Riabilitazione dalla schizofrenia

Salve a tutti.
Scrivo a nome di mia sorella. Una ragazza che vive a Napoli, ventiseienne, colpita nell'ottobre del 2008 da un attacco psicotico acuto. Ricoverata e poi dimessa con una diagnosi di schizofrenia cronica di tipo paranoideo.
Il trattamento farmacologico è seguito costantemente e precisione.
Purtroppo mia sorella non ha amiche o svaghi di nessun genere. Io e i miei familiari suppliamo a questa mancanza come possiamo. Ma i risultati non sono ovviamenete gli stessi che si otterrebbero tenendola impegnata con attività dove non sia a contatto sempre con le stesse persone.
La domanda che rivolgo a voi è la seguente: Ho saputo che a seguito del ricovero e della dimissione ci sono delle terapie di riabilitazione strutturate come attività sociali e abilitazione o riabilitazione al lavoro. Purtroppo non sono riuscito a trovare strutture che effettuano cose del genere nella mia provincia. Mi chiedevo se era possibile avere qualche informazione da qualche persona esperta o qualche link da visitare per potermi informare.
Vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La diagnosi risale a 4 mesi fa, in questo tempo non è possibile porre una diagnosi definitiva di schizofrenia. Una psicosi acuta non indica automaticamente quella malattia. Mi insospettisce un pò la diagnosi di schizofrenia "cronica", la schizofrenia è sempre cronica quando c'è, non ci sarebbe bisogno di specificare, e nella diagnosi ufficiale infatti non esiste questa dizione di "cronica".
Prima di parlare di riabilitazione bisogna avere un'idea più precisa del tipo di decorso che ci si attende. Una malattia esordita 4 mesi fa perché necessita di riabilitazione ? E' in terapia e se vi è una risposta si raggiungerà un certo grado di riadattamento spontaneo, magari completo, dipende da che tipi di psicosi.
Partiamo dalla diagnosi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Grazie Dottore per la veloce risposta.
Purtroppo adesso non posso fornirle ulteriori informazioni perchè lavoro fuori città. Comunque entro sabato sera le spiego per bene (con la documentazione davanti) il percorso che mia sorella ha fatto fino ad ora.
Mi scusi ancora se ho tardato a rispondere.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
i programmi di riabilitazione presuppongano che ci sia qualcosa che si è perso e che vada recuperato, in toto o almeno in parte (autonomie, abilità sociali, attività lavorativa, etc.). Un singolo episodio psicotico, non significa necessariamente che si siano perse determinate capacità. Le terapie attuali consentono in molti casi un discreto recupero della situazione antecedente. andrebbero indagate tutta una serie di variabili come il livello intellettivo e la personalità premorbose, la possibile concomitanza di abus disostanze, la presenza di fattori stressanti precipitanti, la familiarità, e altri ancora. Oltre a ciò è fondamentale il criterio temporale che già sottolineava il Dott. Pacini. Per cui ritengo che prima di parlare di riabilitazione e recupero bisogna effettuare un adeguato inquadramento diagnostico.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Eccomi come promesso a fornirvi le delucidazioni in modo più chiaro possibile. Vi fornisco gli eventi come si sono susseguiti in ordine cronologico. Ovviamente se avete bisogno della descrizione farmacologica che stà assumendo posso fornirvela, però vorrei prima sapere se posso fornirle pubblicamente oppure inviarvi una mail in modo privato.

dal 10/12/2007 al 04/02/2008
Ha effettuato qualche colloquio presso la facoltà di medicina -dipartimento delle neuroscienze dell'università degli studi di Napoli "Federico II"
Riassumendo la diagnosi: "La paziente sembra essere giunta al Ns servizio in una condizione di profonda sofferenza e confusione, mostrando all'operatore un mondo interno popolato da una grossa quota di rabbia e aggressività, e connotato frequentemente da aspetti violenti e persecutori"

dal 27/02/2008 al 18/07/2008
In questo periodo ha avuto altri quattro colloqui da un altro psichiatra presso la facoltà di medicina -dipartimento delle neuroscienze dell'università degli studi di Napoli "Federico II"

I quattro referti citano:
1) ansiosa con vissuti di riferimento
2) psicotica
3) angoscia psicotica
4) sintomi persecutori

dal 10/2008 al 11/2008
- Diagnosi di accettazione: Sindrome paranoica con manie di persecuzione.

- Diagnosi principale: Schizofrenia cronica simplex.

L'EEG effettuato durante il ricovero cita: Attività cerebrale a tratti instabile e mal modulata.

Ad oggi segue la terapia farmacologica adottata da una psichiatra privata e colloqui con la medesima con una frequenza media di venti giorni circa.

Se queste informazioni sono sufficienti a potermi consigliare ve ne sarei molto grato.
Come già detto posso anche portarvi a conoscenza della terapia farmacologica che sta seguendo ultimamente.
grazie in anticipo per la Vostra disponibilità. Spero di ricevere vostre notizie al più presto.
Grazie ancora.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
gentie utente,
nello specifico in cosa possiamo aiutarla?
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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Il dubbio che mi assale vedendo trascorrere il tempo è che magari si possa fare qualcosa nel frattempo. Parlavo della riabilitazione nel primo messaggio e così mi sono chiesto se, con un quadro più dettagliato della situazione, avreste potuto darmi un consiglio sulla strada da seguire oppure su qualsiasi cosa si possa fare e che possa tornare utile alla salute di mia sorella.
Purtroppo la confusione e la paura è la cosa più difficile da combattere in questo frangente.
Grazie ancora per la prontezza della risposta.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
i programmi di riabilitazione esistono, ma senza conoscere di persona la situazione clinica non ci si può esprimere al riguardo. Cerchi di stare tranquilla e conservare la lucidità che consente di non prendere decisioni avventate. Tenga presente che prima di iniziare programmi di riabilitazione, occorre che la terapia farmacologica abbia dato un discreto compenso dei sintomi di fase acuta.
cordiali saluti
[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Salve a tutti. Eccomi qu' a distanza di qualche mese per aggiornarvi sulla situazione i mia sorella.
Dopo la dimissione dal TSO (causa crisi psicotica) è stata in cura da una psichiatra (privata, scelta perchè era l'unica persona con la quale mia sorella volesse avere rapporti) la quale a distanza di quasi sei mesi le ha diagnosticato un disturbo schizzoaffettivo accompagnato da disturbi ossessivi compulsivi.
E' stata trattata con Zyprexa due volte al giorno, Depakin due volte al giorno, gocce di En tre volte al giorno nella misura di 15 gocce mediamente ogni volta.

Nell'ultimo mese di trattamento le è stata fatta fare anche due siringhe (a distanza di quattro settimana l'una dall'altra) di Haldol Decanoato.

Prima di lasciare il trattamento seguito con la dottoressa privata e affidarci a quella pubblica la dottoressa ha definito mia sorella una non responder. Per questo ci siamo rivolti al medico pubblico che ha previsto un trattamento con Clozapina (leponex) nella misura di 25 mg due volte al giorno per tre giorni e successivamente 50 mg due volte al giorno per tre giorni.

Purtroppo noi familiari, io fratello, non vediamo alcun miglioramento da questo trattamento farmacologico. La gravità della malattia di mia sorella ha fatto sì che la dottoressa dell'asl non possa far fare a mia sorella una psicoterapia di tipo cognitivo dato che mia sorella ha un bassissimo insight (ossia accetta come reali le allucinazioni uditive che ha). Mi ha spiegato che una psicoterapia in questa fase farebbe nient'altro che peggiorare la situazione. Adesso la mia domanda è: Se il trattamento farmacologico al quale è sottoposta non dovesse funzionare quali alternative ci sono? E inoltre: il fatto che mia sorella ultimamente faccia sempre la pipì nel letto durante la notte da cosa è dovuto? Come sempre grazie in anticipo per le risposte.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

deve attendere che il trattamento faccia il suo effetto.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Grazie per la risposta dottore. a tal proposito il Leponex nelle dosi in cui vi ho espresso in quanto tempo dovrebbe iniziare la sua attività?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

le risposte sono variabili e non generalizzabili.
In una decina di giorni si possono avere risposte a volte serve più tempo.
Le dosi potrebbero essere variate in funzione della risposta.
Con l'uso di Leponex va ripetuto l'emocromo periodicamente.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Di fronte a una paziente non responder che richiede il trattamento con clozapina, nella mia personale esperienza non necessariamente estrapolabile al caso in questione, in genere sono necessari dosaggi più alti rispetto a 100 mg/die. Comunque è necessario attendere e attenersi scrupolosamente alle indicazioni degli specialisti. E' fatto obbligo l'emocromo settimanale per i primi mesi di trattamento.
cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Grazie per i chiarimenti.
La dottoressa vorrebbe arrivare a dosaggi di tipo 300 mg a giorno, ma ha preferito cominciare in maniera graduale. Stamattina mia sorella ha cominciato il ciclo di tre gioni in cui prende 50 mg due volte al giorno, e non riesce a tenere neanche gli occhi aperti dalla stanchezza. E' rallentata moltissimo nei movimenti e non riesce a focalizzare l'attenzione. E' normale? (associato al leponex prende una compressa di Depakin da 500 mg e quindici gocce di EN)
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Potrebbe essere dovuto all'effetto del leponex che esplica una certa sedazione. Con il tempo comunque tale effetto va incontro a tolleranza e diminuisce notevolmente.
cordialio saluti