Come capire mio iglio

gentile dottore,
ho un bambino di sei anni che finora è stato molto attaccato affettivamente e fisicamente ai nonni materni, purtroppo dopo l'ennesima discussione (non avvenuta davanti a lui)ho deciso di tagliare i miei rapporti con loro che sono la figlia.Tutto questo è successo in vacanza lui la mattina seguente mi ha chiesto se saremmo andati a trovare i nonni visto che erano a pochi km da dove alloggiavamo e io gli ho spiegato che la mamma al momento era "arrabbiata" spiegando sù per giù le motivazioni lui mi ha dato ragione dicendomi che non era giusto quello che avevano fatto da allora non mi ha chiesto più di loro così ho provato a parlarci chiedendogli se aveva voglia di vederli ma lui mi ha risposto dicendomi che io sono la madre e lui fa tutto quello che è giusto per me! Li ho fatti rincontrare lui è andato a casa loro un pò contro voglia perchè a suo dire voleva vedere i cartoni ma impassibile è andato e tornato con mio padre come se nulla fosse poi di nuovo il silenzio non mi ha raccontato quasi nulla ha detto solo che non aveva fatto niente di divertente quindi perchè parlarne? oggi mi chiedo se tutta questa indifferenza nasconde una sofferenza interiore ma gli ho fatto capire in tutti i modi che loro sono i nonni e che può vederli e andare a casa loro quando vuole ma niente da fare. Silenzio. Lui apparentemente è il bambino di sempre ma non capisco come mai non chieda nulla!mi aiuti a capire !!!
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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile Signora,
la storia, e relative reazioni del bambino, è quella tipica di una "separazione".
Lei non si è separata dal coniuge, ma - almeno temporaneamente - dai Suoi genitori, dopo un litigio che ha raccontato a Suo figlio.
E il bambino si è schierato con la madre, la persona che ama di più tra i "contendenti".
E' una tipica reazione che si definisce "conflitto di lealtà".
Quando un adulto, purtroppo, mette il figlio in condizione di scegliere tra due poli affettivi, il bambino spesso si schiera con quello che ritiene più debole, la "vittima".
Ecco perchè è sempre consigliabile, nei casi di conflitto tra adulti (tra coniugi, con le famiglie d'origine, con amici, ecc.), non coinvolgere i bambini, che non hanno strumenti per valutare oggettivamente e inevitabilmente si sentono presi all'interno di un conflitto di lealtà che comporta questo meccanismo psicologico difensivo: "Alla mamma non posso far sapere che sono stato bene dai nonni (nel Suo caso), perchè lei ha litigato con loro e non le farebbe piacere sapere che invece io con loro sto bene, tradirei la lealtà che le devo visto che è mia madre. Ma non posso neanche dire che sono stato male con i nonni, perchè in questo modo tradirei la lealtà che devo a loro, che pure sono i miei nonni e ci vogliamo bene". E allora?
Ecco che la saggezza naturale dei bambini fa loro escogitare il "trucco" di non parlare alla mamma dei nonni, nè con i nonni della mamma: così non si tradisce nessuno! Ma i mondi affettivi si separano, e il bambino ne soffre!
Le consiglio di cuore di riaprire un dialogo con i suoi genitori, se lo ritiene possibile, ed insieme affrontare il bambino, serenamente, con il sorriso sulle labbra, magari davanti a un dolcetto, dicendogli che "Beh, anche i grandi qualche volta sbagliano, ma l'importante è capire l'errore e chiedersi scusa, per poi tornare tutti a volersi bene"!
Ci provi, e ci faccia sapere, se vuole, come sarà andata!
Cordialmente,

Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile signora, concordo con il parere della collega. In pratica è venuto fuori - prevedibilmente - che suo figlio ha un legame più forte con lei che con i nonni, e dovendo scegliere a chi restare "leale" preferisce restare con lei.

Forse se avesse evitato di dirgli che era "arrabbiata" con i nonni il bambino non si sarebbe sentito obbligato a scegliere. D'altra parte è evidente che si è trattato di un atto ingenuo e in buona fede, credendo che dire le cose esattamente come stanno sarebbe stata la cosa migliore.

Sarebbe opportuno che riallacciasse i rapporti con i suoi genitori, almeno formalmente, se proprio non se la sente di fare la pace. In tal modo il bambino avrà il "via libera" ufficiale per poter riprendere a frequentare anche loro.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Egregi Dottori,
vorrei ringraziarVi per la prontezza della Vostra risposta.
La cosa che mi fa più male è sapere che mio figlio stia soffrendo per una mia leggerezza sicuramente non dovevo metterlo al corrente della situazione in cui mi trovavo ma presa dalla rabbia e dal "senso di giustizia" ( è giusto che anche lui sappia, anche se non nel dettaglio )oggi mi trovo tra due fuochi, ma sicuramente cederò per il bene di mio figlio,il mio orgoglio per l'ennesima volta dovrà essere messo in disparte perché loro non capiranno mai che mi farò avanti solo per lui penseranno che alla fine l'hanno spuntata e che hanno ragione, penseranno che userò il disagio di mio figlio come scusa per tornare ad essere la loro diligente figliola!! Sono veramente troppo arrabbiata e delusa dal loro comportamento che dargli la convinzione di essere in torto mi da molto fastidio. Ripeto, sicuramente metterò in pratica ciò che gentilmente e professionalmente mi avete suggerito l'amore per mio figlio e la sua felicità non hanno alcun prezzo!! Grazie di cuore una mamma.
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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile Signora,

è importante chiarire il senso delle nostre indicazioni: una cosa è il rapporto con Suo figlio di 6 anni, a cui deve trasmettere un senso profondo di fiducia, sostegno, contenimento, rispetto, appartenenza, e una cosa è il rapporto con la Sua famiglia d'origine, con la quale può capitare di avere dei vissuti di rabbia o rivendicazione in seguito a incomprensioni o altro.
E' importante non confondere i due rapporti!
Suo figlio non deve sperimentare la Sua stessa rabbia o rivendicazione perchè lui non ha avuto le stesse incomprensioni o altro con i nonni.
Detto questo, personalmente non intendevo suggerirLe di tornare a testa china dai Suoi: se ritiene che ci siano cose da chiarire, lo faccia, indipendentemente da Suo figlio, e cerchi di risolvere il problema o il conflitto.
Se poi i dissidi sono di vecchia data (le parole che usa nel Suo secondo post sembrano celare sentimenti antichi), chiarisca quello che può e (se ci riesce) faccia pace con quello che non può cambiare.
Lei oggi ha la Sua vita ed è mamma: cerchi di emanciparsi dalle memorie del passato che ancora tanto L'attivano sul piano emozionale.
Se teme di non farcela da sola chieda una consulenza psicologica professionale (cioè non online) e impari a distinguere i ruoli, ma non viva pensando che per il bene di Suo figlio debba "ingoiare i rospi", perchè il bambino percepirebbe anche tale Suo disagio (tramite la cosiddetta Comunicazione Non Verbale).
Come vede, è proprio vero che per il bene dei nostri figli dobbiamo crescere anche noi!
Se gradisce, ci tenga informati del prosieguo.
Auguri e cordiali saluti.