SSRI e vino rosso ...........

Salve gentili dottori,
ci risiamo, devo iniziare nuova cura per depressione questa volta con il brintellix.
In passato ad esempio ho assunto l'entact 10 mg e non ricordo che il dottore mi abbia mai detto nulla riguardo il bere, inoltre nel bugiardino leggo che "non ci si aspetta che Entact interagisca con l'alcool. Tuttavia, l'associazione di Entact ed alcool non è consigliabile"

adesso stessa cosa con il brintellix e..... "in ogni caso l’assunzione di alcol non è consigliabile durante il trattamento antidepressivo".

Anche questa volta, altro specialista, non mi è però stato chiesto se bevo e logicamente non mi è stato vietato.
Il punto è che un bel bicchiere di rosso (sui 13 - 14°) a pranzo e uno durante la cena io li bevo (adesso peso sui 74 kg),
poichè il bugiardino dice che la cosa non è consigliabile,
i rischi quali sono se continuo a bere il mio bicchiere di rosso ai pasti?
L'antidepressivo può fare meno effetto? .......... oppure il pericolo è che si vada a "intossicare" maggiormente il fegato o più rischio di danneggiare i reni?
nota: il brintellix lo assumo dopo colazione e non dopo pranzo o cena!

ps: non bevo mai altri alcolici e in estate sostituisco il vino con una bottiglia di birra da 33 cl

Grazie per la risposta e distinti saluti
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Gentile utente,

Quel tipo di raccomandazioni, come quelle sulla guida o sulla gravidanza, a meno che non ci siano dati sull'innocuità, sono sempre le stesse.
D'altronde, purtroppo non è possibile, a livello legale, menzionare l'alcol se non per dire "fate attenzione" o "ve lo sconsigliamo", e questo perché essendo legale e diffuso l'alcol, le aziende si vogliono tutelare.
Non ci sono scritte le sostanze stupefacenti, per esempio, nello stesso modo perché sono illegali, e quindi se mai sono menzionate nelle interazioni specifiche, non come raccomandazione.
Non troverà mai credo un discorso del tipo "bere fino a tot non è un problema", perché è un discorso non fattibile.

Idem su questo sito.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2007 al 2021
Ex utente
Innanzitutto, gent. Dr Pacini, la ringrazio per avermi risposto;
le confesso però che sono un pò confuso e un pò perplesso.
Le aziende che si vogliono tutelare sono quelle farmaceutiche o quelle che produco alcol?
Non capisco poi il "fate attenzione" o "ve lo sconsigliamo",
cioè, se casa farmaceutica dice che non ci si aspetta che il farmaco interagisca con l'alcool, perchè allora subito dopo dicono che l'associazione (a parte il fatto che io prendo il farmaco al mattino ed il vino dopo pranzo) non è consigliabile?

Inoltre io il vino me lo faccio da me e con la mia uva (quindi non credo ci sia qualcosa di illegale o da tutelare), quindi non capisco il perchè Lei, in qualità di dottore, non possa dire se vado incontro ad un possibile minore effetto della molecola oppure se vado ad aumentare i rischi di danneggiare fegato e/o reni bevendo un bicchiere ai pasti del mio rosso.
Forse la sua risposta è già contenuta nella sua precedente risposta, sinceramente però, probabilmente per un mio limite, non sono riuscito a scovarla.
Saluti
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Gentile utente,

Perché il documento ha un valore assicurativo. Serve a evitare che uno contesti all'azienda che non aveva scritto il fatto che chi prende alcol può avere effetti di un certo tipo. Che poi, per la quasi totalità, sono effetti attesi anche con il solo alcol, quindi niente di particolare nel 99% dei casi.
Poiché i pazienti che si curano per problemi psichiatrici (non tutti) possono abusare di alcolici, allora si presume che lo facciano, e che quel che accade dopo possa essere imputato al farmaco, o all'interazione.

Le interazioni "vere" e specifiche sono poche, così come in alcuni casi gli studi dimostrano che non ci sono effetti dall'interazione, ma il foglietto rimane così, non si aggiornerà mai.

E' lo stesso motivo per cui, quando ricoverano un alcolista, sulla lettera di dimissioni si scrive "è consigliata l'astensione dagli alcolici". Un'assurdità in termini psichiatrici, è come consigliare ad uno psicotico di non avere allucinazioni, ma il valore è lo stesso, legale.

Idem per le avvertenze sul suicidio. Quando si leggono non si capisce se il rischio è perché chi si cura può farlo a causa della propria malattia, o perché c'è un rischio connesso al farmaco. In realtà i dati non indicano niente di netto, e anche per i farmaci che prevengono il suicidio c'è la stessa raccomandazione.

Questo è uno degli elementi della cosiddetta medicina difensiva, inizia come informazione, ma presto degenera in autodifesa preventiva.

Sulla seconda parte le rispondo. Il consumo cronico di alcol in quantità significative, raramente anche quello occasionale, peggiora i sintomi del disturbo, e sicuramente fa funzionare peggio la terapia.
[#4]
Attivo dal 2007 al 2021
Ex utente
Capisco e credo di capire pure il discorso sulla medicina difensiva,
io però non ritengo assolutamente che un bicchiere di rosso durante i pasti siano "quantità significative" per cui ne parlerò al prossimo incontro con lo psichiatra ma anche se dovesse dirmi di non bere il mio bicchiere .........il massimo che potrò fare è berne leggermente di meno ma non ci rinuncio.

Ci fosse il rischio che assieme al farmaco il bicchiere di rosso divenisse un mix esplosivo che andrebbe a danneggiare fegato o reni allora ci penserei su nel non bere ma se il problema è che il brintellix mi dia meno benefici sulla depressione allora correrò il rischio.

Saluti cordiali
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.1k 1k 248
Gentile utente,

Glielo chieda pure, ma si aspetti una risposta "tipo foglietto"...
Non è questione di fegato (reni poi perché ?), se mai di effetti mentali, a quello fa riferimento la "cautela" indicata.
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