Ansia quasi svanita e cura

Salve,

tre anni fa ho seguito la terapia di uno specialista a seguito di alcuni episodi di ansia che si manifestarono a metà dello svolgimento della mia tesi. La terapia si basò per due mesi con Alprazolam (partì da 10 gocce tre volte al giorno per arrivare progressivamente in 3 o 4 fasi alla totale sospensione), accompagnate fin dall'inizio da 4 gocce di Citalopram (che ho proseguito per circa un anno e poi anch'esso sospeso senza problemi).

Lo specialista all'epoca durante l'ultimo controllo mi disse che negli anni avvenire avrei potuto aver bisogno all'occorrenza di 5-10 gocce di Alprazolam nelle situazioni più complicate e null'altro.

Per mia fortuna non si è presentata mai tale necessità se non ultimamente. Una attesa dovuta ad un internvento chirurgico di un mio familiare mi ha causato circa un mese e oltre di tensione durante il quale ho avuto una forma colitica e qualche altra somatizzazione.

Questa volta il medico di famiglia mi ha invitato nuovamente a prendere l'alprazolam la sera 5 gocce per qualche settimana. Con grande contrarietà da parte mia, dopo i primi 7 giorni ho interrotto l'assunzione delle 5 gocce (che a differenza del passato mi hanno causato una grande sonnolenza che si protraeva dalla sera fino al mattino successivo).

La forma colitica sono riuscito a risolverla riportando buone condizioni di vita (pasti sani, attività fisica, aumento di fibre alimentari).

Occasionalmente ho preferito prendere un confetto di valeriana la sera.

Solo in prossimità dell'intervento ho ceduto all'insistenza del medico di famiglia e ho preso 5 gocce il giorno dell'evento e il successivo.

L'intervento è andato a buon fine e ora sento che progressivamente sta tornando il giusto relax.

A posteriori ritengo che l'uso suggerito dal mio medico di famiglia rispetto alle benzodiazepine non sia corretto. Concordate? E' palese che nell'ultimo mese ho avuto qualche somatizzazione di ansia, specie a livello intestinale.

Non credo però che un uso "palliativo" di una benzodiazepina, seppure io mi ritenga una persona responsabile e coerente, sia lo strumento migliore.

Posso andare incontro a qualche rischio a seguito di questa assunzione seppur breve e a dosaggi minimi come quella che ho descritto?

Concludo dicendo invece che da circa 5 mesi ho intrapreso un percorso psicoterapeutico che mi sta portando enormi giovamenti in tutta la sfera affettiva.

Grazie anticipatamente per il vostro parere.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

sinceramente non ho ben inteso il motivo della sua richiesta in quanto giunge da solo a delle conclusioni ed ha gia' in atto un percorso psicoterapeutico.
Se e' per sconfessare il suo medico di famiglia probabilmente c'e' una valutazione da fare:

il trattamento con benzodiazepine puo' essere indicato per un periodo breve che sia quello risolutivo della condizione ansiosa, una volta che tale sintomatologia puo' invece essere ricondotta a situazioni che necessitino di un trattamento ulteriore, allora e' preferibile non utilizzare le benzodiazepine e provvedere con altro.

Personalmente, sono maggiormente contrario all'utilizzo dei trattamenti sottodose qualora la stessa non abbia una reale efficacia.

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[#2]
Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Premettendo il fatto che anche con trattamenti a dosaggi corretti è possibile avere delle recidive di un disturbo d'ansia anche se in misura nettamente inferiore, va detto che 4 gocce di Citalopram non sono un trattamento adeguato per dose, poichè la dose minima è di 10 gocce. Va da se che l'assunzione di microdosi non porta sicuramente a risolvere il problema ma al massimo a spostarlo nel tempo. Personalmente non condivido l'uso indiscrimato delle benzodiazepine, tuttavia ciò che le ha suggerito il suo medico di medicina generale ha un suo razionale per cui non lo ritengo sbagliato. Per quanto attiene all'igiene di vita, da lei citata, le consiglio di eliminare dalla sua alimentazione la caffeina e la teina in quanto possono indurre recidive del disturbo o la persistenza di una sintomatologia residua.
Cordialmente,

Dr. Claudio Lorenzetti

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