L'omosessualità è una malattia?

l'omosessualità è una malattia da cui si può guarire?
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, l'omosesualità non è una malattia, ciò che può diventare malattia è il modo conflittuale di rapportarsi ad essa, ed è questo modo che può essere curato.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Se, come lei dice, l'omosessualità non è una malattia, mi spiega:
1) perché chi sostiene che l'omosessualità è una malattia trova sempre posto nei dibattiti televisivi sull'omosessualità?
2) perché chi sostiene che l'omosessualità è una malattia deve essere ascoltato e rispettato quanto chi la pensa diversamente?
3) perché chi sostiene che l'omosessualità è una malattia non può essere messo sullo stesso piano di chi ha pregiudizi razziali (è un'opinione in fondo, no?)?
4) perché alcune organizzazioni religiose, spesso molto influenti - come la Chiesa Cattolica - possono esprime dure condanne contro l'omosessualità e diffondere teorie lesive degli omosessuali stessi?
5) perché una volta per tutte non si fa chiarezza su questa questione?

E infine: chi risarcirà mai gli omosessuali per tutte le ingiurie, le sofferenze e le discriminazioni psicologiche e fisiche che subiscono quotidianamente???
[#3]
Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13
Gentile Signore,

leggendo quanto scrive al punto 5, Le dirò qualcosa su questo tema confidando che possa in qualche modo aiutarLa a vederci più chiaro su una faccenda che a tutt'oggi non si può certamente affermare di conoscere a fondo. Lei saprà che fino ad una ventina di anni or sono l'omosessualità era considerata una malattia da quella stessa Organizzazione Mondiale della Sanità che più tardi cambiava idea depennandola dall'elenco, appunto, delle malattie.

Detto questo, bisogna anche dire che il problema non si é risolto in conseguenza di questa decisione, anzi, forse ne ha causati altri. Avrà sentito, ad esempio, che una fantomatica organizzazione di pedofili ha messo nero su bianco reclamando apertamente la stessa cancellazione messa in atto per gli omosessuali. In pratica, non pochi pedofili reclamano che sia loro riconosciuto il diritto di poter amare un bambino liberamente, così come é accaduto per l'omosessualità. (Non mi fraintenda)

Ma torniamo per un momento al Suo quesito iniziale : "l'omosessualità é una malattia da cui si può guarire?". Il Dott. De Vincentiis Le ha già esposto con precisione il suo pensiero sull'argomento. Da parte mia vorrei solo aggiungere una considerazione importante. Gli omosessuali non sono tutti uguali nel senso che potremmo dividerli, per comodità di esposizione, in due filoni. Da una parte coloro che si sentono omosex e si comportano di conseguenza cercando un partner dello stesso sesso, vivendo serenamente questa condizione che accettano in pieno. Ma ci sono altri omosex che, pur avvertendo questa esigenza, di fatto la rifiutano perchè la vivono come un corpo estraneo che desiderano estirpare.

Come vede, in questo secondo caso il portatore di una esigenza omosessuale, che di fatto rifiuta, diventa ammalato di nevrosi per la situazione conflittuale che si é sviluppata e, se lo richiede, può essere curato.

Riassumendo. L'omosessualità non é una malattia, ma come abbiamo visto, nel caso in cui si creino le condizioni sopra accennate, può generarla.

Per quanto riguarda il Suo rincrescimento per come le persone omosex sono trattate, mi limiterei a dirLe che dopotutto le cose sono migliorate. Nel passato chi manifestava questa tendenza veniva messo al rogo. Oggi no.
Ci sono modi più sofisticati.


Cordialità




Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia

[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La sua risposta, dr. Murgolo, mi lascia qualche dubbio. Lei non parla dell'omosessualità come se fosse una malattia, certo, ma non nega che lo si potrebbe fare perchè è "una faccenda che a tutt'oggi non si può certamente affermare di conoscere a fondo". Eppure non dovrebbe essere così, anche se in realtà i pregiudizi sono ancora tanti e troppi sono quelli che gli alimentano. Certo, gli omosessuali non sono più messi al rogo, ma "ci sono modi più sofisticati" per bruciare le loro anime (mi si consenta la metafora).

Poi credo che molti psicologi e medici facciano ancora un grosso errore di valutazione. Lei dice "Gli omosessuali non sono tutti uguali nel senso che potremmo dividerli, per comodità di esposizione, in due filoni. Da una parte coloro che si sentono omosex e si comportano di conseguenza cercando un partner dello stesso sesso, vivendo serenamente questa condizione che accettano in pieno. Ma ci sono altri omosex che, pur avvertendo questa esigenza, di fatto la rifiutano perchè la vivono come un corpo estraneo che desiderano estirpare". E invece c'è un terzo filone, quello più numeroso, cioè quello di chi sa di essere omosessuale, vive bene questa condizione ricercando un partner e vivendo spesso relazioni clandestina, ma patendo grande sofferenza per ogni tipo di discriminazione e di offesa psicologica (e ultimamente anche fisica) a cui si può essere esposti in una società che preferisce il pregiudizio alla verità. Si cerca di rimuovere ogni barriera architettonica per i disabili ma le barriere mentali contro gli omosessuali devono restare bene in vista in una società malata che nel suo intimo teme di ammalarsi di una non malattia, cioè l'omosessualità.
[#5]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)E invece c'è un terzo filone, ..., cioè quello di chi sa di essere omosessuale, vive bene questa condizione ricercando un partner e vivendo spesso relazioni clandestina, ma patendo grande sofferenza per ogni tipo di discriminazione e di offesa psicologica (..)

come dice lei "vive bene questa condizione" per cui nessun conflitto di tipo clinico e quindi al di fuori di valutazioni di tipo clinico.
per la discriminazione il problema è molto più ampio, riguarda la cultura, la società la politica ed esula, quindi, dalle discussioni di questo sito.
saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
quindi secondo lei la condizione di un omosessuale che non si rifiuta come tale ma che vive con difficoltà il peso delle discriminazioni e delle violenze sarebbe un problema culturale, sociale, politico e non psicologico? e quindi "esula dalla discussione di questo sito"??? ha mai pensato che forse gli individui non vivono in una campana di vetro ma in una società che nel bene o nel male influisce sullo stato psicologico dell'individuo?

mi dispiace doverlo dire ma trova la sua risposta molto superficiale e sbrigativa. sembra che lei voglia liquidare la mia questione senza troppi impicci e mi meraviglia che a farlo sia uno psicologo o psicoterapeuta. forse provare a fare chiarezza sull'omosessualità è troppo impegnativo anche per chi dovrebbe avere qualche conoscenza in più.

[#7]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
ha compreso bene il senso della mia risposta, voler liquidare un'argomentazione che esula dagli intenti di questo sito.
se un uomo vive la sua condizione in armonia con sè stesso allora non vi sono condizioni cliniche rilevanti da discutere. Se un uomo vive male la sua condizione allora è degno di attenzione clinica.

l'esempio che lei ha riportato è molto chiaro """vive bene questa condizione"" se esiste una questione oggettiva del tipo (discriminazione raziale, intolleranza culturale ecc) non può essere oggetto di discussione di questo sito che ha delle regole ben precise che impone ai suoi operatori.
se lei ha voglia di far polemica ha sbagliato indirizzo poichè questo non è un forum di discussione ma un servizio di consulenza clinica.
saluti
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, bisogna stare attenti a mantenere distinte le questioni.

Se lei chiede: "Un omosessuale che sa di essere omosessuale e che vivrebbe bene la sua condizione, ma soffre a causa dei pregiudizi culturali e sociali, può essere aiutato dallo psicoterapeuta a soffrire di meno o a non soffrire più?" allora la risposta è: "Certamente sì. Lo facciamo tutti i giorni".

Se invece lei chiede: "Perché psicologi, psicoterapeuti e medici non fanno niente per evitare che l'omosessuale sia discriminato dalla società?" allora la risposta è che questo - può piacere o meno - non è compito nostro. O meglio, non è un compito primario.

Esistono associazioni che si battono per la difesa dei diritti dei gay, nelle quali figurano psicologi o personale sanitario di altro tipo, ma sono scelte d'impegno personale che non si possono imporre. Altrimenti sarebbe una discriminazione al contrario.

Se poi guardiamo alle aggressioni fisiche ai danni dei gay, anche recenti, quello è un problema ancora diverso, di ordine pubblico, che spetta alle Forze dell'Ordine risolvere.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
grazie dottor Santonocito. lei ha colto nel segno la mia domanda. se accettare la propria omosessualità non è sufficiente per essere sereni, vuol dire che ci sono altri fattori che influiscono sul benessere dell'individuo. Le discriminazioni e tutte le forme di violenze sono davvero un grosso ostacolo per un inserimento totale dell'omosessuale nella società. Ma se la società discrimina e offende, la psicoterapia può dare una mano agli omosessuali a convivere serenamente in una società omofoba? e come?
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ognuno di noi è in rapporto con l'ambiente esterno in senso ampio, includendo società, famiglia, amici, ambiente professionale. Tali rapporti non sono sempre ideali, ma anzi spesso conflittuali. Il conflitto esiste ovunque, e la convinzione che la serenità coincida con l'assenza di conflitto è erronea. La serenità dipende dalla capacità di GESTIRE i conflitti.

Il rapporto della persona gay con la società è solo un caso particolare d'interazione dell'individuo con l'esterno. E trattandosi di un problema di relazioni, lo psicologo è certamente d'aiuto.

Così come lo psicologo è in grado di risolvere problemi in ambito familiare, professionale o di amicizia, lo è altrettanto nel caso dell'omosessualità. Tuttavia non esiste UN solo modo che vada bene per tutti. È necessario capire come ragiona e come funziona la persona, e i modi peculiari che adotta per interagire con il mondo, per poterla aiutare. Ma ciò può avvenire solo attraverso colloqui dal vivo.

Il percorso può essere duplice: da una parte rendere capace la persona di acquisire o utilizzare maggiori risorse personali, dall'altra nel liberarlo dalla convinzione che non sia possibile far nulla "contro la società", considerata come luogo orribile e pericoloso.

Cordiali saluti