Ansia e depressione nei bambini

Salve,la mia richiesta riguara un bimbo di 9anni, figlio di genitori divorziati, con una mamma egoista(a detta del bimbo stesso)e che cambia spesso partner ed un papa' che vive a km di distanza e che quindi vede un weekend al mese piu 3 settimane ogni 9 ed in altre occasioni. Chi scrive e' la matrigna a cui il bimbo e' molto affezionato ed a cui ha piu volte confessato dei disagi e delle carenze nella mamma(che io ho sempre cercato di attenuare cercando in qulache modo di giustificare la mamma pensando che fosse la cosa piu giusta da fare).Il bimbo ha problemi di asma (mai gravi per fortuna)e che teniamo controllati con advair.Inoltre lo scorso anno e' stato diagnosticato con attention deficit disorder per cui prende Concerta.Il bimbo piange disperato ogni volta che deve tornare da sua mamma dopo un periodo che passa con noi, dicendo che sta meglio con noi, che sono meglio di sua mamma, che da noi tutto e' piu bello ecc. E' un bimbo brillante e molto intelligente il cui unico neo e' la difficolta' a rapportarsi con i coetanei, purtroppo molto legato ai video giochi (con sua mamma e' autorizzato a giocare anche a giochi per adulti).La scorsa settimana ci ha accennato che sua mamma potrebbe andare via per 6 mesi per un lavoro e chiedeva se avrebbe passato quel periodo con noi ma, cogliendoci totalmente di sorpresa, gli abbiamo risposto di non esserne al corrente e che quindi avremmo dovuto prima parlare con la sua mamma. (IL MIO PENSIERO e' che lei non ce ne abbia messi al corrente pensando di lasciare il bimbo con la nonna di modo che potesse finire la scuola dove e'). Pochi giorni dopo questa conversazione, la mamma ci chiama dicendo che il bimbo non vuole andare a scuola perche e' quella scuola e' troppo stressante e non gli piace il doposcuola che frequenta ed e' stressato dalla presenza del cuginetto che vive temporaneamente con loro, lancia segnali di totale mancanza di autostima, dice di avere tutti i sintomi della depressione e chiede alla mamma dove dovrebbe tagliarsi per suicidarsi. Chiaramente allarmati lo portiamo ad un consulto, lo tengono 5gg in una struttura di sanita' mentale dove diagnosticano ansia e problemi di socializzazione ed iniziano a somministrare ansiolitici(di cui non conosco ne dose ne nome)e raccomandando delle sedute di gruppo per socializzazione.Il bimbo da due giorni ha totalmente perso l'appetito ed il sorriso. Posto che sono contraria alla somministrazione di tali droghe ai bambini, vista la storia del piccolo, non sarebbe piu saggia ed opportuna una psicoterapia che porti a capire il vero disagio e la sua causa?Chiedo aiuto perche tengo molto al bambino ma non ho potere decisionale in questo caso per cui vorrei avere delle conferme prima di decidere una volta tanto di alzare la voce per una creatura che adoro come fosse mia.Quindi immagino che la mia domanda sia: non staranno prendendo sotto gamba la situazione? Cosa succedera' quando i medicinali saranno sospesi? Grazie infinite
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, ci sono almeno due punti che è bene chiarire. La psicoterapia con pazienti dell'età del bambino dovrebbe includere, di norma, tutta la famiglia. Ciò si deve al fatto che la struttura psichica del bambino non è ancora completamente formata e in pratica i comportamenti e gli atteggiamenti dipendono fortemente da quelli della famiglia (in questo caso, potremmo dire, allargata).

Il secondo punto è che un suggerimento dell'opportunità o meno di una psicoterapia può esser dato solo dopo aver effettuato uno o più colloqui psicodiagnostici con il bambino e i genitori. Quindi vi inviterei a parlarne tutti assieme, per il bene del bambino, e prendere una decisione in merito.

Gli specialisti di riferimento sono il neuropsichiatra infantile, lo psicologo dell'età evolutiva e lo psicologo/psicoterapeuta strategico o relazionale-familiare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Egr Dott Santonocito, una terapia familiare per problemi di distanza credo che almeno al momento non sia possibile (anche perche come le dicevo pare che la mamma del bambino sia determinata a partire per alcuni mesi e, non per presunzione, ma sono convinta che come spesso e' successo il piccolo starebbe automaticamente meglio stando con noi. D'altro canto credo molto nella psicoterapia ed ho piu di una volta sostenuto che il piccolo ne avesse bisogno. Quello che piu' mi turba e' l'uso di psicofarmaci alla sua eta'e credo con me che una buona psicoterapia senza droghe potrebbe cmq servire, se non funzionare anche meglio, quindi in un certo senso cercavo di avere conferma di questa "mia teoria". Non credo che il bimbo abbia questi problemi solo perche' "e' nato cosi'", credo che il suo malessere sia la conseguenza di "qualche cosa" e credo sia importante capire queste cause. Diciamo che non vorrei impuntarmi sul "non droghiamolo" quando invece e' in effetti la cosa giusta da fare
La ringrazio infinitamente per la sua disponibilita'
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
La Psicoterapia è senz'altro utile, certamente nei casi come questo è molto rpobabile che nel trattamento vengano coinvolti anche altri familiari, o che il loro coinvolgimento sia utile. Per cui nell'intraprender eun percorso psicoterapico siate pronti a dovervi mettere in gioco in prima persona. In questi casi il supporto e la partecipazione delle figure di attaccamento principali sono importanti, proprio perchè il bambino "non è nato così". Un Saluto
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dopo
Utente
Utente
Egregio Dott, Le assicuro che il mettermi in gioco e' l'ultimo dei miei problemi, anzi, ho sempre sostenuto che dovremmo far parte di questa cosa, non foss'altro che per imparare il miglior modo di interagire con il bambino in tale circostanza. Quello che mi fa paura e' che il piccolo non sembra piu lo stesso da quando ha iniziato a prendere questi psicofarmaci e non vorrei che peggiorassero la cosa (ho letto che potrebbe succedere)
Sono convinta che abbia bisogno di ben altro, che il suo comportamento sia stato un disperato tentativo di avere le attenzioni che si e' sentito negare.
Vi ringrazio molto e spero di riuscire a convincere i genitori a tentare una psicoterapia. Ora come ora io e mio marito stiamo considerando la proposta della madre di tenerlo con noi per un periodo e sebbene sappia che il bimbo ne sarebbe felicissimo, credo che sia necessario un consulto anche su questo e su come "proporre" la cosa al bambino. E' frustrante perche mi trovo davanti ad una mamma che mette le proprie necessita' di fronte a quelle del figlio (cosa che il bambino stesso ha piu volte ripetuto lasciandoci impietriti)e ad un padre "troppo buono" che non ha la forza di imporsi e contraddire l'ex moglie; cosi' io mi trovo in mezzo volendo spaccare il mondo e ripetendo "se fosse figlio mio...." ma sentendomi con le mani legate perche in realta' non ho "potere decisionale'
...e cosi' vengo a "disturbare" voi :-)
Scherzi a parte, Vi ringrazio molto, il servizio che date e' stupefacente
Buona giornata
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