Eccesso di dolore psicofisico; conseguenze gravi a livello organico?

Buongiorno, vi scrivo da Roma.

La mia esistenza è stata una sofferenza continua e costante; problematiche croniche gastrointestinali, con conseguenti ripercussioni psicologiche ed economiche.

Ciò ha prodotto rapporti di fuoco in famiglia con mio padre.

Solo la musica e l’amore sono stati il mio faro, solo che negli ultimi tre anni ho vissuto una ricaduta sintomatica importante, ricusato dalle persone che mi hanno seguito per una vita a livello specialistico e medico causa pandemia, finito in ospedale e vittima di malasanità (ovviata con intervento in clinica per disostruzione intestinale).

A livello sentimentale ho vissuto nove anni di storia meravigliosa con una ragazza, dopodiché son rimasto vittima di una donna che mi ha distrutto le residue forze facendomi del male sia quattro anni fa che questo anno (promessa di matrimonio dinanzi la mia famiglia, con desiderio di sanare i miei dolori)
Ora piango senza sosta da giorni, al punto da aver dolori al petto, alla testa e le vene gonfie; sono seguito da una psicologa telefonicamente, debbo cambiare psichiatra (cessata attività) e ho un medico di base che non conosco.

Ho fatto un anno di psicoterapia evolutiva, 12 di analisi, 1 e mezzo di vestale

Volevo domandarvi se è possibile che tutto questo dolore interiore che le persone (oltre che gli eventi) mi hanno inflitto, possa generarmi dei malori seri come tumore, morbo di Chron, ictus, ischemia.


A riguardo vi sono molti sentito dire.

La psichiatra che avevo mi ha detto di no, che il pianto non è da reprimere assolutamente ma io ho davvero paura vista la intensità