Non capisco.. sono disperata

Gentili medici di medicitalia,
vi scrivo perché non riesco a capire cosa succede.. e sono disperata.
Premetto che per quello che racconterò sto facendo sedute di psicoanalisi presso un capace psichiatra della mia zona.
Ho 35 anni e dopo una serie di storie andate male per mia scelta, da tre anni sono fidanzata con quello che ho da subito ritenuto l’amore della mia vita e con il quale convivo da un anno.
Un rapporto molto bello, alla pari, costruito all’insegna dell’amore e del volersi bene, del rispetto, della condivisione, del prendersi cura l’un l’altro, del giocare e divertirsi insieme.
Una convivenza partecipata in tutto.. con complicità ed aiuto reciproco, nella quale anchele pulizie di casa o per fare spesa insieme rappresentano una grande gratificazione per entrambi.
Un rapporto ed un uomo sul quale non ho mai avuto il minimo dubbio, con progetti, matrimonio, figli, sebbene rimandati ad un futuro indefinito forse anche a causa di una sorta di immaturità da post-universitari che a causa delle tempistiche laurea-lavoro non si sentono mai abbastanza grandi per fare certi passi. Tutto questo sempre di comune accordo.
Un mese fa abbiamo deciso di sposarci e lo abbiamo detto, felici ed anche increduli di noi stessi, ai nostri cari.
Poi al momento dei primissimi passi per l’organizzazione, dal nulla, come un pugno in faccia, è nato in me il mostro. Mi sono tirata indietro come se stessi facendo una cosa assurda, e sempre insieme.. abbiamo deciso di rimandare.. non sono nuova a fughe dalla realtà-responsabilità-punti fermi, “cose da grandi”. E questo è un problema che so di avere e per il quale ora sono “in cura” ritenendolo una probabile e possibile causa della mia situazione.
Ma il mostro che mi fa disperare è una conseguenza, un qualcosa scattato all’improvviso, giuro da un giorno all’altro, che inspiegabilmente, in modo del tutto inaspettato si sta mangiando i miei sentimenti. Mi sento disamorata di quello che ho ritenuto e ritengo l’amore della mia vita..non lo vedo più allo stesso modo, non vedo più la nostra casa allo stesso modo.. pur amando entrambi, non vedo futuro per noi.. e vivo nell’incubo di “doverlo” lasciare per il vuoto che mi sento. Sono sempre priva di entusiasmo, assente, assonnata, disperata, mi sento fuori posto.. non posso e non voglio rinunciare a lui, ai nostri progetti, a tutta la mia vita presente e futura.. per cosa poi? Per qualcosa di totalmente inesistente ed insospettato fino ad un mese fa e scattato da un giorno all’altro, dalla domenica al lunedi? Ci si può disamorare in un giorno e mandare all’aria una vita meravigliosa vissuta serenamente e con orgoglio?
Ne ho parlato con lui che è comprensivo e paziente ma ovviamente sta male ed è un mese che si sente solo in casa..
Sono inorridita e disperata, tutto ciò mi sembra inspiegabile, impossibile, fuori dal mondo, vi prego aiutatemi a capire, non voglio perdere a causa di me stessa, lui e tutto quello che ho con lui..
Grazie per l’attenzione
[#1]
Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13
Gentilissima,

c'é differenza tra sentire ed ascoltare e tra vedere e guardare. L'inconscio sente e vede. La coscienza ascolta e guarda. Non infrequentemente il primo irrompe nella seconda per comunicazioni urgenti incomprensibili ma interpretabili. Una modalità riservata al Suo psicoanalista. Da questo punto di vista come vanno le cose? E' sicura che scandagliare il Suo sommerso giovi al visibile ? E' una questione da considerare con atteggiamento sereno.


Cari saluti


PS. Lei ha affermato di sottoporsi a sedute di Psicoanalisi con un capace psichiatra della Sua zona.

Non appare chiaro se lo Psichiatra sia uno "Psicoanalista" o specialista in "Psicoterapia".

Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilie Dr.Willy Murgolo, la ringrazio per l’attenzione prestatami.
Penso di aver capito quello che cerca di spiegarmi. La coscienza ascolta e guarda ciò che l’inconscio sente e vede. Probabilmente l’argomento “matrimonio” ha fatto scattare questa intromissione dell’inconscio nella coscienza. E probabilmente si tratta da parte mia di una presa di coscienza che mi crea angoscia e tormento.
Il problema è che non riesco a fare tutto ciò serenamente. Io ho considerato lui l’amore ed il senso della mia vita. Mi sono sentita felice, realizzata, appagata ed orgogliosa. Ho costruito molto con lui ed ora a 35 anni, quando pensavo di aver trovato una pace mi trovo senza nulla, un vuoto indescrivibile da un giorno all’altro, che rischia di annientare me e la persona che mi ha amato e mi ama totalmente anche in questo momento.
Una casa costruita insieme giorno per giorno, il realizzarsi con il lavoro in base ad esignze comuni, il pensare ad una famiglia. Il coinvolgere i cari in una cosa bella, una certezza di vita per me, dopo storie lunghe e bei rapporti rovinati forse per lo stesso motivo.
Mi sento di non avere più nulla, non riconosco più nulla di quello che mi vedo intorno.
Il medico psichiatra che mi sta aiutando è psichiatra-psicoterapeuta e mi sta aiutando, ma ho fatto tre sedute.
Sento una sorta di disamore.. di una vita che non è la mia.. da un giorno all’altro..ma non posso pensare di lasciare lui.. la mia casa.. la mia vita.. le mie speranze.. le speranze sue, dei miei, dei suoi.. non posso pensare di aver giocato tre anni quando ho fatto tutto con tanto entusiasmo e con la vera intenzione di farmi una vita con lui. Ho faticato per questo ed è stata dura anche andarmene da casa dei miei.
Mi sento un mostro dentro..un gelo.. ho 35 anni che prospettive di vita ho se abbandono tutto ciò.. e soprattutto se ho un problema che mi spinge sempre a costruire.. sentirmi innamorata, disamorarmi al primo passo serio e poi scappare, distruggere.. rovinare la vita a me e agli altri?
Che speranze ho di tornare “come prima” di alzarmi la mattina senza sentirmi tormentata e felice di vedere lui che mi sta accanto?
Grazie ancora
[#3]
Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13


Gentilissima,

ora che ha chiarito la qualifica professionale del Suo Psichiatra-Psicoterapeuta, ritengo, assieme a Lei, che tre sedute, per quanto egli sia "capace", rappresentino una goccia nell'oceano tempestoso dei suoi sentimenti ed emozioni.

Quali che siano le cause profonde che alimentano questo malessere, esso non viene per puro caso. Voglio dire che l'esperienza che sta vivendo un significato dovrà pur averlo. Non é impazzita improvvisamente. Forse ha bisogno di un poco di tempo ulteriore per elaborare in profondità un passaggio non sempre indolore, ma necessario, nell'abbandonare il vecchio mondo per la terra promessa.

Nell'eterno confronto tra i nostri istinti e la ragione, tre sembrano essere le vie di approdo. La prima l'istinto prevale sulla ragione. La seconda, al contrario, l'aspetto razionale sembra prevalere. La terza, forse quella che Lei sta sperimentando, si riferisce ad una soluzione senza vinti ne vincitori, una dimensione però conflittuale dove vecchi miti stentano a lasciare il posto
a nuove realtà.

SuggerendoLe, se da Lei possa essere accettato, di venire a patti con l'impaziente esuberanza di un essere umano al bivio, di permettere al Suo Psichiatra un tempo sufficiente ad organizzare le Sue competenze, ma sopra ogni cosa ad offrirLe la sua umanità, senza riserve, mi sentirei di segnalarLe un pensiero di Beltrand Russel il quale, ricercando la felicità, a modificazione del suggerimento di sedersi sulla sponda del fiume in attesa che passi il cadavere del suo peggior nemico, proponeva, di sedersi sulla stessa sponda ma senza pensare ad alcunche', perchè, prima o dopo, la soluzione sarebbe arrivata.


E' confortante rendersi conto che esistono ancora esseri umani che preferiscono sistemare prima, piuttosto che dopo, alcune questioni di un certo spessore.


Con i più cordiali saluti.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Dr. Willy Murgolo, la ringrazio infinitamente per l’attenzione ed il modo con il quale affronta il mio “panico”.
Aggiungo a quello che ho già fin qui detto che, per motivi che indagherò, ho ed ho avuto da sempre seri problemi con i “vincoli”. Che siano essi possibili rapporti di lavoro, rapporti con le persone e anche con le cose. Non parlo di responsabilità.. sono una professionista, lavoro quotidianamente ed ho amici, ovviamente un rapporto di coppia di cui mi sento responsabile.. ma quando ho l’impressione di sentirmi “vincolata” ho difficoltà..scappo letteralmente. Tant’è che poco dopo aver detto.. si sposiamoci.. non ho detto dentro me.. non TI voglio sposare.. ma non MI voglio sposare..
Può essere.. ma può anche non essere.. che l’aver vissuto un rapporto sereno e svincolato anche se con amore e responsabilità, ed averlo sentito “vincolare” ad un matrimonio, peraltro da me felicemente voluto, mi abbia messo in grave difficoltà al punto di sentirmi condizionata e disamorata.. una sorta di fuga da un giorno all’altro. Fosse anche questo..e non lo so.. è ovviamente un problema da risolvere per ora e per il futuro.
Detto questo, come lei dice.. è ancora presto.. mi darò una spiegazione ed una pace prima o poi..
La ringrazio ancora di cuore per la celerità, professionalità, cortesia e umanità con le quali ha affrontato la mia richiesta di aiuto.