Urto di vomito e psiche

Buongiorno,
sono una donna di 33 anni che, da quasi 33 anni non capisce la causa di frequenti urti di vomito. Cerco di spiegarmi.
Mia mamma mi ha sempre detto che da bambina, quando dovevo andare in bagno a defecare, doveva mettermi una saponetta profumata sotto al naso per non farmi vomitare.
Ora il problema si è trasferito in altre situazioni, che sicuramente non sono piacevoli ma, al contrario, imbarazzanti. Lavoro coi bambini (dai 4 anni in su) e se capita che si fanno i bisogni addosso, io non solo non sono in grado di cambiarli, ma solo al pensiero ho diversi urti di vomito e devo cercare di pensare ad altro e respirare profondamente per provare a me stessa che non ci sono odori sgradevoli attorno. Oppure, se gli odori ci sono, devo respirare cercando di chiudermi il naso per non sentirli. E questo avviene anche semplicemente all'idea di una situazione del genere (per assurdo, il bimbo può anche avermi detto una bugia, ma io, anche senza sentire odori, inizio ad avere urti di vomito). Ciò mi succede anche se devo accompagnare un bimbo in bagno. Oppure, ancora meno piacevole, mi capita anche all'idea di fare sesso orale con mio marito) Ultimamente ho notato che alla mattina questi episodi sono ancora più frequenti.
A cosa può essere dovuto? E' un fattore psicologico?
Grazie mille dell'attenzione.
Distinti saluti.
S.
[#1]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
è possibile che lei abbia memorizzato dall'infanzia una reazione di nausea quando sente certi odori, sarebbe indicato un intervento di desensibilizzazione sistematico, da attuare all'interno di un contesto psicoterapeutico preferibilmente con uno psicologo-psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. All'interno di questo portale può fare una ricerca mirata dello specialista nella sua città di residenza.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Dr. Emanuel Mian Psicologo, Psicoterapeuta 31 1 10
Gentile Sig.ra,
quello che lei definisce "urto di vomito", andrebbe maggiormente indagato perche', se da un lato potrebbe avere a che vedere con esperienze della sua infanzia che ha sinteticamente indicato, dall'altro vengono ricondotti a situazioni diverse da questo.
Non riferisce se e' presente nausea o se il suo "urto di vomito" e' di diversa natura, inoltre non riferisce se le capiti di vomitare realmente e quali le sue idee riguardo il vomito (se lo teme, lo evita o le e' indifferente o fastidioso come a quasi la totalita' delle persone).
Le consiglio di leggere questo articolo per valutare se ci sono anche elementi che possano aiutarla a stabilire meglio i suoi timori.
Questo, in quanto la nausea o il timore di vomitare o sentore che esso possa avvenire da un momento all'altro, fanno parte di un disturbo d'ansia, e quindi facilmente gestibile psicologicamente.
L'articolo cui la rimando e' questo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/700-emetofobia-la-paura-del-vomito.html

Sperando di averla potuta aiutare,la saluto cordialmente.

Dr. Emanuel Mian,PhD
Psicologo-Psicoterapeuta
Riceve a Roma, Milano,Monza,Trieste e Udine
www.emotifood.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gent.li Dottori,
innanzitutto vorrei ringraziarvi per le celeri risposte.

Avevo già letto l'articolo riguardante l'emetofobia e, a riguardo, posso dire che non mi identifico in essa.

Non mi spaventa l'idea di vomitare; sicuramente non è piacevole, ma se c'è la necessità di farlo non è un grosso problema!

Ho usato la parola "urto di vomito" per indicare il conato di vomito, forse questo è un termine più indicato. Mi è capitato di vomitare in queste situazioni... ma la maggiorparte delle volte riesco ad evitarlo... anche se con fatica!

Ciò che mi preoccupa maggiormente è la facilità con cui si verificano queste situazioni... e, soprattutto, nei rapporti più intimi è causa di disagio da parte mia. Possibile avere conati di vomito quando il partner è all'apice del piacere? Direi di no... eppure...

Per farvi capire meglio la situazione: se mi devo recare dal dentista per un'impronta dei denti, so che potrebbe succedere che mi venga il conato del vomito, ma questa situazione nn mi preoccupa perchè credo sia così per molte persone; lo stesso quando l'otorino mi "prende" la lingua con una garza e mi dice di dire "e" in modo prolungato....
Ma non riuscire ad accompagnare un bimbo in bagno, o farsi condizionare a tal punto da avere conati solo all'idea che si sia fatto i bisogni addosso mi sembra eccessivo!
Grazie ancora.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.li Dottori,
innanzitutto vorrei ringraziarvi per le celeri risposte.

Avevo già letto l'articolo riguardante l'emetofobia e, a riguardo, posso dire che non mi identifico in essa.

Non mi spaventa l'idea di vomitare; sicuramente non è piacevole, ma se c'è la necessità di farlo non è un grosso problema!

Ho usato la parola "urto di vomito" per indicare il conato di vomito, forse questo è un termine più indicato. Mi è capitato di vomitare in queste situazioni... ma la maggiorparte delle volte riesco ad evitarlo... anche se con fatica!

Ciò che mi preoccupa maggiormente è la facilità con cui si verificano queste situazioni... e, soprattutto, nei rapporti più intimi è causa di disagio da parte mia. Possibile avere conati di vomito quando il partner è all'apice del piacere? Direi di no... eppure...

Per farvi capire meglio la situazione: se mi devo recare dal dentista per un'impronta dei denti, so che potrebbe succedere che mi venga il conato del vomito, ma questa situazione nn mi preoccupa perchè credo sia così per molte persone; lo stesso quando l'otorino mi "prende" la lingua con una garza e mi dice di dire "e" in modo prolungato....
Ma non riuscire ad accompagnare un bimbo in bagno, o farsi condizionare a tal punto da avere conati solo all'idea che si sia fatto i bisogni addosso mi sembra eccessivo!
Grazie ancora.
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Dr. Emanuel Mian Psicologo, Psicoterapeuta 31 1 10
Gentile Sig.ra,
da quanto riferisce, andrebbero valutati i momenti in cui questi conati si presentano e quali le emozioni/preoccupazioni che si scatenano e quale "dialogo interno" lei fa con se stessa che la mantiene o peggiora il problema.
Cosa che puo' essere fatta unicamente in un contesto di supporto psicologico nel "mondo reale".
Consiglio quindi di gestire la sua problematica insieme ad uno psicologo, possibilmente ad indirizzo cognitivo-comportamentale.
Questo, in quanto il suo problema, da quanto riferisce, ha buone possibilita' di essere risolto con un supporto psicologico adeguato.