. La saurimetria notturna arriva a 90 e quella diurna che prima di perdere peso e smettere di fumare era spesso sotto i 90 ora viaggia sui 95/96.
I dati che ciclicamente ottengo dalla scheda SD sono certo quelli ottenuti durante la ventilò terapia che uso mediamente circa 6h. La macchina è automatica nella valutazione della quantità di pressione.

Spero di aver reso un po' più chiara la situazione.

Grazie
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Dr. Ludovico Giorgio Tallarico Pneumologo, Gastroenterologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 233 8
Gentile Utente, I farmaci che lei assume aggravano le apnee centrali! Quindi, con la consulenza del medico che li ha consigliati, si dovrebbero ridurre o sospendere. Si dovrebbe titolare la pressione del ventilatore ed usarlo in modalità Cpap e non autoCpap. Faccia un ECG con visita cardiologica ed una spirometria completa, con emogasanalisi e se possibile una saturometria per via transcutanea durante le ore notturne. Se tollera la ventilazione con l'attuale respiratore non conviene sostituirlo.
Cordialità e Saluti
Ludovico Tallarico
https://www.nonrussare.it .

Dr. Ludovico Giorgio Tallarico

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buona sera,

ho parlato con il medico della terapia del dolore e ha sconsigliato la modifica del dosaggio perché vi sarebbe certamente una riacutizzazione del dolore. A suo avviso se la macchina le compensa è opportuno continuare così.
I dati della macchina riportano una pressione al 95% sempre intorno ai 7. Questa notte ho fatto un tentativo di CPAP con pressione 8 e poi 10 ma in realtà ho avuto un AHI di 12,9 molto più alto della media abituale.... Ho letto uno studio che avrebbe dimostrato che anche nelle apnee centrali una pressione alta, sui 12, è riuscita a eliminarle.

L'ultima valutazione pneumologia:
"... Sono stati effettuati i seguenti accertamenti:
SPIROMETRIA con spirometro portatile, in ortostatismo: FVC 3.57 L (88%), FEV1 2.71 L (80%), FEV1/FVC 76%, PEF 364 L/min, FEF50/FIF50 67%; in clinostatismo FVC 2.98 L (-590 mL, -17%), FEF50/FIF50 116%
- / 57/37 cmH2O (LLN 62/95)

Rispetto al precedente controllo si osserva paritetico miglioramento dei volumi polmonari che ora raggiungono il limite inferiore della norma; tale miglioramento è verosimilmente legato al calo ponderale.
Si segnala, rispetto al precedente esame:

- la comparsa di segni di possibile ostruzione extratoracica;
- la significativa perdita di volume nel passaggio da orto a clinostatismo.

Si rimanda al servizio di medicina del sonno competente per territorio la valutazione della ventiloterapia notturna."

L'ultima valutazione cardiologica:

"4/9/2023 HOLTER:rsin, normofrequente fc media 77, minima 43, massima 129; aritmia sinusale associata a wandering PM nelle ore nottume. Conduzione AV e intraventricolare normale. S poradici BESV atriali (5) 1 tripletta atriale, Non BEv. Non aritmie ipocinetiche.

Accede per visionare referto

Riferisce cardiopalmo sia tachicardico di breve durata, sia normofrequente più prolungata (anche ore); talora cardiopalmo extrasistolico Valori pressori generalmente regolari con la terapia in atto

Esame obiettivo e strumentale

PA: 140/90 mmHg. FC:77 bpm. Torace: MV conservato.
Polsi normali.
Obiettività cardiaca: toni ritmici, pause libere
Non edemi declivi.
ECG: ritmo sinusale 77/min, transizione anticipata

Diagnosi
Ipertensione arteriosa
Aumentato automatismo sopraventricolare

Ulteriori indagini/provvedimenti consigliati
Alla terapia in atto suggerisco congescor 1.25mg 1c al mattino (dose successivamente titolabile in base a PA, FC e clinica)"
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Dr. Ludovico Giorgio Tallarico Pneumologo, Gastroenterologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 233 8
Gentile Utente, È noto che la terapia con gli oppioidi interferisce con vari aspetti del sonno, il che porta ad un’alterazione dell’architettura del sonno e contribuisce alla sonnolenza diurna. Le prove provenienti da studi sugli animali e sull’uomo mostrano che gli oppioidi sono associati ad apnea centrale e ostruttiva del sonno ed a ipossia. Le apnee centrali sono presenti in circa il 20% dei consumatori cronici di oppioidi; negli individui con dolore cronico, le apnee centrali sono più comuni in coloro che fanno uso di oppioidi rispetto a coloro che non sono in terapia con oppioidi. La sospensione degli oppioidi è correlata a un'inversione dell'apnea notturna centrale. Le attuali raccomandazioni per i consumatori di oppioidi suggeriscono l'uso della dose più bassa possibile e la considerazione delle interazioni farmacologiche (effetto additivo di farmaci che agiscono a livello del sistema nervoso centrale).
Sebbene la terapia non farmacologica e la terapia farmacologica non oppioide siano opzioni terapeutiche preferite per il dolore cronico, le attuali linee guida cliniche dell’American Academy of Pain Medicine, dell’American, Pain Society e dei Centers for Disease Control and Prevention riconoscono che gli oppioidi prescritti a lungo termine rimangono un’opzione terapeutica praticabile. per alcuni pazienti con dolore cronico non oncologico quando si prevede che i benefici attesi superino i potenziali danni. Gli effetti dell’ingestione cronica di oppioidi sull’architettura del sonno sembrano essere dose-dipendenti. Infatti le attuali linee guida affermano che la terapia con oppioidi può essere un’opzione terapeutica efficace per i pazienti con sindrome delle gambe senza riposo grave e refrattaria, in cui altre terapie non sono riuscite a controllare i sintomi. Le dosi efficaci di oppioidi per la sindrome delle gambe senza riposo sono significativamente inferiori a quelle utilizzate per il dolore cronico. Il sonno e il dolore sono correlati, con una relazione bidirezionale: il dolore disturba il sonno e i disturbi del sonno esacerbano il dolore. Il sonno compromesso è un fattore predittivo del dolore e aumenta il rischio di sviluppare dolore cronico. Circa il 50-80% dei pazienti con dolore cronico riferisce disturbi del sonno con conseguente aumento dell’iperalgesia. Per concludere ribadisco che le attuali raccomandazioni per i consumatori di oppioidi suggeriscono oltre l'uso della dose più bassa possibile anche la consapevolezza che l’uso cronico di oppioidi è associato, oltre che a gravi rischi di dipendenza, abuso e sovradosaggio, a cambiamenti nell’architettura del sonno e ad un aumento del rischio di depressione respiratoria durante il sonno.

Cordialità e Saluti
Ludovico Tallarico
https://www.nonrussare.it .

Dr. Ludovico Giorgio Tallarico