Problemi di famiglia

salve,

Prima di poterle esprimere il mio dubbio, dovrei brevemente raccontarle la mia vita.
Ho 36 anni, figlia di ragazza madre (così si diceva una volta), nata con problemi di deambulazione
Da quando sono nata sento la possessività di mia madre che mi soffoca, anche adesso che sono adulta.
Purtroppo lei ha diversi problemi di salute, per cui per non farla dispiacere e aggravare ho sempre cercato di non dare problemi, non fare troppo tardi, non frequentare le persone che a lei non piacevano, non fare certe cose che potevano preoccuparla troppo.
Quando ero adolescente, grazie all'irruenza dell'età, in qualche modo riuscivo a fare quello che volevo, magari supplicando, oppure cercando di farmi perdonare in qualche modo per il mio comportamente che le creava come lei diceva problemi e preoccupazioni.
Questo subdolo meccanismo con gli anni si è aggravato, io crescendo mi sono stufata di fare storie se dovevo uscire con una pizza con gli amici, per cui ho iniziato a rinunciarci, fino ad non avere più amici, lei con l'età e i vari problemi di salute ha necessitato ancora di qui della mia presenza.
Adesso mi trovo a 36 anni senza una vita sociale, senza amici e con tanta disperazione e solitudine. La nostra famiglia è composta solo da me e lei, purtroppo, e lei non ha nessuna amicizia
Ieri mi ha chiamato un mio caro amico perchè in vacanza dalle mie parti per incontrarci, ha piantato tante di quelle storie, non vuole che lo incontri, dice che è un poco di buono. Ha di nuovo iniziato a dire che i suoi problemi di salute sono dovuti a me che non la faccio stare tranquilla.
Ho paura, la mia gioventu' sta finendo e cosa mi troverò, possibile che devo arrivare a desiderare la sua morte?
Non so che fare. Credo di essere stata una stupida, credo che lei in qualche modo mi ha manipolata per tenermi legata a se, per paura che in qualche modo riuscissi a farmi una vita autonoma, per paura che l'abbadonassi anche io, non so.
Purtroppo lei ha 70 anni e non credo che cambierà, ho sempre sperato che in qualche modo si ravvedesse, ma non è successo. perchè devo sentirmi così in colpa ? perchè non riesco a trovare la forza di reagire, perchè i sensi di colpa prendono il sopravvento e mi lasciano nell'impossibilità di reagire?
attendo suo gentile riscontro
grazie
Misa
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Misa,
spesso i rapporti più cari ed importanti, nel tempo, tendono a diventare vampirizzanti ed asfittici, nutrendosi di collusioni inconscie tra desideri dell'uno e bisogni dell'altro.
Non si senta in colpa per avere desiderato la morte di sua madre, in ogni adolescente, vi è un passaggio topico della crescita caratterizzato dal desiderio inconscio di " uccisione simbolica della madre", ma è solo un desiderio di autonomia, per spostare poi la relazione su un altro piano, più adulto.
Credo, che questo sia il suo desiderio.
Sua madre, non credo cambierà, ma lei può farlo ancora.
Si rivolga ad uno psicologo o psicoterapeuta, che possa prenderla in carico, al fine di dipanare la matassa emozionale, tra desiderio sano di autonomia e sensi di colpa .
Auguri affettuosi

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signora, e se un giorno lei scoprisse che la porta della prigione in cui è rinchiusa da tanti anni è aperta?

Magari bisognerà forzare un pò i cardini, che saranno un pò arrugginiti; bisognerà strappare qualche erbaccia, che bloccherà il passaggio; e poi?

Se lei uscisse con il suo amico, e magari ci andasse pure a casa, e poi ci si fidanzasse e ci stesse insieme per tre mesi; ebbene, cosa potrebbe accadere? Cosa potrebbe farle sua madre?

Gentile Signora, nessuno verrà mai ad aprirle la porta, per l'unica ragione che, nella prigione in cui lei sta rinchiusa, non ci sono nè Direttore nè secondini...

Cordialmente
[#3]
dopo
Utente
Utente
gentile dott. cali e dottoressa randone

forse ha ragione lei, non ci sono direttori ne' secondini, ma ad ogni ribellione, ad ogni tentativo di sforzare i cardini e togliere le erbacce, mi si presenta di fronte una persona offesa, che non mi rivolge la parola, che diventa fredda come il giaccio, o che diventa aggresiva e che mi offende, e che allo stesso tempo mi intererisce, perchè necessita di aiuto, ed il più delle volte questo aiuto lo pretende, ed io ci ricasco, e rinchiudo la porta.
In passato quella porta lo splancata molte volte, ed anche sbattuta, ma avevo l'intraprendenza della giovinezza,il desiderio di autonomia era molto più forte,e quella autonomia l'avevo raggiunta, ma poi per diverse circostante credo di essermi indebbolita, credo che le necessità di mia madre abbiano preso il sopravvento su di me, vederla attacata alle flebo di chemioterapia mi hanno in qualche modo ammorbidita, ed il fatto che lei mi abbia cresciuta da sola senza l'aiuto di un padre mi fa sentire in qualche modo in debito nei suoi confonti.
vi ringrazio per l'interessamento dimostrato
cordiali saluti
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
..ed il fatto che lei mi abbia cresciuta da sola e senza l'aiuto di un padre mi fa sentire in debito nei suoi confronti.

Questo è comprensibile, ma non ha scelto lei di nascere, bensì sua madre di metterla al mondo, accettando le responsabilità del suo ruolo e della situazione.

Nella "partita doppia" di debiti e crediti, credo che lei senta la necessità di recuperare ciò che le spetta, ma ciò la fa sentire tremendamente in colpa e ancora di più il pensare che se sua madre non esistesse lei potrebbe avere i suoi spazi personali.

E' altrettanto comprensibile che per lei sia difficile riuscire a reagire in modo diverso ad una situazione relazionale che si è cristallizzata, nella quale vivere sacrosanti spazi personali assume il significato di ferire sua madre e ricevere risposte che hanno l'effetto di mantenere inalterato lo stato delle cose, anche attraverso le risposte(i comportamenti di rinuncia) che a sua volta dà a sua madre.

Difficile, ma non impossibile se lei considera di avere importanti crediti da riscuotere e che trovare spazi per sé non esclude che lei possa ugualmente, ma in modo diverso, dare un aiuto a sua madre.

Come le hanno detto i Colleghi dipende da lei spalancare le porte alla sua vita e dipanare la matassa che glielo sta impedendo.

Rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta in presenza le sarebbe di aiuto.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it