Disforia di genere cause

Salve,
ho iniziato il percorso di cambio di sesso da femmina a maschio, a causa di un disagio persistente presente sin dall'infanzia, leggendo le recenti pubblicazioni scientifiche mi chiedevo se non fosse un disagio dovuto ad uno squilibrio ormonale fisico, piuttosto che un problema di identificazione con le figure parentali, come spesso e volentieri ci viene detto. Si legge spesso di predisposizione genetica al transessualismo (nel caso del genoma CYP17) e della presenza nelle persone transessuali di un dimorfismo sessuale del cervello opposto al sesso biologico, ma non avendo conoscenze in merito non saprei stabilire se si tratti di bufale mediatiche o ricerche attendibili. Certamente potermi sottoporre ad una RM o ad un altro esame di scansione celebrale o indagine genetica prima di iniziare definitivamente una terapia ormonale ed avere delle risposte certe sulle cause del percorso che sto per iniziare aiuterebbe molto la mia famiglia nella comprensione e darebbe una risposta certa a me, che è la cosa più importante. (Link rimossi dallo staff)
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile utente,
non so se lei si riferisce ad un articolo comparso su Fertility and Sterility,in cui si è riscontrata, studiando un certo numero di soggetti comprendenti transessuali e non transessuali, maggiormente fra gli uomini una mutazione genetica che non determina nel sesso maschile differenze circa la percezione della propria identità sessuale (la percentuale di uomini transessuali e non che la presentano è uguale), mentre pare più importante fra le donne, dove questa mutazione sembra essere presente nel 44% delle transessuali e nel 31% delle eterosessuali.
Non credo, pur essendo tutta da valutare l'importanza effettiva di questa osservazione, che sia possibile tradurla in un esame da eseguire, strumentale o genetico su un campione. Capisco che ciò che sta affrontando le provochi ansia e incertezza, ma per il momento un aiuto può venirle più facilmente da un supporto psicologico, ammesso che già non ne abbia uno.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo