Timidezza e autostima

Salve,
il mio problema è sempre stato la timidezza e il mio carattere chiuso che mi hanno sempre creato problemi nel relazionarmi sia con gli amici che con l'altro sesso. A creare relazioni stabili e profonde.
Sono una ragazza piacente e simpatica, questo è quello che spesso mi dicono, invece io mi sento a volte inadeguata, non all'altezza delle situazioni e del confronto con gli altri. Cosi che con il tempo mi sono sempre piu chiusa in me stessa, limitando la mia vita sociale e sfuggendo alle situazioni, alle opportunita che mi capitano. Quindi a non vivere a pieno la mia vita.
Consultare uno psicologo potrebbe servire a superare questo blocco e a trovare stima e fiducia in me stessa? e qual'è quella piu utile nel mio caso?
Grazie, Saluti
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Dr. Francesco Favaretti Camposampiero Psichiatra, Psicoterapeuta 36 1
Gentile interlocutrice, a me sembra che il problema da Lei descritto sia un problema di carattere, che ha delle buone probabilità di essere affrontato, alla radice, con una psicoterapia ad orientamento psicoanalitico. A Roma troverà diversi psicoterapeuti di questo orientamento (che possono essere psichiatri o psicologi non importa). Provi a chiedere un colloquio e ad esplorare con uno di essi l'eventualità di un progetto di psicoterapia.
Cordiali saluti e auguri.
Francesco Favaretti Camposampiero

dott. Francesco Favaretti Camposampiero

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Dr. Daniele Bonanno Psicologo, Sessuologo 72 1
Gentile utente,
potrebbe essere certamente utile pensare ad una consulenza psicologica attraverso la quale comprendere meglio la sua situazione e valutare le opzioni terapeutiche più adeguate per affrontarla.
Difficoltà relazionali e carenza di autostima sono tematiche ben affrontabili attraverso un lavoro psicoterapeutico in genere, riguardo al tipo di approccio e modello terapeutico più indicato riceverà pareri diversi da professionisti diversi. E' ottima l'indicazione fornitale dal Dr. Favaretti Camposampiero rispetto ad una psicoterapia psicoanalitica così come lo sarebbe la scelta di una terapia cognitivo-comportamentale o umanistica. Per quanto mi riguarda considero le psicoterapie ad integrazione corporea particolarmente efficaci per questo tipo di tematiche.
Nella sua scelta può essere in ogni caso certa che un professionista competente saprà in ogni caso offrirle un aiuto prezioso.
Le sue parole sono d'altronde una positiva espressione di quel primo passo fondamentale e complesso che è il prendere consapevolezza e accogliere un nostro disagio, assumendo una posizione attiva nell'individuare la strada per superarlo. La scelta più importante resta quindi quella di continuare ad aver cura di questo suo personale percorso verso un maggiore benessere e soddisfazione personale.
Un saluto.

Daniele Bonanno
bonanno@aisps.net

Dott. Daniele Bonanno
Psicologo perfezionato in Sessuologia Clinica
bonanno@aisps.net - http://www.aisps.net

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Dr. Massimo Ronchei Psicologo, Psicoterapeuta 18
Gentile Utente,
dalle sue indicazioni sembrerebbe che il problema riguardi il suo modo di percepirsi, di guardare alla vita e di relazionarsi con essa. Come il collega Camposampiero ha suggerito, potrebbe trattarsi di un problema caratteriale, e se così, andrà affrontato con un progetto non a breve termine. Ritengo che sia opportuno per lei chiedere una consulenza con uno psicoterapeuta che possa fare un'adeguata valutazione del caso e proporle un percorso terapeutico che tenga conto di quanto affermato in precedenza, più che del tipo di approccio in senso stretto.
A suo vantaggio c'è la giovane età, la consapevolezza di un disagio, e un'apparente motivazione a voler riprendere in mano a pieno la sua vita.
Cordialmente
Massimo Ronchei

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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile utente,
la sua descrizione potrebbe essere suggestiva di un disturbo distimico, ossia di una forma depressiva a decorso cronico, una sorta di perenne 'cielo grigio' che sovrasta la nostra esistenza.
La distimia è patologia non infrequente, spesso misconosciuta e confusa con un carattere 'difficile'.
Le ripercussioni principali sono evidenti in ambito sociale (con difficoltà marcata nelle relazioni interpersonali ed affettive, spesso con elementi marcati di dipendenza dal partner, se c'è) e lavorativo (dove sono frequenti le rinunce a carriere ed opportunità per il timore di non essere all'altezza).
La cura più corretta è l'associazione tra specifica farmacoterapia e psicoterapia (cognitiva, interpersonale).
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2006 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,sono d'accordo con quanto espresso dai colleghi finora. Quanto all'aspetto farmacologico menzionato dal Dr. Presta, questo potrebbe essere oggetto di una prima valutazione insieme ad uno specialista in psichiatria, poi, eventualmente escluso il bisogno di farmaci, l'aspetto relazionale potrebbe essere davvero territorio di elezione per un trattamento psicoterapico. Ma anche è possibile che servano le due cose insieme.
Al di là delle scelte che farà mi arriva comunque il suo desiderio di modificare quello che per lei è stato finora un aspetto di sé che l'ha parecchio condizionata nella sua libertà a stare con gli altri e sul quale si sta interrogando.
L'esperienza psicoterapica - e in questo non sarò io a suggerire di quale approccio perché mi sentirei un po di parte - non è altro che potere imparare a stare in una relazione particolare, la relazione terapeutica, apprendere delle cose, cambiare alcuni schemi un po' irrigiditi e possibilmente trasferire quanto appreso dalla propria esperienza fuori,cioè nella propria vita.
Questo almeno avviene quando la terapia funziona.
Non è un percorso a vino e taralli
Impegna pure economicamente
Ma forse dà una possibilità importante di cambiamento

Spero di averla aiutata, ricorrendo anche a parti della mia esperienza.

Cordialmente

Dott. Marco Santachiara



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Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile utente,
concordo con i pareri espressi precedentemente e le segnalo il seguente link, che le potrebbe essere utile per ricevere maggiori informazioni da terapeuti che operano nella sua zona.

http://www.aiamc.it/lazio.htm

Cordialmente,
dr. Chiara Cimbro

Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta

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Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
dalle poche righe che ha scritto non credo sia possibile fare nessuna ipotesi psicodiagnostica percisa soprattutto se attinge a categorie psichiatriche.
I pochi elementi che menziona andrebbero adeguatamente approfonditi, nelle caratteristiche, nell'eziologiaa e nell'impatto inibente che hanno nelle varie aree del suo funzionamento.
Più volte a fronte di descrizioni analoghe mi si sono presentati in consultazione problematiche del tutto differenti, sia per gravità che per quadro strutturale.
Una consultazione le sarebbe sicuramente di grande aiuto e da qui, eventualemnte tracciare le linee per un percorso psicoterapeutico che potrà essere più o meno breve a seconda della valutazione che verrà effettuata e dell'inidirizzo che sceglierà.
Anch'io non mi sento di indicargliene uno specifico perchè sarei portata chiaramente a darle il mio personale di riferimento che sicuramente è perfettamente adeguato alla sua problematica, come del resto potrebbero però esserlo altri.
Come le ha già indicato il collega difficoltà relazionali e autostima vengono affrontate pressochè da tutti gli approcci, indipendentemente da quello che riterrà più opportuno molto può essere fatto fin dai primi incontri e con tecniche specifiche, indipendentemente dalla cornice più ampia del percorso, sull'incremento dell'autosttima e sulla correzione di modelli disfunzionali di relazione.

Con i migliori auguri
F.i.Passoni
studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it