Gestire le psicosi di un altro

Buongiorno,
da 6 mesi circa il mio compagno torna a casa con idee confuse rispetto il suo luogo di lavoro, dice che lo controllano, lo seguono lo vogliono fare fuori etcc... A casa è nervoso, ansioso e dorme poco.
Inizia a lavorare al 2 di notte e rientra alle 15, così da qualche anno (dorme decisamente poco a causa di questi orari)
Ha avuto un forte stress l'estate 2011.
Le sue fantasie riguardano comunque sempre il luogo di lavoro.
L'ho convinto il mese scorso a recarsi da uno psichiatra che sentita la storia gli ha consigliato 5 gocce di haldol alle 15 rientrato dal lavoro, con conseguente pennichella, e 7 alle 21 prima di ricoricarsi, sottolineandogli la necessita di riposarsi il più possibile quando è a casa. Sembrava andasse bene ma dopo 20 gg dal trattamento lui decide che stando per l'appunto bene non ha più bisogno ne della psicoterapia ne delle gocce, così incomincia a fare pasticci, tipo a non prenderle alle 15. Settimana scorsa ha avuto un altro episodio delirante persecutorio e l'ho convinto a ripartire con la terapia, giocando sul fatto che è un uomo maturo (39 anni) e che non può fare come i ragazzini , deve portare a termine la terapia. Inoltre ho sentito un paio di gg fa il suo responsabile di lavoro che preoccupato, mi ha raccontato di alcuni suoi atteggiamenti e anche lui mi ha confermato di aver notato dei cambiamenti da 6 mesi a questa parte; con lui abbiamo concordato che per 2 settimane andrà a lavoro dalle 6. Domande:Se salta una dose di haldol (spesso quella delle 15) deve poi sommare le due dosi la sera (12 gocce h. 21)? per tre giorni ne aveva prese solo 7 di gocce, ora che l'ho convinto ad essere più solerte, puo riprendere con le stesse dosi consigliate dal medico in precedenza o è meglio che lo risenta per un consulto? E' più importante che prenda 12 gocce al giorno senza curarsi degli orari o che le prenda distribuite negli orari prestabiliti? o meglio, se lui per trascuratezza prendesse qualche volta le gocce alle 17 invece che alle 15- 5 gocce) e poi alle 21(7gocce) potrebbe essere che si "scompensi"? In questi casi è possibile che ritorni sereno come un tempo o mi devo rassegnare e stare sempre allerta? La paura è che perda il lavoro o che la sua situazione condizioni la crescita di nostra figlia di soli 2 anni e mezzo.
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non si tratta di fantasie, ma di convinzioni. La persona psicotica non ne è consapevole, per cui rispetto a quelle manifestazioni mentali non può regolarsi per usare a suo favore la cura. Tenderà a non prenderla.
Deve sicuramente essere trovato un modo per semplificare l'assunzione, se necessario fino alla scelta di somministrazioni non quotidiane (depot, iniezioni che coprono periodo di 2-4 settimane), e che però impongono un contatto periodico con un servizio psichiatrico.
E' necessario che sia specificata la diagnosi, poiché i deliri sono comuni a più situazioni psichiatriche, che possono beneficiare in maniera più incisiva di terapie diverse.
In teoria, se la persona ha l'iniziativa di sospendere la cura a breve termine il delirio non è probabilmente controllato (può essere intermittente, dopo di che si riaggrava con la sospensione della cura.)
Un salto dose frequente è equivalente ad una dose più bassa, la dose quotidiana è quella su cui si ragiona, anche se nei primi giorni può essere utile frazionare la dose in più somministrazioni.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta,
chiarisce molti dei miei dubbi.
Se posso approfittare, vorrei anche chiederle se è normale che ad esempio oggi sembra giù di morale, un pochetto depresso, e che cosa posso fare per aiutarlo.
Inoltre, per la preoccupazione, gli stò molto addosso in questi giorni, gli chiedo più volte come sta, se ce qualcosa di cui vuole parlarmi etcc... faccio male?
Ha deciso di smettere di fumare,anche questo può essere causa di "sbalzi" d'umore?
Mi sento impotente, cosa può essere utile che un familare faccia in questi casi?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non sempre c'è qualcosa di cui la persona non sta parlando, e a volte sono residui si pensieri che aveva e che quando sta meglio non ha più.
La cosa importante è che la persona viva nella maniera più naturale e non "morale" il discorso del curarsi, dello star bene e del doversi far controllare e giudicare dal medico che gli gestisce la cura.
Al di là di questo sono utili le attenzioni umane che amici e familiari possono dare, ma purtroppo non contano granché nei momenti di sofferenza "cerebrale" che hanno un loro decorso e una loro rigidità rispetto ai fattori esterni e alle reazioni che questi producono.