Un animale senza scampo,

salve, sono una donna di 43 anni,vivo in una bella città con il mare vicino ho un compagno degno di lode un lavoro sicuro (nel sociale) , ma mi sento infelice e perennemente indecisa e stanca.Questa sofferenza si é manifestata da quando ho deciso di ritornare a studiare. Mi sono iscritta a una facoltà a numero chiuso e obbligo di frequenza. Ho superato la selezione, ho frequentato senza mancare quasi a nessuna lezione, ho sostenuto quasi tutti gli esami del primo semestre, facendo i salti mortali.L'università dista 46 km e continuo a lavorare a tempo pieno (36 ore sett), con i turni riesco a organizzarmi. Dovrei dirmi brava ma invece mi sento a pezzi, dopo gli esami tornando a casa ho il magone in gola, a casa sono inavvicinabile, nn curo più le relazioni, al lavoro mi sento inadeguata a lezione idem x via della differenza di età con "compagni di scuola". E' vero nessuno mi ha obbligato a tornare a studiare, potrei mollare tutto ma sento che sarebbe peggio. Mi sento come un animale senza scampo, in trappola. Forse avrei bisogno di aiuto? Forse è solo stress, Forse per essere migliori nn è necessario avere una laurea o un lavoro riconosciuto, gratificante....se sei felice dentro il resto è un optional.
Grazie
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile signora,
dalla sua richiesta traspare la sofferenza che prova e la pressione che sente su di sè. Ha ragione quando afferma che "se sei felice dentro il resto è un optional." nel senso che come lei sta sperimentando sulla propria pelle se non si è soddisfatti e sereni con sè stessi prima di tutto anche quello che facciamo e che abbiamo desiderato diventa un contorno "pesante". E così è possibile che gli esami superati non diano la soddisfazione sperata, che il senso di inadeguatezza aumenti all'aumentare delle proprie aspettative e che si trascurino aspetti importanti della propria vita (come ad es. le relazioni). Credo che in questo momento di infelicità e insoddisfazione potrebbe esserle utile un confronto con uno psicologo/psicoterapeuta. Insieme ad un professionista potrebbe rivedere la sua vita e cercare di capire in che modo riuscire a trovare la serenità che le possa anche permettere di apprezzare il "contorno", quel "resto" che pur restando un optional per la sua felicità potrebbe contribuire a completare il suo benessere generale.
Un cordiale saluto.

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Signora,
ho letto nelle Sue precedenti richieste delle interruzioni di gravidanza, e ho visto che ha 41 anni.

Ho anche notato che nella richiesta postata qui in psicologia Lei non ne fa menzione, ma attribuisce la Sua sofferenza a questa storia della scuola.

Come stanno andando le cose dal punto di vista delle gravidanze? Quanto ha sofferto in questi anni per le interruzioni? Quanto il Suo iper-impegno nel lavoro-studio è stato d'aiuto per non lasciarsi travolgere dalla rabbia e dalla tristezza?

Se Lei fosse una mia paziente inizierei proprio da queste domande dolorose. Forse Lei questo lo sa, sa che uno psicologo partirebbe proprio da questi nuclei di sofferenza, e forse è proprio per questo che non ha ancora chiesto aiuto.

Si lasci aiutare Signora: le cose possono anche evolvere in maniera inaspettata a volte.

Ma deve riprendere contatto con questa parte dolorosa di se stessa.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#3]
dopo
Utente
Utente
ho letto la seconda risposta alla mia richiesta e mi è venuto un nodo alla gola....mi sento così fragile a volte che basta pochissimo per riaprire vechie ferite forse mai curate. Si ho avuto 3 gravidanze che si sono concluse male purtroppo ma sono riuscita a colmare la sofferenza o a giustificarla col fatto che tutte le volte nn le ho cercate. Proprio oggi pensavo però che è strano alla mia età pensare a una laurea e nn alla scuola del mio bambino.La fragilità che sento viene dal cuore, sento proprio un peso nel torace e penso che quello che mi è mancato è stato l'amore di una famiglia.Mi piacerebbe pescare nei ricordi d'infanzia e sorridere, mi piacerebbe pensare ai miei genitori (sono entrambi morti di malattia) in modo caloroso, ma ho sempre dovuto fingere di essere normale. Sono arrabbiata xhè ho avuto un padre che invece di proteggermi, abusava di me, ed io sono forse rimasta con il senso di colpa che forse era colpa mia. Poi da grande ho giustificato che forse era malato. Sono arrabbiata con mia mamma xhe nn si è accorta ma la giustifico xchè forse stava tanto male e non ha voluto vedere.
Non sono abituata a parlare di questa cosa, non la sa quasi nessuno. Quando qualcuno sfiora la mia intimità è come se vedesse il dolore che ho dentro per questo quando ho letto la seconda risposta mi sono venute le lacrime. Forse si ho bisogno di tirare fuori un pò di cose. Grazie per le risposte e grazie soprattutto per l'opportunità che mi date di scrivere
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
non vorrei sembrarle sadico, ma sono contento che Lei abbia pianto. Significa che sta prendendo contatto con le vere emozioni che nasconde da tempo.

Nella Sua replica ci sono molti motivi (altro che la scuola...) che depongono a favore di un lavoro psicoterapeutico.

Non perda altro tempo, allora. Ne parli con un/a psicoterapeuta. E' ora di permettere a queste ferite di rimarginarsi.