Mi sto distruggendo la vita

Buona sera,
Pur troppo per inquadrare il motivo della mia richiesta di aiuto, sono costretto a farvi un quadro molto veloce del mio passato.
Inizio col dire che sono un ragazzo di 18 anni e ho avuto un adolescenza difficile.
Prendo antidepressivi da quasi 4 anni,precisamente da quando venni a conoscenza della malattia di mio padre. Il peso della situazione mi ha fatto cadere, inizialmente, in una leggera depressione e poi con la sua morte mi sono trovato ad essere "l'uomo di casa". Mia madre cadde in uno stato di depressione grave e fu ricoverata in un centro ed io, non essendo ancora maggiorenne, non potevo prendermi cura di mio fratello (6 anni) e per questo fu affidato a mio zio. Io invece decisi di rimanere nelle vicinanze del centro di cura di mia madre, affidato ad un assistente sociale. Questa situazione si risolse parzialmente solo lo scorso Marzo, ma ciò nonostante non vivo con loro poichè mia madre ha problemi a riaccettarmi. (per tutto questo periodo, fino a giugno ho frequentato uno psicologo e prendo tutt'ora psicofarmaci)

Ecco, a grandi linee c'è tutto quello che vi serve sapere ora passo a Serena.

Serena è, ormai, la mia ex ragazza. L'ho conosciuta per chat (è di Firenze) qualche mese prima che mio padre morisse. Siamo stati insieme 18 mesi e ci siamo visti 5 volte e sentiti ogni giorno in vari modi.
Sapevo che se la nostra relazione non era il massimo, era comunque colpa della situazione in cui mi trovavo e perciò cercai di fare del mio meglio che bastò, fino a quando io, stupidamente o no, la lasciai durante il 18° mese, incapace ancora di gestire amore a distanza e famiglia in crisi.
Da allora c'è stato un tira e molla, non abbiamo smesso di sentirci, nonostante io avessi cercato di allontanarmi. Ora non so, è probabile che pensiate che sia la solita cotta da adolescenti, come già mi ha detto il mio psicologo. Sinceramente, arrivati a questo punto, ho i miei dubbi. Io dico di essere innamorato di lei, pur non essendo stati insieme un'eternità ed essendoci visti poco, la nostra storia è stata intensa. Negli ultimi 6 mesi ho pensato molto a noi due, sono sempre stato il classico playboy con le ragazze, poche storie serie e ho capito che non volevo avere il rimpianto di non aver consumato il mio primo amore. Quando decisi di andare da lei,mi disse di aver fatto sesso cn il suo ex. L'ho presa male. Non faccio sesso da 2 anni, per scelta e le sono sempre stato fedele anche da non fidanzati. Sono passati 3 mesi da questo episodio e da allora mi sono isolato e non mi sono più eccitato, nemmeno le classiche erezioni mattutine, penso sempre a lei a letto con quello. Voglio dimenticare, ma oltre ad avere lei che dice "non voglio perderti" ho un senso di nausea solo a parlare con ragazze. Non voglio più soffrire per l'abbandono delle persone care, voglio essere un ragazzo normale..Non consigliatemi uno psicologo in carne ed ossa, non ci vado d'accordo. Vorrei un consiglio diverso..mi applicherei con impegno..voglio dire basta..
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,

"Non voglio più soffrire per l'abbandono delle persone care"

oltre alla morte di suo padre, ti sei dovuto separare da tua madre e tuo fratello e tutto questo durante l'adolescenza.
Non si tratta di trovare il consiglio giusto, la psicoterapeuta non è una persona che deve decidere al tuo posto cosa pensi, senti e fai.

In questo momento la tua priorità è diventata stabilire una "distanza di sicurezza", al riparo da coinvolgimenti emotivi che identifichi automaticamente come fonti di sofferenza.

Così come la psicoterapia non il supermarket dei consigli
così i sentimenti e le relazioni affettive non sono di per sé qualcosa da evitare.
Se vuoi applicarti con impegno devi lasciare alla vita la possibilità di accettare la tua parte di felicità (grande o piccola non lo sappiamo) e coltivare il tuo giardino preparando il terreno per riceverla e proteggerla nel modo migliore perché dipenderà da te.
Ci sono tante emozioni dentro di te che hanno bisogno di trovare uno spazio, un significato... non negarglielo.
In bocca al lupo

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio Dottoressa per essere stata così veloce nel rispondere.
Le do ragione sul fatto che dentro ho tante emozioni che cercano uno spazio o un significato, è verissimo. Ma è altrettanto vero che la confusione che ho non mi porta a niente di buono. Sono un ragazzo molto chiuso in genere, non amo parlare di me e trovo quasi piacevole sfogare le mie emozioni procurandomi del leggero male fisico. Sono stato educato da mio padre ad amare con tutto me stesso, non solo mia madre e mio fratello, ma anche l'ipotetica compagna con cui avrei costruito la mia di famiglia. I miei genitori erano fantastici, hanno sempre avuto un rapporto stupendo e ne sono sempre rimasto incantato, ho sempre voluto diventare abbastanza "maturo" da poterne avere uno tutto mio e potermi sentire realizzato e appagato come mio padre. Mi sono dedicato con tutto me stesso alla riconciliazione della mia famiglia e al rapporto con Serena, ho pazientato anche nei momenti peggiori, ho lasciato gli studi per lavorare e dare anche un aiuto economico...insomma, per essere un ragazzo ho scelto di compiere dei sacrifici non indifferenti e da quello che ho dato poi, son rimasto con nulla in mano. Senza affetti e con un blocco a livello sessuale, le sembra giusto? E' estremamente demoralizzante, essere consapevoli di aver buttato nel cesso, scusi il linguaggio colorito, la propria adolescenza per niente. Ho contribuito a risolvere i problemi di chi amavo e sono stato bellamente scartato. Le assicuro che gran parte di quei sentimenti di cui si parlava prima è solo rabbia e delusione. Vorrei iniziare a vivere la MIA di vita, ma non so da che parte girarmi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Non consigliatemi uno psicologo in carne ed ossa, non ci vado d'accordo.
>>>

Gentile ragazzo, molti utenti che ci scrivono ci presentano la stessa contraddizione: chiedono aiuto a noi psicologi su come fare a meno dell'aiuto degli psicologi. Ma questo è già chiedere aiuto!

In ogni caso dal tuo racconto è abbastanza evidente uno stato depressivo, corroborato da tanta rabbia per le delusioni e i torti subiti. E forse anche per essere stato costretto, per la morte prematura di tuo padre e la malattia di tua madre, a dover crescere troppo in fretta.

La rabbia è tipica, nella depressione, e nel superarla può essere difficile farcela da soli. Da qui sarebbe inutile tentare di darti "consigli", perché l'aiuto che può dare lo psicologo/psicoterapeuta funziona solo di persona. Quindi, anche se non ti fa piacere sentirtelo dire, devo farti presente che la migliore opzione è proprio quella di essere seguito da uno psicologo/psicoterapeuta.

Tu dici di essere già stato seguito da un collega, e di non aver riscontrato molti benefici. Ma ciò non significa che con te la psicoterapia non funzioni, ma solo che questa particolare esperienza non è stata sufficientemente utile.

Dalla depressione si può uscire, e anche abbastanza in fretta, ma è importante che qualcuno ti aiuti a farlo, perché altrimenti sarebbe come tentare di tirarsi da soli fuori da un buco, senza avere la corda.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com