Necessità di una terapia

Buonasera
soffro da diversi anni (circa 5) di dap con agorafobia che per me è molto invalidante.
Ho fatto inizialmente una terapia strategia a 17 anni che ha dato qualche piccolo successo ma che poi ho abbandonato dopo un anno perché i progressi non c'erano più inoltre la mia psicologa mi aveva inizialmente garantito un massimo 8 colloqui cosa che non ha rispettato.
In seguito mi sono affidato ad uno psichiatra che mi ha tenuto in cura per due anni con zoloft 50 mg e inizialmente sono stato meglio ma poi gli effetti benefici del farmaco non si sono fatti più sentire.
Allora decisi di unire la terapia psicofarmacologica alla terapia cognitivo comportamentale con una nuova psicologa ma dopo circa un mese e mezzo mi sono letteralmente rotto le scatole di quella terapia e mi sembrava di stare peggio anche perché mi faceva fare cose per me imbarazzanti (immaginare i colori, gusti, odori) mi facevano sentire stupido.
Così provai ad andare da un altro psichiatra che è anche psicoterapeuta (psicoanalita) pensando che l'unione di due discipline avrebbe dato qualche beneficio. Mi ha dato un'altra terapia farmacologica (cipralex e anafranil). I Benefici inizialmente ci sono stati ma poi la terapia è diventata sempre più lenta e poi più lenta e lenta e lenta e lenta.. talmente lenta da farmi innervosire e decidere di smettere, sono stato in cura circa 5 mesi andando una volta a settimana .
Il problema essenzialmente é questo:
-una psicoterapia richiede grossi sacrifici economici e anche di tempo, la necessità però di farla c'é perché ho un problema. Il fatto però é che se devo andare in uno studio per dirmi che devo immaginare i colori, gli odori, i sapori o un oggetto a caso preferisco starmene a casa e cercare di risolvermi il problema da solo: questi mi sembrano giochini mentali inutili!
Se devo andare in uno studio e infangarmi per sessioni e sessioni sullo stesso argomento parlando delle stesse cose senza avere soluzioni tanto vale risparmiare soldi.
Forse sono stato un po' duro, ma la verità é che già di per sè è difficile uscirne con l'aiuto di qualcuno se poi anche la terapia stessa non agevola il processo di guarigione la cosa si complica ulteriormente.

Ricapitolando la mia domanda é la seguente: cerco un bravo psicoterapeuta che sia seriamente (!) intenzionato a curarmi che non si faccia scoraggiare dal fatto che sono diversi anni che ho questo problema, che utilizzi una terapia che abbia almeno un senso scientifico che dia qualche progresso (anche graduale) che non richieda migliaia di sedute per avere qualche successo.

Vi ringrazio per l'attenzione.
[#1]
Dr.ssa Chiara Facchetti Psicologo, Psicoterapeuta 60 1
caro lettore,
il problema è che la psicoterapia, soprattutto se un disturbo è presente da molti anni, è un processo di per sè lungo e/o graduale.
Purtroppo gli psicolgi/psicoterapeuti non sono (non siamo!) maghi che forniscono in poche sedute soluzioni rapide e magiche, appunto. La terapia è qualcosa che si basa sul paziente, sulle sue risorse e punti deboli, sulle sue possibilità, sui suoi ricordi infantili (spesso le relazioni familiari sono una delle cause del sintomo) o sulle sue aspettative, idee e immagini che ha per il futuro....e questo richiede tempo.

in bocca al lupo, lascio la parola a colleghi più esperti, nella speranza che Lei riesca a trovare qualcuno disposto a prenderLa in carico.

Dr.ssa Chiara Facchetti
Ordine degli Psicologi della Lombardia (n. iscriz. 03/12625)
www.milanopsicologa.it

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le
il contratto terapeutico non è stato rispettato lei aveva tutto il diritto di sollevare la questione con la sua terapeuta.
Il trattamento farmacologico e la psicoterapia non sono intercambiabili, bisogna valutare caso per caso se necessitano uno solo o entrambi, ma dovrebbe essere lo specialista a valutarlo non il cliente.
Altro aspetto importante è che le difficoltà che incontra durante la terapia non vanno ignorate ma diventano parte del processo di crescita personale, se vengono affrontate.
I risultati delle ricerche fatte negli ultimi trent'anni ci confermano che il fattore chiave che determina l'efficacia del processo terapeutico è il rapporto psicoterapeuta/cliente, tutto il resto è secondario.
Noi qui no possiamo fare invii a specialisti possiamo solo consigliarle di verificare che lo psicoterapeuta sia iscritto al rispettivo Ordine Professionale come Psicologo e psicoterapeuta o come medico e psicoterapeuta.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio tutti per le celeri risposte.

In risposta alla Dr.ssa Facchetti
"Purtroppo gli psicolgi/psicoterapeuti non sono (non siamo!) maghi che forniscono in poche sedute soluzioni rapide e magiche, appunto."

Allora perché si parla di terapie brevi strategiche?

Non è scopo della psicoterapia quella di trovare soluzioni (fossero anche parole dette magicamente) nel modo migliore e nel minor tempo possibile?

In risposta alla Dr.ssa Camplone: nei periodi in cui ho fatto la psicoterapia ho sempre associato la terapia farmacologica cercando appunto di sfruttare a pieno entrambi gli interventi terapeutici.
Colgo il suggerimento della Dr.ssa Camplone, in futuro verificherò l'iscrizione all'ordine.

Grazie.


[#4]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Io credo ci sia un vizio di fondo che poi è molto diffuso e pregiudica l'esito di molte psicoterapie e consiste nel rivolgersi allo psicoterapeuta con lo stesso atteggiamento con il quale si va dal medico: aspettandosi che sia L'ALTRO a fare il cambiamento.
La psicoterapia non serve a fornire soluzioni ma a facilitare un processo di crescita personale che non può fare nessun altro al posto del cliente.
Il compito del terapeuta è quello di creare le condizioni favorevoli a tale processo ovvero il cliente dovrebbe sentirsi accettato, ascoltato compreso e non giudicato dal terapeuta. Se le sembra troppo semplice provi solo a soffermarsi sulla capacità di sospendere il giudizio su un altra persona e riuscire a creare un clima nel quale l'altro avverta questo atteggiamento da parte del terapeuta.
Non è la quantità degli interventi terapeutici che le garantirà l'efficacia ma la QUALITA' DELLA RELAZIONE TERAPEUTICA.
In bocca al lupo
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