Disturbo comportamentale di mia madre

Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni. Mia madre, figlia unica e con un'infanzia credo sofferta( dico " credo" perché è una conclusione a cui sono arrivata ascoltando i suoi racconti, ma non lo ha mai detto esplicitamente) ha comportamenti fuori dal normale. Mia nonna, cioè sua madre, l'avrebbe lasciata sola per qualche mese all' età di 3/4 anni senza darle una spiegazione: questo potrebbe averla fatta sentire abbandonata; inoltre mia madre è vissuta in un ambiente familiare di odio e litigio.
Da un po' di anni a questa parte le cose sono molto peggiorate: non fa altro che inventarsi bugie, dicendo che mio padre ha un'amante oppure che, sempre mio padre, abbia avuto rapporti " anomali" con le suo sorelle, qualche volta criticando anche i suo fratelli. Anche fuori casa ha iniziato ad avere atteggiamenti preoccupanti, accusando persone di fatti mai accaduti e comportandosi in modo strano in situazioni quotidiane come fare la spesa, andare a prendere un gelato: ha uno sguardo scattoso e diffidente; spesso non scende dalla macchina per andare a prendere una brioche al bar, ma se la fa portare da mio padre. Tempo fa ha accusato me di mentirle e di nasconderle qualche cosa, cosa assolutamente falsa.
Descrivo la solita sceneggiata alla quale in questi ultimi anni assisto: lei, di solito durante le ore notturne, inizia a punzecchiare mio padre con le falsità che ho descritto sopra. Mio padre si infastidisce, si inalbera ed inizia ad offenderla e vergognarsi di lei. Magari va in salotto per cercare di sbollire un po', ma lei allora si alza dal letto e va da lui( a volte pure piangiolente). Alla fine riporta mio padre in camera da letto e per quasi tutta la notte discutono a bassa voce.
Ho raccontato anche questo per sottolineare il comportamento di mio padre: sembra che non riesca ad accettare la cosa. Sembra che ogni volta non riesca a gestire la situazione: gliene ho parlato varie volte, ma lui giustamente dice di aver passato una vita a servirla; ha dovuto sostituirsi a lei in tutto. Il problema è, secondo me, che il suo orgoglio( pur giusto che sia) non fa altro che peggiorare le cose. E poi, penso, che non riesca proprio ad accettare il fatto di aver sposato una donna disturbata.
Tempo fa, dopo l'ennesima litigata con mio padre( perché mia madre ovviamnete cerca di attaccare anche me, ma io riesco quasi sempre a non buttare benzina sul fuoco, cosa che putroppo non riesce a mio padre) ho cercato di dialogare con lei, chiedendole se sta bene con se stessa, se soffre, arrivando alla fine a consigliarle di farsi aiutare da qualcuno, proprio perché non sta bene. Ma lei non ne vuole sapere, dice di star bene... e guai se si presentasse un professionista alla porta: andrebbe in escandescenza.
Cosa posso fare? é una situazione invivibile a giorni: alcune giornate è su di giri, buona, acconsenziente; altri si trasforma in un mostro, cattivo, capriccioso e , a volte, violento.
Vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signorina,
esprimere un giudizio diagnostico su sospetti disturbi comportamentali di Sua madre basandosi unicamente sul Suo racconto è, a dir poco, problematico.
Per cominciare non dice quanti anni ha e se, per caso, ci sia una familiarità in tal senso nell'albero genealogico di Sua madre.
Le cause etiologiche che potrebbero rendere più comprensibile questo comportamento sono, in questa fase, le più varie.
Certo, se è cresciuta in un ambiente familiare estremamente conflittualizzato, questo stato di cose potrebbe avere strutturato gradualmente una personalità tendenzialmente insicura e con tratti isteriformi, che potrebbero poi essere evoluti in uno sviluppo di personalità con caratteristiche di tipo paranoicale.
Un'altra possibile eventualità è quella che, negli anni, possa avere strutturato un disturbo cliclotimico dell'umore.
Lei, infatti, racconta che a giorni "è su di giri" e in altri è più chiusa e intrattabile. Come vede le possibilità etiologiche sono tante e le più diverse.
Sua mamma "dice di star bene". E' il problema che si affronta quotidianamente nella nostra pratica professionale. I pazienti non hanno coscienza di malattia.
Le consiglierei, pertanto, di cercare di convincere Sua madre (magari assieme a Suo padre e durante un giorno "buono"..) a recarsi da uno psichiatra per un primo colloquio clinico orientativo.
Un saluto

Dr. Mario Zampardi