Ipocondria e infarto

Buongiorno a tutti......eh si, penso di essere diventato ipocondriaco, più precisamente temo di poter cadere vittima di un arresto cardiaco improvviso! Ho 29 anni, ma ho già fatto diversi ecg,uno anche sottosforzo, e un eco-cardiogramma all'ospedale di MN dove vivo, e non vi dico quanti prontosoccorso ho visitato....ma l'esito è sempre stato negativo! quindi escludendo un problema di carattere fisico, mi rimane il fattore psicologico da analizzare! Premetto di essere già stato una decina di volte, da una specialista la quale ha pensato bene di intraprendere un percorso di terapia a carattere cognitivo-comportamentale, ma con scarsi risultati! All'inizio ho escluso categoricamente l'ipotesi di consumare antidepressivi per curarmi, riponendo maggiore fiducia nell'analisi!...ma forse è arrivato il momento di ricredersi?? ormai sono circa 2 anni che vivo con il quotidiano cruccio(salvo rari casi) di avere un infarto, ascoltando la minima variazione di stato del mio corpo!....ormai ho l'impronta delle due dita sulla giugulare per sentire se il cuore batte regolarmente:-)..detto ciò vorrei chiedervi gentilissimi medici se secondo voi è il caso di iniziare a intraprendere una terapia farmacologica?...terapia combinata psicoanalisi-farmaci?...che effetti collaterali danno questi farmaci??....esiste un modo per non spendere 60-70 euro alla settimana di sedute??...visto che con gli stipendi che girano vivrei solo per pagarmi lo psicologo!! grazie a tutti!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Gentile utente,

il trattamento indicato per il suo tipo di disturbo, che non sembra essere l'ipocondria, e' quello combinato farmacoterapia e psicoterapia.

In genere è sempre utile iniziare un trattamento farmacologico, in quanto, dopo qualche breve tempo, la riduzione dei sintomi consente un miglioramento sostanziale della qualita' della vita.

Gli effetti "collaterali" dei farmaci non sono diversi o peggiori di farmaci che normalmente possono essere assunti durante la propria vita.
Per tali effetti è sempre utile avere uno psichiatra di riferimento che possa spiegarle le problematiche connesse.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Dr.ssa Tiziana Teruzzi Psicologo 20 3
Gentile Utente,

sono dell'opinione che un trattamento farmacologico può darle qualche sollievo, permettendole quindi di concentrarsi appieno sul percorso psicologico che ha intrapreso.
Mi permetto di farla riflettere sul fatto che è difficile valutare i successi di una psicoterapia dopo "una decina" di incontri.
Il suo comprensibile desiderio di trovare benessere merita di essere coltivato insieme ad un onesto e continuo lavoro su di sè.

Cordialmente

Dr.ssa Tiziana Teruzzi

Dott.ssa Tiziana Teruzzi

www.tizianateruzzi.it

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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentili medici, vi ringrazio calorosamente della tempestiva risposta e sicuramente seguirò il vostro consiglio......ma è di oggi la notizia sulla Gazzetta di Mantova di una ennesima morte improvvisa per arresto cardiaco di un 38enne, il quale a sentire i genitori non ha mai accusato nessun disturbo neanche quando giocava a calcio!!!....sono terrorizzato a questa idea, al pensiero che possano accadere certe cose, e mi sento nonostante le varie visite, come se ci fosse dentro di me un problema cardiaco latente, non ancora diagnosticato anche da ecg o eco!!...da qui la mia paura! Domani vado dal medico e ne parlerò con lui!
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente,
concordo con il consiglio datole dal Dr. Ruggiero, il suo percorso psicoterapeutico è necessario mandarlo avanti, meglio se con l'ausilio di una farmacoterapia.

Cordialmente

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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