Sento tutto contro, ho sentimenti di inferiorità e sento di vivere una adolescenza tardiva.

Salve! Scrivo qui poiché è ormai un lungo periodo che ho queste sensazioni.
Comincio raccontando brevemente la mia vita: tutto bene dall'infanzia, i miei piccoli problemi cominciarono alle medie dato che ero emarginato dalla classe e non avevo stretto amicizia con nessuno dei miei compagni, ma nonostante ciò ero il primo della classe. Passando dalle medie al liceo purtroppo la storia non è cambiata, ed è anzi peggiorata poiché ne ha cominciato a risentire anche il mio andamento scolastico. Probabilmente ciò era dovuto alla mia personalità giocosa per cui probabilmente ero percepito come stupido, e non perché abbia anomalie fisiche particolari: al massimo ho una parlata un po' difficile di comprensione.
Decisi in terzo liceo di cambiare classe, fu una scelta difficile ma si rivelò quella giusta poiché, anche se i primi 2 anni non cambiò molto la mia situazione, alla fine sono riuscito a farmi degli amici anche se a 18 anni (un po’ tardi diciamo) ma comunque uscii dal liceo con uno striminzito 60 e neanche alcuni professori sembra mi abbiano mai capito affondo.
Finito il liceo ho avuto la sfortuna di ammalarmi di tumore: risolsi abbastanza velocemente ma ciò mi costrinse a prendermi un anno sabbatico, oltre a lasciarmi una vistosa cicatrice sul petto per cui oggi mi faccio ancora dei complessi.
Finito l'anno sabbatico e la convalescenza, mi iscrissi all'università; proprio in quel periodo conobbi quella che poi diventò la mia prima ragazza (prima avevo baciato solo 2 ragazze nella mia vita). E' qui che ho cominciato a sentirmi veramente male con me stesso: lei prima di me aveva avuto decisamente più esperienze e non era vergine a differenza mia, cosicché cominciai a soffrire di gelosia retroattiva. Da qui cominciai a riflettere sul tempo perduto in passato e sulle occasioni mai colte per via dei limiti enormi che poneva la mia personalità formatasi con queste esperienze negative e per la timidezza eccessiva che ne è derivata.
Conclusa questa storia, per via del periodo negativo che ne conseguì lasciai anche l'università e ne seguì anche un periodo di eccessi con l’alcol, i quali però per fortuna non si tramutarono in vizio. E qui siamo all'anno scorso: questi malumori successivi alla fine della mia storia si accentuarono per via di alcuni screzi all'interno della mia comitiva di amici: da alcuni di loro non mi sono mai sentito apprezzato ma preso in giro, poiché invece che confortarmi a volte preferivano divertirsi delle mie disavventure. Per non parlare che, fatto che per me non è stato per nulla di poco conto, ogni qualvolta che una fidanzata del gruppo presentava un'amica, sembrava quasi che mi veniva preclusa a priori la possibilità di "provarci": ogni volta o mi facevano fare figuracce oppure si creava una sorta di concorrenza sleale da parte loro, tanto che ora è un anno e mezzo che mi sono lasciato e non sono riuscito nemmeno a provarci con un'altra ragazza; per non parlare del fatto che le amiche delle fidanzate del gruppo di amici sono letteralmente “finite”, tanto che mi viene obiettato che oramai mi tocca cercare di conoscere ragazze all'infuori del mio gruppo di amici, ma non ci riesco per via della mia timidezza.
Sembrano cose futili, ma ci soffro terribilmente poiché è nato in me un senso di inferiorità rispetto alla gente che mi sta intorno, e non so come uscirne; praticamente da quando mi sono lasciato, complici anche questi avvenimenti, sono 2 anni che nemmeno bacio una ragazza.
In famiglia non mi manca nulla, ma mi sento decisamente incompreso: ogni obiezione che faccio quando capita qualcosa viene sempre visto a priori come un "tentativo di giustificarmi" anche quando non è così (preciso che ho un fratello maggiore che in passato è sempre stato a dir poco autoritario nei miei confronti); forse è per questo che cerco un minimo di conforto da un esperto via internet.
Quindi mi sento, a 23 anni, una persona che deve ancora crescere in un gruppo di gente già ben cresciuta, e queste cose esterne sento che mi bloccano.
Sento che ho perso del tempo e che in qualche modo debba recuperare, ma oltre a non riuscirci sento di perderne ancora e soffro di questa situazione; la gente mi considera buono e gentile, ma la cosa non mi conforta poiché tutti se ne approfittano di questa cosa e ciò mi crea un senso di ira e di voglia di vendetta che ho paura che si tramuti in violenza. Tempo fa trovavo distrazione nel bere, avevo voglia di distruggermi: un paio di volte sono anche andato vicino al coma etilico. Ho la sensazione di avere tutto il mondo contro, non so più quello che devo fare.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
i disagi passati e presenti che lei riferisce, necessitano di essere affrontati in modo idoneo.

Dato che ha sentito la necessità di rivolgersi ad un esperto per avere un parere, le sarà facile comprendere che la strada maestra è quella di rivolgersi direttamente (in presenza) ad uno psicologo/psicoterapeuta.

Sono molti gli elementi da raccogliere e considerare per comprendere la complessità di una situazione e la via telematica non è indicata per farlo.

Ciò che le può essere più utile è quindi l'intervento diretto di un professionista, che potrà aiutarla a recuperare il suo benessere.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it