Relazione con un uomo con un figlio grande

Gentili Dott.
ri,

ultimamente ho un serio dilemma e vorrei un vostro punto di vista, per favore.
Da un po' di anni ho una relazione con un uomo più grande di me (abbiamo 30 anni di differenza) con un suo matrimonio fallito e un suo figlio avuto nella precedente relazione, che è quasi un mio coetaneo.


Vorrei chiedere come mi dovrei comportare quando arriverà il giorno in cui me lo presenterà?
Ho timore di non essere accettata dal figlio e automaticamente non essere più voluta dal mio compagno.
In più vorrò un figlio in un mio futuro e non so come reagirebbero sia il mio compagno sia suo figlio.


Quando mi avvertiva che sarebbe arrivato per rispetto loro li ho sempre lasciati da soli andando via prima.


Non nego che diverse volte mi sono sentita messa da parte, in secondo piano o mi pesava un po' cancellare qualche uscita romantica perché arrivava suo figlio.
Lo faccio perché so che è importante avere una figura paterna e non voglio essere io la causa di eventuali litigi o rapporti poco piacevoli, siccome tendono a discutere molto da come mi ha raccontato il mio compagno.


Sono un po' giù di morale perché non so come possa gestire nel miglior modo possibile tale situazione.


Vi sarei tanto grata se mi poteste dare dei pareri per affrontare tale problema.


Grazie.
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4k 188
Gentile utente,
le cose che dice nella sua email fanno pensare ad uno stato di sofferenza che non è determinato dall'attuale situazione.
Scrive: "Sono un po' giù di morale" e questo è evidente.
Sembra però che la situazione in cui si trova e il modo in cui la vive siano la conseguenza, non la causa del suo essere giù di morale. Lei infatti dissemina la sua vita di difficoltà e di trappole, e ci scrive motivazioni così artificiose da far pensare, a noi che la leggiamo senza conoscerla, che lei ci nasconda qualcosa di essenziale.
La prima cosa che viene da chiederle è come mai ha iniziato "da qualche anno" una relazione con un uomo che ha più del doppio della sua età.
Sappiamo tutti che oggi nessuno considera il solo innamoramento la base dei legami di coppia, e quando si vuole una relazione durevole si fanno fin troppe riflessioni razionali.
Lei invece le salta tutte, vediamo come:
- Sceglie un uomo che ha l'età di suo padre (nessun familiare, nessun amico ha cercato di aprirle gli occhi? Lei non ha ritenuto di dover consultare nessuno?)
- Sa che quest'uomo ha un figlio all'incirca della sua età, e che i due "tendono a discutere molto", come avviene spesso tra genitori e figli tanto più dopo un divorzio; tuttavia si crea il timore di poter essere lei "la causa di eventuali litigi o rapporti poco piacevoli" perché ritiene "importante avere una figura paterna"!
Ma non stiamo parlando di un bambino, cara utente: quel che doveva avvenire tra queste persone ormai ampiamente adulte lo hanno determinato loro stesse molto tempo fa; non può causarlo lei, né in bene né in male.
- Finora si è sottratta alla conoscenza di questo figlio: "Quando mi avvertiva che sarebbe arrivato per rispetto loro li ho sempre lasciati da soli andando via prima".
Di nuovo, non si trattava di turbare la sensibilità di un piccolino e un'altra donna avrebbe voluto incontrare questo figlio, per affetto verso il compagno e per conoscere meglio lui e la sua vita.
Lei parla di "rispetto", ma il suo atteggiamento sembra piuttosto di gelosia e di paura, come rivelano le frasi seguenti: "Non nego che diverse volte mi sono sentita messa da parte, in secondo piano o mi pesava un po' cancellare qualche uscita romantica perché arrivava suo figlio" (qui c'è la gelosia; avrebbe voluto che il figlio non ci fosse).
"Ho timore di non essere accettata dal figlio e automaticamente non essere più voluta dal mio compagno" (qui c'è la paura: il suo partner ha lasciato la madre di suo figlio senza certo chiedere il permesso al bambino; invece adesso lascerebbe lei, perché quel figlio non lo autorizza?).
- Infine eccoci al punto più spinoso: "vorrò un figlio in un mio futuro e non so come reagirebbero sia il mio compagno sia suo figlio".
Mettendo da parte la vana preoccupazione di ciò che penserebbe un primo figlio ormai adulto e forse a sua volta padre, lei si chiede cosa penserebbe il suo partner del suo desiderio di maternità? Ma come, inizia una relazione con un uomo anziano, la porta avanti da anni, e ancora non gli ha chiesto se vorrà figli con lei?
Inoltre parla di un figlio in un suo futuro, ma l'età del primo concepimento è passata da almeno un decennio, cara utente, non è nel futuro; presumibilmente il suo partner da tempo crede che lei non nutra questo desiderio, e per lui sarà una sorpresa scoprire che vorrebbe renderlo padre all'età in cui forse sarà già nonno.
Per rispondere alla domanda: "Vi sarei tanto grata se mi poteste dare dei pareri per affrontare tale problema", avrà compreso da tutto quello che ho già scritto che il "problema" non è nell'incontro con questo suo coetaneo, ma nella percezione che lei ha di sé e nelle scelte esistenziali che da ciò scaturiscono.
Viene il momento di affrontare le proprie paure vere, non quelle create ad arte. Per far questo, appoggiarsi ad un* psicolog* potrebbe essere essenziale.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Potenza,

La ringrazio intanto del Suo tempo nel rispondere a un mio quesito, l'apprezzo molto.
So che la differenza d' età è preoccupante (io 32 e lui 62) infatti abbiamo passato diversi anni divisi frequentando altre persone prima di accettare tale sentimento.
Stiamo bene insieme, ma queste sono solo mie paure e imbarazzi per suo figlio che ho ultimamente. Ho solo timore di non essere accettata ed è per quello che tendo ad andare via, in realtà mi piacerebbe conoscerlo. Per il figlio che vorrei lo sa il mio compagno ed è d'accordo ma non adesso perché io ho altre priorità, ma ho immaginato il giorno in cui l'avrei detto con suo figlio che non fosse d'accordo. La mia famiglia non approva questa relazione e inizialmente neanch'io ma sono stata davvero male senza negli anni in cui mi sono separata da lui nonostante avessi un' altra relazione che poi ho voluto troncare perché i miei sentimenti erano altrove. Tendo ad essere razionale solitamente ma non so come non riesco a pieno con lui. Era solo un mio timore di come affrontare un incontro con un figlio che è un mio coetaneo tutto qua. Sono già stata da una specialista e infatti ho avuto come responso di provare perché intanto più si nega una cosa più diventa attraente alla mente. Avrò mille problemi probabilmente ma non sono così felice quando non sono con lui e non me ne pento. Sulla questione uscita è perché penso che qualsiasi coppia vorrebbe dedicarsi del tempo per sé e dispiace quando questo più volte non avviene e ci si sente un po' esclusi. Non ho avversione o gelosia verso il figlio, anzi, spero un giorno di avere il coraggio e la fortuna di conoscerlo e relazionarmi. La mia perplessità è sul come relazione con esso per instaurare un buon rapporto.

La ringrazio ancora per la sua disponibilità e gentilezza nel rispondermi.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4k 188
Gentile utente,
alla sua domanda ho già estesamente risposto in #1, provi a rileggere con calma.
Replico qui i punti base: "Ho timore di non essere accettata dal figlio e automaticamente non essere più voluta dal mio compagno".
Questo suo timore è infondato: un uomo più che maturo non può certo tornare sulla propria scelta perché il figlio gli dice: "Papà, la tua ragazza non mi piace". Lei sa anche per esperienza personale che la disapprovazione dei familiari non impedisce il protrarsi di una relazione.
Affronti quindi serenamente l'incontro con il figlio del suo partner, certa che non è lui che deve valutarla, e che qualunque cosa dica non potrà influire sulla sua relazione.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
Utente
Utente
Prenderò spunto dalle due parole. La ringrazio molto per il suo tempo. Buone cose anche a lei.