Senso di irrealtà, di infelicità, di incapacità di vivere normalmente

Salve, sono un ragazzo di 20 anni appena compiuti e da circa 6 mesi ho un problema che mi impedisce di vivere normalmente.
Diciamo che vivo ogni giorno con un grande senso di irrealtà, come se il mondo che mi stesse attorno fosse irreale, ad esempio proprio in questo momento mi sto chiedendo se io stia scrivendo davvero questo messaggio oppure se è tutto finto.
A questo disturbo sono connessi molti altri, ad esempio non riesco più a stare in compagnia senza essere comunque disperso nella mia mente, non riesco a studiare (sono iscritto al corso di Storia e sono sempre stato un grande appassionato di cambiamenti sociali, di misteri) non riesco a concentrarmi, faccio fatica a formare pensieri, inizio a rendermi contro di star perdendo la cognizione spazio-temporale (ad esempio faccio fatica a individuare nella mia mente uno ieri o un domani), grandissimi problemi di memoria legati a quest'ultimo. Sono arrivato al punto di domandarmi se sia pazzo, se abbia qualche problema mentale incurabile. Ogni tanto è come essere in uno stato vegetativo, perso nella mia mente.
Questo mi fa stare male, molto male, poichè sono sempre stato un ragazzo solare, con molta voglia di fare, di conoscere, di scoprire, mentre ora mi accorgo di non provare più interesse in nulla, anche se a momenti passa (preciso che sono proprio solo momenti, perchè appena arrivano mi ritornano questi pensieri).
Ho letto su questo sito di alcuni casi simili, ma purtroppo non sono riuscito a trovare nulla in cui mi rispecchiassi interamente e quindi forse le risposte sono differenti (premetto che non pretendo assolutamente una "diagnosi on line").
Un altro fattore che mi spinge a scrivere qua e ricevere delle risposte è che io oramai passo tutti i giorni, dal momento in cui mi sveglio al momento in cui cerco di andare a dormire (cosa che puntualmente non riesco a fare esattamente come adesso) ad appunto cercare risposte alle mille domande che ogni giorno mi si pongono, a cercare di "autodiagnosticarmi" e risolvere da solo i miei problemi.
Annuncio anche che non ho troppa fiducia negli psicofarmaci poichè credo che inibiscano soltanto i problemi, senza poi andarli a curare.
Da un mese e mezzo circa mi sono convinto di andare da uno psicologo, e ho iniziato delle sedute psicoterapeutiche, ma ho paura che non bastino, sinceramente ho paura che questa mia sensazione non se ne andrà mai via, che io non riesca a essere felice con la mia ragazza, con i miei amici, con il mondo che mi circonda. Insomma ho paura di non poter fare una vita normale, di non esserne in grado.
Io premetto anche di sapere di essere una persona insicura e con una bassa autostima, di essere ipocondriaco e di non aver avuto esperienze felici (mio padre se n'è andato di casa quando avevo 3 anni, sono stato ripetutamente tradito da amici e fidanzate)
La mia domanda principale è: esiste un modo per uscirne, per tornare a vivere normalmente?
Scusate la lunghezza e lo sfogo, ma è una situazione che comincio a non sostenere più.
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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazzo,
se hai già iniziato un percorso psicoterapeutico hai già fatto la scelta di volerti prendere cura di te per stare meglio. Hai condiviso con il tuo terapeuta questi timori che hai manifestato a noi?

Credo che sia necessario che tu ti dia il tempo per proseguire la cura iniziata per vedere se si verificano dei miglioramenti; un mese e mezzo è un tempo molto breve.

Ti chiedo, è accaduto qualcosa che secondo te potrebbe spiegare o essere associato con la comparsa di questo problema 6 mesi fa?


Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, grazie per la rapidità della risposta.
Per rispondere alla sua domanda, io dall'estate scorsa ho avuto un periodo abbastanza difficile nel senso che:
- ho iniziato l'università
- ho intrattenuto una relazione a distanza abbastanza complicata
- ho avuto parecchi problemi con i miei amici più stretti (fatto questo che mi ha fatto stare molto molto male)
Purtroppo la questione sarebbe un po più lunga nel senso che a me 5 anni fa era successa una cosa simile (senso di irrealtà, "apatia" etc.) solo che ero poi sempre riuscito a fare le mie azioni quotidiane (studiare, leggere, intrattenere relazioni) ed era successo per cause legate alla marijuana e all'alcol(credo che poi la paura e l'ansia abbiamo solo peggiorato le cose).
Proprio perchè questa volta non riesco a trovare delle cause mi chiedo se è uno stato che durerà per sempre, che non riuscirò a far passare, ma soprattutto che così come mi è arrivato dal nulla, potrà tornarmi più avanti nella vita! Guardi io in questi 6 mesi ho letto talmente tante cose tra questo sito, vari siti di psicologi etc. e ogni volta trovo sempre qualcosa che "manca" nell'identificazione del problema, ma soprattutto non riesco a trovare una cura.
La mia psicologa è pubblica (per necessità finanziarie sono obbligato a rivolgermi agli psicologi dell'asl) e gliene ho parlato certo, è una psicologa molto giovane e sembra anche brava, solo che non riesco a vedere miglioramenti (non sto prendendo nessun tipo di pastiglia o gocce).
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile utente spero di fornirle qualche altro spunto invitandola a leggere questa news
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/908-che-sensazione-di-estraneita-sara-dissociazione.html

tuttavia deve dare il tempo alla sua psicologa di entrare nel merito della situazione per poterla aiutare.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazzo,
l'aver individuato alcuni eventi che lei ha percepito come potenzialmente stressanti e faticosi le può essere d'aiuto nel percorso terapeutico che ha intrapreso.

Come le ho già detto prima e come le ha consigliato anche il collega, si dia il tempo per procedere nella cura e trarne giovamento.


Cordiali saluti
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Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
Gentile utente,
un mese e mezzo dall'inizio della terapia è un tempo molto breve per cominciare ad apprezzare cambiamenti significativi, deve darsi tempo.

Inoltre, ogni individuo è diverso dall'altro e ogni sintomo si manifesta in soggetti differenti con modalità differenti pur avendo la stessa "etichetta" diagnostica.

Parli delle sue perplessità in terapia e se tra un pò di tempo giungesse alla conclusione che non sta ottenendo alcun beneficio dall'intervento valuti se rivolgersi a qualcun altro.

un caro saluto

Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com

[#6]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio tutti delle risposte, spero allora che questa cura psicoterapeutica aiuti effettivamente.
Avrei ancora un paio di domande da porvi per la mia curiosità:
- è effettivamente vero che antidepressivi servano per CURARE il problema e non solo ATTENUARE i sintomi?
- è vero che la depressione è un problema fisico e quindi distinguibile da problemi psichici? Nel qual caso, come si riconosce di avere l'uno o l'altro problema?
- questa domanda che è la più importante di tutte: passano questi momenti oppure dovrò imparare a conviverci per il maggior tempo possibile? Lasciano strascichi nella vita oppure magari un giorno torneranno i miei pensieri e ricomincerà tutto da capo? (io sono terrorizzato da quest'idea)

Scusate per le molte domande che magari a voi appariranno troppo "ansiose" o "paranoiche" ma sono effettivamente alcune delle domande che mi pongo da tempo e che mi spaventano maggiormente (poter pensare di avere problemi mentali, tipo essere pazzo, oppure di dover diventare dipendente da antidepressivi come mia nonna e mia madre, o da ansiolitici, come mio fratello, e soprattutto il fatto che possa non passare, che debba restare così per tutta la vita)

Grazie a tutti per l'attenzione e per la rapidità nelle risposte.
Saluti, Matteo
[#7]
dopo
Utente
Utente
Ah, dimenticavo, per rispondere alla dottoressa Federica Meriggioli,
5 anni fa ero stato male per cause, CREDO, legate ad abuso di alcool e marijuana (in una sola serata, non sono mai stato un dipendente da queste sostanze) ma mi rendo conto di aver avuto problemi, contemporaneamente, molto simili a quelli che ho avuto 6 mesi fa (prima ferita profonda amorosa, un'altra grande ferita dai miei amici "storici" che mi hanno poi portato a un abbandono da parte loro).
Io da quel momento non ho più, mai più, fatto uso di marijuana e alcool credendo di restare lontano dai miei problemi di "irrealtà", cosa che effettivamente è successa, salvo poi ripresentarsi 6 mesi fa appunto. Io per questi 5 anni al solo pensiero di fumare uno spinello erano connessi vari batticuori e stati d'ansia (generati dalla paura quindi immagino).
Ah si, ecco, un'altra domanda è:
- è possibile che per una sera di eccessi si possano essere danneggiate irrimediabilmente parti del cervello che magari solo dopo anni e uno stile di vita un po "dandy" (da luglio 2010 non sono mai andato a dormire una notte prima delle 3 tranne in questi ultimi 4 mesi in cui ho provato a vedere se andando a dormire prima si risolvessero i miei problemi, quindi fosse un fattore legato rpincipalmente alla stanchezza, perchè poi ogni giorno io mi sento stanco, da quando mi alzo alla sera, salvo poi non riuscire a dormire) e, quindi, collegandomi alle mie domande sopra, possa essere un qualcosa di non curabile?

Grazie ancora per l'attenzione e le mie scuse per domande magari un po "bizzarre".
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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazzo,
lei chiede

"è effettivamente vero che antidepressivi servano per CURARE il problema e non solo ATTENUARE i sintomi?"

se le sono stati prescritti da un medico o da uno psichiatra è a loro che dovrebbe porre questa domanda, gli psicologi non hanno una formazione per poterle dare indicazioni in merito

"è vero che la depressione è un problema fisico e quindi distinguibile da problemi psichici? Nel qual caso, come si riconosce di avere l'uno o l'altro problema?"

corpo e mente fanno pare di un'unica unità, pertanto si influenzano vicendevolmente; distinguere se si tratti solo di un problema fisico o solo di uno psichico è, in questo caso, difficile da dire perchè le due cose potrebbero sovrapporsi

"questa domanda che è la più importante di tutte: passano questi momenti oppure dovrò imparare a conviverci per il maggior tempo possibile? Lasciano strascichi nella vita oppure magari un giorno torneranno i miei pensieri e ricomincerà tutto da capo? (io sono terrorizzato da quest'idea)"

anche in questo caso non è possibile dare una risposta univoca, dipende da molti fattori; certo che se lei sta seguendo un percorso di cura potrà trarre dei giovamenti; rientra nelle sue possibilità chiedere al terapeuta che la sta seguendo che, al termine del percorso terapeutico, le dia alcune delucidazioni in merito al lavoro svolto.

Per quanto riguarda l'episodio legato all'abuso di alcool e marijuana, questi potrebbero essere stati dei fattori scatenanti l'episodio momentaneo, così come anche aver più semplicemente reso più manifesti segnali già presenti. Dirle con certezza cosa è accaduto non è possibile da qui.

Cordiali saluti


[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dei chiarimenti, comunque no non mi sono stati prescritti farmaci né nulla ancora ma credo che la motivazione sia di essere appena all'inizio della terapia.
Spero che abbiate capito che la fonte di tutte queste mie domande sia solo la paura di non poterne uscire che quindi mi porta appunto ad avere questi pensieri, anche se so bene che nella maggior parte dei casi sono solo ansia e paura a moltiplicare i sintomi.

Grazie dell'attenzione, cordiali saluti.
Matteo
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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazzo,
le difficoltà e i problemi vanno affrontati per essere risolti, e la paura è un piccolo prezzo da pagare.

Prosegua il suo percorso con la terapeuta e si dia il tempo necessario per stare meglio.

Se ha piacere può tenerci aggiornati,

Cordiali saluti
[#11]
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Utente
Utente
Lo farò sicuramente :)

A presto, buona giornata!
[#12]
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Utente
Utente
Ah scusate ancora, secondo voi per questo tipo di problemi è più utile rivolgersi a psicologi o psichiatri? (anche se non ne conosco a fondo la differenza tranne quella di poter o meno prescrivere medicinali).
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Che tipo d'inquadramento del problema ti ha dato (se te lo ha dato) la psicologa?

Dalle tue molte domande e dalla descrizione del vissuto fortemente rimuginatorio che dici di avere, la mia ipotesi è che tu debba mettere sotto controllo una forte tendenza all'ossessività, aiutato dallo specialista.

Alcune tue domande sono legittime, ma in gran parte costituiscono esse stesse il problema. In altri termini il problema è che ti fai troppe domande. È a questo, in primo luogo, che la tua terapia dovrebbe rivolgersi.

Dato che in passato hai fatto uso di sostanze è opportuna anche una valutazione psichiatrica del tuo stato di salute, cosa che t'invito a fare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#14]
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Utente
Utente
Dottor Giuseppe Santonocito, innanzitutto grazie dell'attenzione,
La psicologa per ora non mi ha dato ancora nessun inquadramento (abbiamo fatto 4/5 sessioni per ora, sinceramente non ricordo) a parte il fatto di aver notato una mia particolare tristezza e uno stato emotivo ancora non maturo.
Io si, riconosco di avere una forte tendenza all'ossessività (ho costantemente la paura di essere tradito dalla mia ragazza, oppure che i miei amici mi voltino le spalle) e leggendo avevo notato discorsi del tipo: "Sono le domande stesse la causa del problema" oppure del metodo dei 5 minuti 5 volte al giorno. Dunque mi sorge spontaneo chiederle come si faccia a "smettere di pensare". E' anche possibile che oramai il mio cervello sia entrato in un impostazione di tipo paranoico/depressivo per il quale questo stato diventi la normalità, e quindi la mia sensazione diventi una cosa "normale" e quindi più difficile da curare? (questa domanda poichè mi accorgo di star progressivamente dimenticando come mi sentivo quando ero "normale", anche se da quando ho cominciato qualcosina, ma proprio poco, comincia a cambiare).
Riguardo alle sostanze, purtroppo non riesco a dare un vero senso alla parola "abuso", tenendo conto che alcool non ne ho mai bevuto (a parte quel fatidico giorno di 5 anni fa) mentre invece con la cannabis sono andato avanti per, diciamo, un anno e mezzo. Può essere che la giovane età abbia causato effetti maggiori?
E poi, anche se leggendo so che è una domanda che dovrei porre a uno psichiatra ma credo che possiate comunque darmi una risposta anche voi, è possibile che possa avermi creato un effetto permanente a livello cerebrale?

Ultima domanda, è possibile che io mi stia "inventando" tutto questo? Nel senso, che in realtà, essendo comunque una persona suggestionabile, leggere e informarmi non abbia fatto altro che alimentare le mie paure ed i miei dubbi, creandone di nuovi e tutte le conseguenze che questo può portare?

Può passare?

Grazie, cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Hai verosimilmente bisogno di due cose: di una psicoterapia specifica per l'ossessività e di farti vedere da uno psichiatra.

Per la prima ti suggerisco di parlarne con la psicologa che ti sta seguendo, perché è molto difficile uscire dai circoli viziosi ossessivi attraverso una terapia discorsiva o aspecifica: occorre ricevere istruzioni comportamentali specifiche ed essere guidati.

Della seconda hai bisogno perché l'uso di sostanze può pregiudicare anche quando l'uso è sporadico e non ci sono stati abusi, se si è predisposti.

Ovviamente, siccome mostri di esserti documentato, non risponderò ai tuoi dubbi perché saprai che rispondere alle domande dettate dall'ossessività è il modo migliore di alimentarle.

Cordiali saluti
[#16]
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Utente
Utente
Grazie mille dottor Santonocito, si purtroppo l'ho sempre notato a mie spese che porre domande ossessive e ricevere risposte non porta ad altro che alimentarle.
Farò una visita dallo psichiatra allora, però per questo ho un ultima domanda: esistono, come gli psicologi, anche psichiatri dell'asl, quindi pubblici? Purtroppo non ho una situazione finanziaria che mi permetta una cura psichiatrica privata.

Grazie in anticipo sulla risposta.
[#17]
dopo
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Ah dottore, ancora una cosa: riguardo l'uso di cannabis, io ero stato male 4/5 mesi dopo quella giornata, ma poi tutto è tornato alla normalità di botto, da un momento all'altro.
Per 5 anni non ho sofferto quasi mai di senso di irrealtà, quindi mi sono autorisposto (all'epoca avevo 15 anni) dicendomi appunto quello che sto leggendo ora dopo 5 anni, ovvero che verosimilmente per "riprendermi" ci volesse più tempo che qualche giorno poichè il mio cervello si dovesse riabituare allo stare senza il THC.
Ma ritornandomiora gli stessi sintomi solo che amplificati, è possibile un danneggiamento che magari non ho sentito per 5 anni e torna ora a farsi sentire a causa dei tanti cambiamenti oppure perchè certe zone del mio cervello sono state impossibilitate e ora, che magari ci vuole per andare nella vita una maggiore capacità cerebrale, una maggiore elasticità, si faccia sentire?
Lo so che probabilmente starò chiedendo di nuovo cose a cui non avrò una risposta chiara per non peggiorare l'ossessione, ma è come se fosse uno "stream of consciounsess", non riesco proprio a trattenermi dal farle queste domande. Credo sia la paura a portarmi a fargliele. Grazie dell'ascolto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Certo che ne esistono, anzi puoi informarti direttamente alla Asl dove stai vedendo la psicologa. Puoi chiedere direttamente a lei.

Cordiali saluti
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Utente
Va bene, lo farò, grazie ancora.
Buona giornata.
Matteo
[#20]
dopo
Utente
Utente
Scusate ancora dottori, ho una domanda riguardante questioni procedurali:
- E' un problema portare tutte queste conversazioni, così come sono scritte, alla mia psicologa? Perchè purtroppo non sono informato su questioni legali in merito (privacy, segreto professionale e cose simili)

Ve lo chiedo perchè effettivamente ho paura di dimenticare dubbi e risposte, essendo che nella mia mente si moltiplicano ogni momento.

Grazie in anticipo per le risposte.
Cordiali saluti a tutti.
Matteo
[#21]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Matteo,
non c'è alcun problema relativo alla privacy perchè la tua richiesta e le successive risposte degli specialisti sono accessibile a tutti coloro si registrano al sito, quindi puoi stamparle e portarle alla psicologa tranquillamente.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#22]
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Utente
Utente
Molto bene, grazie mille!
Saluti,
Matteo