Assunzione continuativa di ansiolitici

Gentili dottori,

ho notato un orientamento unanime da parte vostra nello sconsigliare l'utilizzo di ansiolitici per un periodo di tempo prolungato.

Quello che non capisco, al di la del fatto che tale pratica possa generare assuefazione, dipendenza ed astinenza, se vi siano e quali possano essere i danni che in concreto il nostro organismo possa subire.

Non so, danni al fegato al cervello ecc...

Lo chiedo perchè faccio uso per depressione maggiore di paroxetina e saltuariamente faccio uso di alprazolam per ansia e fobie varie.
Quello che però ho notato è che raggiugo il livello di benessere ottimale (tono dell'umore discreto, equilibrio, serenità ecc...) soltanto nei giorni in cui prendo 1 pillola al pomeriggio di alprazolam 0,25mg e una la sera,oltre ai 30 mg di paraxetina ( che prendo da circa 5 mesi).



Spero di essere stato chiaro nel porre il quesito.

Vi ringrazio anticipatamente siete sempre molto cordiali.

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Dr. Vincenzo Menniti Psichiatra 126 2
Gentile utente,
come ribadito dai colleghi, l'uso di benzodiazepine in maniera continuativa è da sconsigliare per una serie di problematiche che hanno già illustrato in maniera esauriente i colleghi nei precedenti post.
Per quanto riguarda i suoi timori per possibili effetti nocivi di questi farmaci sul suo organismo, mi sento di rassicurarla: non provocano danni epatici, cerebrali o di altra natura. I farmaci di cui prima, sono da evitare nell'assunzione cronica, in quanto con il tempo si verifica la necessità di assumere dosi sempre maggiori per raggiungere lo stato di benessere, non se ne riesce a fare a meno e a lungo andare possono dar luogo a sintomi come flessione del tono dell' umore, astenia, alterazione delle capacità cognitive in generale (memoria, attenzione, concentrazione).
Questi farmaci, usati in acuto per lenire gli stati ansiosi, devono essere sospesi gradatamente, SEMPRE dietro prescrizione medica, nel momento in cui altri medicamenti, come nel suo caso la paroxetina, determinano un moglioramento generale del quadro clinico.

Cordiali saluti
dott. Vincenzo Menniti