La mia partner non riesce a fidarsi di me, è un
Buongiorno a tutti,
Ho 28 anni e la mia compagna ne ha 25, stiamo insieme da 5 anni, con alti e bassi.
Siamo persone molto attive e volenterose, con passioni simili e uno stile di vita sano, l'attrazione fisica non manca e siamo molto legati, attualmente vivo da solo (a 6 km da lei) e vorrei passare ad una convivenza, lei dice di non sentirsi pronta a lasciare casa sua dove vive insieme alla madre (il padre e la madre si sono separati 4 anni fa; la madre non ha molte amicizie, ha una visione molto negativa delle relazioni, porta molto rancore verso l'ex marito (che poco dopo essere stato mandato via di casa ha trovato un'altra compagna) e cerca il sostegno delle figlie screditando il padre).
Preciso che non ho mai tradito o preso in considerazione l'idea di tradire in vita mia.
Con le persone sono tendenzialmente disponibile, estroverso, a tratti un po' troppo accondiscendente, e sono aperto al dialogo sulla maggior parte degli argomenti, anche quelli più riservati.
La mia compagna, dopo i primi mesi di relazione, grossomodo in concomitanza dei problemi dei genitori, ha progressivamente aumentato i sospetti nei miei confronti affermando di non potersi fidare di me per via della confidenza che davo alle persone.
Inizialmente pensavo che fosse sufficiente darle accesso al mio telefono come prova di fedeltà, sapendo di non avere nulla di compromettente da nascondere e di cui lei dovesse preoccuparsi.
Le mie conversazioni con amiche di lunga data (asilo-elementari), confidenziali e scherzose, sono state interpretate come segnale di potenziale tradimento da parte mia per via di una presunta eccessiva confidenza.
Da allora la relazione ha preso una piega via via piú pesante e soffocante, in cui io ho troncato via via i rapporti con amiche, colleghe e successivamente ridotto anche i rapporti con gli amici, e ho limitato le conversazioni con le persone che vedo sul lavoro per tentare di soddisfare il bisogno di sentirsi più sicura e rispettata della mia compagna; nonostante ciò ancora non godo della fiducia che penso di meritare.
Temo che le mie rinunce mi abbiano portato nel tempo ad essere meno appagato della mia vita e della mia relazione con la partner, nel tempo ho mostrato alla partner un volto via via più infelice, apatico, insofferente e rancoroso.
Mi rendo conto di avere via via perso la capacità di gestire la rabbia e la frustrazione che riempivano il mio animo al presentarsi dell'ennesimo malcontento per motivi a mio avviso futili (come vedere o sentire persone di sesso femminile per lavoro, con toni leggeri e cordiali), fino ad arrivare a rompermi una mano contro ad un muro in un episodio.
Sono consapevole di aver "ceduto troppo terreno" nella gerarchia di coppia.
Dal racconto che faccio vorrei avere un parere esterno preliminare circa l'utilità di un lavoro psicoterapico:
-Per me, per gestire meglio rabbia e accondiscendenza
-Per la mia compagna, per vivere senza tutto il peso della gelosia e dell'insicurezza.
Ho 28 anni e la mia compagna ne ha 25, stiamo insieme da 5 anni, con alti e bassi.
Siamo persone molto attive e volenterose, con passioni simili e uno stile di vita sano, l'attrazione fisica non manca e siamo molto legati, attualmente vivo da solo (a 6 km da lei) e vorrei passare ad una convivenza, lei dice di non sentirsi pronta a lasciare casa sua dove vive insieme alla madre (il padre e la madre si sono separati 4 anni fa; la madre non ha molte amicizie, ha una visione molto negativa delle relazioni, porta molto rancore verso l'ex marito (che poco dopo essere stato mandato via di casa ha trovato un'altra compagna) e cerca il sostegno delle figlie screditando il padre).
Preciso che non ho mai tradito o preso in considerazione l'idea di tradire in vita mia.
Con le persone sono tendenzialmente disponibile, estroverso, a tratti un po' troppo accondiscendente, e sono aperto al dialogo sulla maggior parte degli argomenti, anche quelli più riservati.
La mia compagna, dopo i primi mesi di relazione, grossomodo in concomitanza dei problemi dei genitori, ha progressivamente aumentato i sospetti nei miei confronti affermando di non potersi fidare di me per via della confidenza che davo alle persone.
Inizialmente pensavo che fosse sufficiente darle accesso al mio telefono come prova di fedeltà, sapendo di non avere nulla di compromettente da nascondere e di cui lei dovesse preoccuparsi.
Le mie conversazioni con amiche di lunga data (asilo-elementari), confidenziali e scherzose, sono state interpretate come segnale di potenziale tradimento da parte mia per via di una presunta eccessiva confidenza.
Da allora la relazione ha preso una piega via via piú pesante e soffocante, in cui io ho troncato via via i rapporti con amiche, colleghe e successivamente ridotto anche i rapporti con gli amici, e ho limitato le conversazioni con le persone che vedo sul lavoro per tentare di soddisfare il bisogno di sentirsi più sicura e rispettata della mia compagna; nonostante ciò ancora non godo della fiducia che penso di meritare.
Temo che le mie rinunce mi abbiano portato nel tempo ad essere meno appagato della mia vita e della mia relazione con la partner, nel tempo ho mostrato alla partner un volto via via più infelice, apatico, insofferente e rancoroso.
Mi rendo conto di avere via via perso la capacità di gestire la rabbia e la frustrazione che riempivano il mio animo al presentarsi dell'ennesimo malcontento per motivi a mio avviso futili (come vedere o sentire persone di sesso femminile per lavoro, con toni leggeri e cordiali), fino ad arrivare a rompermi una mano contro ad un muro in un episodio.
Sono consapevole di aver "ceduto troppo terreno" nella gerarchia di coppia.
Dal racconto che faccio vorrei avere un parere esterno preliminare circa l'utilità di un lavoro psicoterapico:
-Per me, per gestire meglio rabbia e accondiscendenza
-Per la mia compagna, per vivere senza tutto il peso della gelosia e dell'insicurezza.
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Gentile utente, la ringrazio per la condivisione della sua esperienza e delle difficoltà che sta affrontando. Quanto descrive, in particolare il progressivo deterioramento della sua serenità e della qualità della relazione, suggerisce la presenza di dinamiche complesse che meritano un'attenzione approfondita. La situazione che descrive sembra essere influenzata da diversi fattori, inclusi possibili schemi di attaccamento insicuro e una difficoltà nel mantenere confini sani all'interno della relazione. La sua tendenza a essere "troppo accondiscendente" e il sacrificio delle sue amicizie e relazioni sociali possono aver contribuito a creare una dinamica di coppia dove il bisogno di rassicurazione della sua compagna ha preso il sopravvento, lasciando lei con sentimenti di rabbia e frustrazione. La gelosia e l'insicurezza della sua compagna potrebbero essere radicate in esperienze passate, in particolare quelle legate alla separazione dei suoi genitori e alla relazione con la madre, che ha una visione negativa delle relazioni. Questi elementi potrebbero aver influito sulla sua difficoltà nel fidarsi, portandola a proiettare le sue paure sulla vostra relazione. In questo contesto, un percorso di psicoterapia potrebbe essere estremamente utile per entrambi. Per lei, sarebbe un'opportunità per esplorare e comprendere meglio le sue reazioni emotive, gestire la rabbia e riconquistare un senso di equilibrio personale. Inoltre, potrebbe aiutarla a riflettere su come mantenere un ruolo attivo e assertivo nella relazione, senza dover rinunciare ai suoi bisogni e alle sue relazioni sociali.
Per la sua compagna, la terapia potrebbe offrire uno spazio sicuro per elaborare le sue insicurezze e paure, esplorando le radici della sua gelosia e imparando a costruire una fiducia più solida, non basata sul controllo, ma sulla comprensione reciproca e sull'autonomia.
Un intervento psicoterapeutico, anche online, potrebbe dunque rappresentare un percorso verso il benessere individuale e di coppia, consentendovi di affrontare le difficoltà attuali con maggiore consapevolezza e strumenti adeguati, al fine di ritrovare una relazione più equilibrata e appagante. Le suggerisco di considerare questa strada, che potrebbe portare non solo al superamento della sofferenza attuale, ma anche a una crescita personale e relazionale significativa. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto
Per la sua compagna, la terapia potrebbe offrire uno spazio sicuro per elaborare le sue insicurezze e paure, esplorando le radici della sua gelosia e imparando a costruire una fiducia più solida, non basata sul controllo, ma sulla comprensione reciproca e sull'autonomia.
Un intervento psicoterapeutico, anche online, potrebbe dunque rappresentare un percorso verso il benessere individuale e di coppia, consentendovi di affrontare le difficoltà attuali con maggiore consapevolezza e strumenti adeguati, al fine di ritrovare una relazione più equilibrata e appagante. Le suggerisco di considerare questa strada, che potrebbe portare non solo al superamento della sofferenza attuale, ma anche a una crescita personale e relazionale significativa. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto
Dr.ssa Antonella Petrella Psicologa Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 399 visite dal 22/08/2024.
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