Pre-adolescenza

bambino di 11 anni in prima media; fino a quale punto dargli libertà e dove deve stare ancora alle regole? Non vorrei che si creasse paure o che fossimo troppo permissivi.Grazie
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile signore,
posso capire le sue preoccupazioni a riguardo ma in questo contesto non è possibile rispondere alla sua domanda. Quella che lei pone è una domanda niente affatto banale e la risposta dovrebbe essere data tenendo in considerazione molti fattori cosa che in un contesto come questo non è possibile fare.
Un cordiale saluto

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Caro genitore,

comprendo perfettamente il Suo dubbio rispetto un figlio che comincia a diventare grande, cui possiamo dare, poco per volta, piccole responsabilità e favorirne l'autonomia e l'indipendenza; per non trasmettergli paure, nonostante nel mondo ci siano dei pericoli, può partire proprio dal Suo atteggiamento non spaventato e non disorientato. Spesso se i primi ad essere incerti o preoccupati per loro siamo noi, il risultato può essere quello di dare loro la stessa idea.
Le regole certamente debbono esserci, altrimenti il rischio è di far sentire Suo figlio spiazzato, mentre in realtà ha ancora bisogno di "confini" e di protezione! Però si lasci aiutare proprio da Suo figlio nel difficile ruolo di genitore. Gli permetta di negoziare con Lei e con Sua moglie, in modo tale da fargli conquistare poco alla volta la propria indipendenza. E, chiaramente, sarà Lei a valutare quanto una situazione sia adeguata per Suo figlio oppure no. Lo stile migliore di leadership non è sempre quello democratico, soprattutto con un figlio di 11 anni; a volte è necessario essere più fermi, a volte fare uno strappo alla regola. Ma questa flessibilità è imparabile facendo il genitore, valutando ogni situazione e soprattutto tenendo conto di che tipo è Suo figlio.

Concludo consigliandole la lettura di un bellissimo libro che può utilizzare come "diario di bordo" con Sua moglie: "Questa casa non è un albergo!" di Alberto Pellai (Ed. Kowalski)

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
grazie per la sua risposta, anche se devo spesso discutere con il marito che è molto "pauroso", infatti tiene i ns tre figli (11,8 e 2 anni) sotto la cosidetta CAMPANA DI VETRO
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
a partire dalla prepubertà è come se il fatto di sfidare i propri genitori diventasse lo "sport preferito" dei ragazzi in questione. Ho utilizzato questo termine proprio perchè l'area del conflitto con l'adulto diventa per il preadolescente - e ancora di più per l'adolescente - un terreno molto importante sul quale cominciare a giocare le prime sfide della vita, una sorta di palestra per imparare poi ad affrontare anche tutto quello che sta fuori.

In questo contesto, tuttavia, un genitore non può mai dimenticare di essere tale e di essere adulto. Uno dei suoi ruoli fondamentali è quello di mostrare al figlio i limiti cui dovrebbe sottostare, non tanto per avere accanto un bravo ragazzino ubbidiente, ma per offrirgli la possibilità di "prendere le misure", di tarare la propria percezione del mondo, e poter così cominicare a interagire in maniera sempre più personale con esso.

E' peraltro fisiologico che due genitori non siano sempre completamente d'accordo tra loro riguardo le scelte educative: l'importante è però non disconfermare mai l'altro, ma rispettarsi il più possibile, e soprattutto far passare al figlio l'idea che un margine di tolleranza esiste. La sicurezza viene trasmessa a un ragazzo non perchè i genitori vanno sempre d'accordo e non discutono mai, ma perchè riescono a mettere in pratica un modello funzionante di coppia in cui le differenze vengono tollerate e possono persino integrarsi.

Per questo è importante condividere, ascoltarsi e, quando possibile, mettere in atto scelte educative già discusse insieme: in questo modo lo stile più rigido e quello più permissivo potranno più agevolmente trovare un punto di incontro.

I figli sentono sempre a livello profondo quando un genitore mette in atto un comportamento nei suoi confronti senza esserne convinto, e per l'adulto è quindi importante esporsi nel momento in cui può realmente trasmettere un messaggio univoco.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

capisco meglio il Suo dubbio. E' chiaro che un genitore pauroso che "costringe" i figli sotto una campana di vetro in un certo senso li tutela dai pericoli, ma dall'altra trasmette loro che il mondo è davvero pericoloso e soprattutto non permette loro di fare quelle esperienze di vita che possono aiutare a crescere (a volte anche sbagliando).
Però credo che i Suoi figli siano tutelati dal fatto di vedere due genitori con stili almeno un po' diversi tra loro; Lei si pone delle domande molto sensate in tal senso.
Inoltre i suoi figli hanno o avranno amici con i quali confrontarsi. Probabilmente le battaglie che faranno i suoi figli per "strappare" un'ora in più per rientrare a casa la sera potrebbero anche aiutare Suo marito.
Nessuno di noi sa esattamente come fare il genitore (sarebbe troppo facile e non ci sarebbe gusto!), quindi dia tempo anche a Suo marito per vedere queste dinamiche e di conseguenza aprirsi.
Può essere utile il confronto con altri genitori.

Saluti,