Indolenza

Sto facendo una terapia per un mio problema di ansia e i risultati si cominciano a vedere. Ora però, che mi sento finalmente un po’ più sicuro di me stesso e pronto a mettermi in gioco, sta subentrando una sorta di indolenza che mi porta a preferire un “dolce far nulla” ad un attivismo.

Sto attraversando una fase delicata dal punto di vista professionale e dovrei darmi da fare perché ci saranno alcuni cambiamenti significativi. Ma se continuo a rimandare l’incontro con il mio capo e gli altri superiori non potrò mai approfittare di qualche opportunità significativa, col rischio di vedermi non rinnovato il contratto una volta finito.

Non è tanto l’ansia di questi incontri che mi blocca, quanto il voler prendere tempo per timore che possa fare la mossa sbagliata, che possa sembrare non adeguato alle aspettative. Ogni giorno che passa però è già un’occasione persa e allora non so se impormi di fare questi colloqui oppure crogiolarmi nei miei dubbi che potrebbero un giorno diventare rimorsi per non avere fatto quello che avrei dovuto e potuto fare nel luogo e nel momento giusto.

Un vostro consiglio mi aiuterebbe a sbloccarmi, perché è questo che voglio, cioè sbloccarmi e non trovare ogni volta una scusa per rimandare.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

è vero che i cambiamenti richiedono tempo e "aggiustamenti". Durante una terapia può accadere di passare da un estremo all'altro, ma proprio perchè c'è una reazione (comportamentale), proprio come se si indossasse un abito nuovo.
Ne ha già parlato col suo terapeuta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Quindi lei pensa che questa indolenza sia da collegare comunque alla terapia? in realtà io più che indossare un abito nuovo, sento di essermi liberato di un cappotto pesante (la mia ansia) che mi rendeva impacciato nei movimenti. e infatti caratterialmente prima di prendere una decisione importante tendo un poco a tergiversare, a voler rimandare, perchè sento il peso delle responsabilità di cui vorrei, facendo così, alleggerirmi.

in questa circostanza però mi è necessario attivismo, dinamismo, una buona dose di coraggio e molto menefreghismo.

Mi sento come un tuffatore un po' inesperto che è sul trampolino e che deve lanciarsi se vuole gareggiare e sperare di andare avanti nelle gare. o si lancia o cambia mestiere. ecco, prima di lanciarmi io cerco un incoraggiamento, insomma sentirmi dire che sotto c'è acqua, che cmq anche se il tuffo lo sbaglio non cado sul pavimento, che lanciarmi sarà un passo avanti per me, comunque preferibile al rinunciare al salto. Sono tutte cose che già so ma vorrei sentirmele ridire per crederci ancora di più.

e nel frattempo però sono ancora sul trampolino...
[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
forse dovrei cedere di meno all'indolenza e concentrarmi maggiormente sui miei obiettivi. però alle volte preferisco dimenticarmi delle cose che ho da fare, per poi sentirmi deluso per non avere fatto ciò che devo fare e ciò che so che domani mi ritroverò di fronte, potendo eluderlo (a meno che non voglia totalmente voltare pagina)