Tutto ciò mi ha portato a pensare che potesse essere affetto da disturbo bipolare

Salve, vi scrivo perchè vorrei gentilmente un consiglio, non per me, ma per il mio compagno. Tento di spiegarvi brevemente la situazione.
Sono fidanzata da due anni con un uomo di 35, il quale, nei primi mesi, non mi ha mai dato motivo per pensare che fosse malato. O meglio, avevo già notato fin dall'inizio qualche sbalzo d'umore e insicurezza, ma ho sempre pensato che fosse la normale fase di "avvio" di una relazione. Fino a quando ho avuto a che fare, presumo, con la sua prima fase depressiva. Improvvisamente, magari dopo una bellissima giornata passata insieme, mi allontanava e non mi voleva nè vedere nè sentire per 1-2 settimane. Le uniche sue comunicazioni erano riguardo i suoi sensi di colpa per quanto mi stesse facendo star male, e sentiva il bisogno di doversi allontanare da tutto e tutti, comunque non riuscendo a spiegarsi il motivo. Abbandonava i progetti iniziati nell'ultimo periodo e si chiudeva in sè stesso, rimuginando su pensieri autocritici. Mi ha confidato che qualche volta ha pensato di farla finita, senza arrivare comunque ad un'idea di progettazione. Finito l'isolamento, sempre all'improvviso, tornava a cercarmi, comportandosi per altre 2-3 settimane come il compagno perfetto. Più tardi ho notato una ciclicità in queste fasi depressive, a volte intervellate da fasi in cui, sentendosi molto carico e propositivo verso tutto, intraprendeva nuovi progetti e ricominciava ad uscire con gli amici.
Arrivando al dunque... Lavoro in ambito sanitario e ho conosciuto i malati psichiatrici. Temo di conoscere il mostro...
Il mio compagno è andato per 4 anni dallo psicologo, e l'anno scorso ha scelto di non proseguire ulteriormente. Ha avuto un'infanzia molto difficile, e questo l'ha portato con il tempo a chiudere i rapporti con la famiglia. Ha una sorella con depressione maggiore. Tutto ciò mi ha portato a pensare che potesse essere affetto da disturbo bipolare. Ma certo, sono solo mie supposizioni. Cosa posso fare? Sono combattuta... Ha allontanato tutti, sono la persona a lui più vicina, mi sento quasi il "dovere" di indirizzarlo da un medico, anche solo per un colloquio; non è detto che abbia ragione io e che lui sia malato. Ma è giusto? Potrei traumatizzarlo? Temo che si possa cronicizzare e non posso stare a guardare mentre vedo la malattia che lo logora, ma allo stesso tempo ho paura di fare l'errore più grosso della mia vita spiegandogli cosa penso...
Vi ringrazio di cuore
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
può solo limitarsi a consigliargli di rivolgersi ad un medico o ad uno specialista in psichiatria con tutte le conseguenze che ne derivano.

Del resto, lei stessa può sostenere che abbia una patologia ma non è detto che sia così.

Dr. F. S. Ruggiero

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