Manie

Prima di chiedere, ho dato uno sguardo alle domande fatte precedentemente ma non ho trovato esatte corrispondenze.

Intorno ai 16 anni mi sono comparse delle manie,principalmente legate all'igiene,partite da un'ansia che mi ha colpito in quel periodo.
L'ho canalizzata lì.

Parlando con un professionista, mi ha fatto capire che era una cosa legata al controllo, dovevo tenere sotto controllo le cose per placare l'ansia.
Non ho assolutamente preso medicinali, e dopo un pò da solo ho inziato un percorso.
Con questa consapevolezza e alcune esperienze di vita mi sono molto diminuite (viaggi, ragazze, ecc.).
Il fulcro è sempre stato la doccia, dopo mi sento tranquillo, e magari ci metto un pò di più, ma non tempi assurdi...all'inizio si ora no.
Così come all'inizio cambiavo vestiti più spesso,ora li tengo anche per molto tempo, magari usandone due per diverse situazioni delle giornate.
Inoltre abbino diversi modi di lavarmi le mani a seconda di cosa devo fare dopo.
In sostanza, senza pensarci, sviluppo dei modi di fare le cose, che non mi pesano molto a dire il vero (ormai sono automatici) e che adatto alle varie situazioni.
Non so nemmeno bene da dove partano le diverse procedure a dire il vero.
A casa, dove conosco l'ambiente, le faccio di più...fuori dipende.
Non è però una cosa che faccio per motivi solo di igiene (anche se non amo certi luoghi pubblici, ma se mi tocca ci vado, magari con attenzioni maggiori) e paura delle malattie, ma quasi per conservare l'integrità delle cose che utilizzo e a cui tengo.
Infatti, più che altro sono legate agli oggetti che utilizzo e che conservo con cura, come per esempio il maneggiare il computer/console e i dischi dei programmi/videogame...siccome ci tengo molto, sviluppo un percorso che mi permette di armeggiare con loro in serenità. Cose che, collegandomi a sopra, sono a casa.
Posso tranquillamente uscire da questo percorso, ma poi magari evito di fare delle cose.
Anche nell'utilizzo degli oggetti a cui tengo di più (tipo il modo in cui mi muovo nelle cartelle del pc), sono molto ordinato e fin troppo preciso...ma solo così sono tranquillo.

Un'altra cosa che tendo a fare, anche qui a seconda delle possibilità, è il riassumere una sequenza di azioni insieme ad un percorso fisico (breve o lungo a seconda delle possibilità).
Per percorso fisico intendo movimenti precisi per la stanza(esempio), come per creare un inizio preciso al discorso.
Ma lo faccio solo se posso,non è così vincolante.
Nel discorso ripercorro quello che ho fatto, analizzando gli aspetti più critici per me, e quando ho finito passo oltre.
A volte lo ripeto, ma dipende..ci sono dei giorni in cui sono più permissivo con me stesso,altri no.
Faccio il punto della situazione a me stesso insomma.

Insomma le vivo con, tutto sommato, serenità e non mi faccio mancare niente.
Uscire, amici, vacanze, sesso, ecc.
Sono un pò rigido con me stesso su alcuni aspetti
un parere?
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Quelli che descrive sono tratti che tecnicamente definiamo "ossessivi". Andrebbero inquadrati dal punto di vista diagnostico e andrebbe valutata la opportunità di intraprendere un trattamento adeguato. Chiaramente l'input iniziale a recarsi da uno specialista è dato dal disagio che si prova a causa di questi pensieri e azioni. Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

sono passati 10 anni. In questo periodo riferisce di essere stata visitata, anche se la descrizione non riguarda il perché del disturbo, ma il suo meccanismo, cioè come si svolge.
Detto questo, esiste una diagnosi precisa che è stata formulata ? Esiste un qualche motivo per cui non ha assunto terapie di tipo farmacologico (che ad esempio nel disturbo ossessivo compulsivo sono disponibili ed efficaci ?)

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Utente
Utente
L'imput iniziale è dato dal disagio, certo.
A quell'età la spinta viene maggiormente da chi vive con te.
Ora quel disagio mio (ma anche di chi mi sta intorno) non è così presente, quasi non c'è del tutto.
Magari dalla descrizione non traspare, ma il cambiamento è stato notevole.

L'unica cosa che ho fatto sono stati una serie di incontri, poco dopo la comparsa del problema, e nessuna diagnosi precisa è stata fatta, che ricordi.

Dopo gli incontri, non ho più continuato e non ho preso nulla a livello di farmaci.
L'idea era che sono azioni che farmaco o meno dovevo fare comunque. Al massimo potevo modificarle. Così ho fatto.
Il percorso l'ho fatto da solo, e lo sto continuando a fare.
Si tratta semplicemente di "fare le cose", senza porsi troppi limiti.
Ovviamente tutto in maniera graduale, ma i risultati sono arrivati.

Come detto se leggo altre storie sul sito, non mi ci riconosco del tutto.
Anche per me alcune sono troppo estreme.

grazie
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Quando si ha un disturbo e questo dopo un periodo si risolve, non è merito di nessuno.
Alcuni disturbi vanno a periodi, anche quelli gravi non è detto che durino, il problema è che si curano per evitarne alcune complicazioni o i danni che fanno mentre sono presenti.

Per il resto, niente di strano che una sindrome si sia presentata e se ne sia andata via da sola, il problema è di non attribuire questo a fattori che per quanto se ne sa non hanno influenza sul fenomeno. Quando si sta meglio, si è portati a credere di aver fatto qualcosa di giusto o di vincente che ha causato questo miglioramento, mentre la regola è che quando si sta meglio la malattia era benigna o poteva passare da sola, anche se fastidiosa finché c'è stata.