Psicoterapia e coaching

Scrivo per avere un parere su una decisione da prendere.
Ho deciso di fare una psicoterapia per avere un supporto per quanto riguarda la mia vita professionale e per migliorare di conseguenza anche la mia vita privata.
Vorrei migliorare le mie attuali condizioni di lavoro e in generale vivere una vita più appagante. Ci sono alcuni aspetti della mia vita che non riesco a realizzare.
Cercando uno specialista su internet, ho trovato che nella mia città lavora uno psicoterapeuta che fa il coach per aziende e che ha lavorato per leader e dipendenti di imprese, alcune di queste molto famose.
Sono tentato di contattarlo, ma non so se è la scelta giusta, perché il lavoro di cui ho bisogno andrebbe fatto su due piani: uno interiore (desideri, paure, inibizioni) e uno esteriore (consigli concreti su come realizzarsi professionalmente e personalmente).
Non so però se uno psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico potrebbe essere più utile oppure se devo provare con questa forma di coaching. In passato ho fatto già una psicoanalisi e mi sono trovato molto bene. Poi ho dovuto interrompere a causa di problemi di salute dello psicoterapeuta.
Per il tipo di problemi che voglio affrontare quale può essere la scelta migliore?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
gentile utente, si assicuri che il coaching sia psicologo iscritto all'albo degli psicologi e specializzato in psicoterapia. se si andrà bene per ciò che cerca. Occhio ai coaching senza laurea e abilitazione.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

la psicoterapia costituisce un trattamento da attuare a fronte della presenza di un quadro psicopatologico, mentre tutti gli altri interventi psicologici consistono sostanzialmente in sostegno psicologco, abilitazione/riabilitazione psicologica o counselling psicologico anche quando sono erroneamente o per semplificazione denominati "psicoterapia".

In sintesi, se non c'è nulla da curare non si attua una terapia, ma un percorso di sostegno/crescita/rafforzamento, e mi sembra di capire che lei stia cercando un intervento di questo tipo.

E' così o soffre di qualche disturbo psicologico?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie molte per le risposte che mi stanno aiutando a fare chiarezza. La persona che ho contattato ha una laurea in psicologia ma non è psicoterapeuta e si qualifica come coach per le imprese, vantando una vasta esperienza internazionale.

Sono stato attirato da queste caratteristiche perchè il mio problema riguarda soprattutto l'ambito professionale, nel senso che ho intenzione di fare delle scelte importanti, ma vorrei essere aiutato a capire cose voglio davvero e a non fare colpi di testi.

Le mie difficoltà forse dipendono dall'insofferenza che mi porto dietro per non sentirmi realizzato in alcuni aspetti della mia vita. Indagare un po' di più su questo aspetto potrebbe aiutarmi.

E quindi quale specialista mi consigliate? a questo punto io farei una seduta con il coach (se non ha tariffe troppo alte) per vedere di pianificare le cose per il lavoro e cercherei uno psicanalista per un lavoro più complessivo. Lo psicanilista è anche sempre psicoterapeuta? Scarterei al momento un psicoterapia comportamentale o strategica, perchè vorrei scavare più a fondo e non limitarmi a modificare alcuni atteggiamenti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' quindi iscritto all'Albo come psicologo e non psicoterapeuta, giusto?
La sola laurea in Psicologia non abilita all'esercizio della professione di psicologo, e dato che in giro ci sono parecchie situazioni poco chiare preferisco specificare anche questo punto per darle un'informazione più completa.

Se questa persona è uno psicologo è qualificata per occuparsi di problematiche come quelle che lei vorrebbe approfondire, e l'esperienza in ambito aziendale costituisce sicuramente un plus da questo punto di vista.

Per quanto riguarda la sua domanda sulla formazione degli psicoanalisti, anche in questo caso è opportuno che lei si accerti dei titoli del professionista che contatterà, verificando che si tratti di uno psicologo psicoterapeuta specializzato in psicoterapia psicoanaltica (o eventualmente di un medico psicoterapeuta specializzato in tale orientamento psicoterapeutico).
La psicoanalisi come terapia è infatti erogabile solo da chi abbia conseguito l'abilitazione all'esercizio della psicoterapia, come avviene per l'erogazione della psicoterapia di qualunque altro orientamento.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
gentile utente la difficoltà nell'effettuare scelte professionali può scaturire anche da difficoltà più "profonde" come le chiama lei o in difficoltà di carattere emotivo, cognitivo ecc
e questo lo può stabilire solo uno psicologo che non deve avere solo una laurea ma deve anche essere iscritto all'albo degli psicologi. Il coach è abilitato alla professione di psicologo? se si allora le potrà fare anche una diagnosi altrimenti no!
Inoltre se la valutazione evidenzia qualche problema lo psicologo psicoterapeuta potrà aiutarla anche nelle scelte lavorative.
saluti
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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
In realtà io mi sono mosso in questa direzione perchè vorrei trovare una persona che conosce bene le dinamiche del lavoro per consigliarmi al meglio nel fare delle scelte che mi valorizzino e mi appaghino. Questo non toglie che sia necessario anche un lavoro sulle ragioni del mio attuale malessere. Diciamo che vorrei essere "lucido" nel prendere certe decisioni, senza farmi condizionare da impulsi momentanei. Anche perchèho un bel po' di dubbi. Per questo mi converrebbe parlare con un po' di gente, prendere il più possibile informazioni e poi rimettere tutto in ordine con l'aiuto di uno psicoterapeuta che però deve sapermi seguire nel mio mondo e non essere troppo estraneo.
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Dr.ssa Ilaria Datta Psicologo 10 1
Gentile Signore,
stanti gli utili chiarimenti dei miei colleghi, aggiungo un paio di consigli.

Per avviare un percorso di sostengo psicologico o di psicoterapia è necessario che tra lo specialista e il richiedente ci sia feeling e si instauri sin dalle prime sedute un rapporto di fiducia; naturalmente questo lo si può verificare solo dopo aver incontrato lo specialista.
Le consiglio, pertanto, di incontrare il collega di cui parla, poi decidere.

In genere gli psicologi e gli psicoterapeuti propongono qualche seduta preliminare per conoscersi, poi si decide entrambi se continuare; il professionista saprà dirle se può essere lui la persona adatta ad aiutarla; e lei capirà se quella è la persona adatta alle sue esigenze.

Inoltre, le consiglio, se può, di affidarsi ad un unica figura professionale che l'accompagni a cercare delle risposte, sia per quanto riguarda una conoscenza profonda di se stesso, sia per quanto riguarda la vita pratica. Questi due aspetti della vita, infatti, sono strettamente legati; affidarsi a due figure professionali distinte, che lavorano, in fin dei conti, con lei su di lei, potrebbe generare confusione.

Cordiali saluti

Dr.ssa Ilaria Datta
http://ilariadatta.wordpress.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Magari può iniziare a chiedere una consulenza psicologica allo psicologo che lavora in ambito aziendale e poi approfondire con uno psicologo psicoterapeuta il resto del discorso.
[#9]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie per i suggerimenti, tutti molto preziosi.

Il mio problema sul lavoro nasce dal fatto di essere un po' stanco di ciò che faccio. Insegno greco e latino in un liceo e sono sinceramente demotivato nel vedere colleghi vecchi, invidiosi e depressi e soprattutto un ambiente per nulla competitivo dove si va avanti solo in base all'anzianità di servizio. Io invece sono giovane, ho nuove idee e vorrei sperimentarle, ma, quando presento un progetto, o i colleghi iniziano a fare mille inutili problemi o bisogna aspettare secoli per avere l'approvazione e qualche soldo. Poi io sono solo supplente e quindi l'ultima ruota del carro pur valendo di più di molti impolverati colleghi ultracinquantenni che nemmeno si ricordano cosa significa lavorare con passione. L'unica cosa per me appagante è il rapporto con gli studenti, che mi arricchisce e in parte allevia questo senso di frustrazione.

Io avrei bisogno di più stimoli, di sfide, di mettermi in gioco, di progettare e vedere subito risultati concreti e non perdermi nei mille rivoli di un'istituzione anestetizzata. Per questo vorrei proprio cambiare settore e dare una svolta netta, anche se i rischi sono tanti e non so dove potrò approdare.

Attualmente diciamo che sto benino, mi piace il lavoro che faccio in fondo, ma viste le condizioni in cui lo faccio sarei più che pronto a mollare. Però non vorrei essere condizionato in questa scelta delle mie attuali difficoltà che magari un domani si potrebbero ripresentare altrove. Devo ammettere però che il mondo delle imprese e del business mi sta incuriosendo sempre di più.
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Dr.ssa Ilaria Datta Psicologo 10 1
Gentile Signore,
da queste sue ultime parole sembra che la questione riguardi più che altro una scelta di tipo lavorativo, certamente non facile da prendere, ma che in genere non richiede il consulto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta; a meno che questa scelta non si accompagni ad una sofferenza interiore, dovuta alle più svariate ragioni. A questo punto mi è più chiara anche la sua decisione di rivolgersi ad uno specialista che si occupa di fare coaching per le aziende.

D'altra parte, capita spesso di rivolgersi allo psicologo per un chiarimento con se stessi di ordine puramente pratico e di scoprire poi che questa decisione pratica, ad esempio cambiare lavoro, era fondamentale per dare una svolta alla nostra vita; questa è la ragione per cui da soli certe decisioni non riusciamo a prendere, il cambiamento spaventa; ma talvolta il cambiamento è necessario per crescere come individui.

Quindi, coraggio, fissi l'appuntamento con il suo specialista e vada ad esporgli le sue perplessità, poi deciderà se consultarne anche un altro, se proseguire con quello o se andare avanti da solo.

Ci tenga informati sugli sviluppi della questione
Un cordiale saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Un cambiamento come quello che ha in mente è sicuramente realizzabile alla sua età, mentre in futuro potrebbe essere più complesso perseguirlo e portarlo a termine: visto l'entusiasmo e la voglia di fare che ci riferisce di avere non penso che incontrerà significative difficoltà ad impegnarsi per mettere a frutto le sue qualità in un diverso contesto.

Purtroppo non sempre le risorse sono riconosciute e adeguatamente utilizzate da chi ne ha facoltà e a volte non resta che cercare un nuovo ambiente disposto a recepirle e impiegarle al meglio.
Se si è reso definitivamente conto del fatto che per vari motivi nella Scuola le sue idee e il suo entusiasmo non possono che rimanere ignorati può prendere una diversa direzione senza rischiare rimpianti.
[#12]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie per le risposte.

Due motivi mi spingono soprattutto a cambiare: la precarietà del mio attuale impiego e l'ambiente poco stimolante e immobile in cui lavoro. Inoltre continuando a fare supplenze non ho nessuna garanzia di avere un domani un posto fisso... quindi mi troverei ad impegnarmi per dei risultati che potrebbero non arrivare a prescindere dai miei meriti.

Mi piacerebbe lavorare in un settore molto più dinamico, in cui mi possa sentire parte attiva dei processi di cambiamento e in cui possa occupare una posizione più solida da incrementare secondo criteri meritocratici. Certo mi dispiacerebbe non poco abbandonare lo studio delle lingue classiche (ci ho lavorato per tanti anni), ma credo che le competenze che ho sviluppato in questi anni possano essere investite fruttuosamente in settori più redditizi in cui possa anche io sentirmi maggiormente valorizzato. Anzi, specializzandomi in un nuovo settore, penso che potrei offrire anche qualcosa di più rispetto agli altri proprio per via del mio percorso eclettico.

Sono però consapevole che si tratterebbe di una svolta netta, che mi porterebbe su un'altra strada e che potrebbe avere un forte impatto psicologico. Da qui le mie paure e il desiderio di discutere delle mie scelte con un professionista.

Infine mi spaventa l'idea che un eventuale cambio di settore possa essere considerato da me o da altri come un fallimento: siccome non sono riuscito ad affermarmi nelle scuola, ora ripiego su una cosa diversa, che tra l'altro presenta molte incognite... sarò in grado di affrontare tutto questo?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Io penso di sì: sicuramente le incognite non sono poche, ma mi sembra che lei abbia molta voglia di riuscire a realizzarsi nel lavoro e la preparazione che ha acquisito negli anni le consentirà sicuramente di reinventarsi perchè molte abilità sono trasversali e indipendenti dal contenuto al quale si applicano.

Per quanto riguarda la possibilità di considerare una sconfitta il cambiamento che farà, penso che preoccuparsi dell'eventuale parere altrui sarebbe superfluo anche perchè di solito è davvero difficile che una qualunque scelta incontri il favore unanime di amici e parenti.

In ogni caso è molto più coraggioso ammettere che in un certo ambiente non si avrà un futuro (soddisfacente) e modificare la propria traiettoria non sapendo dove si arriverà, piuttosto che insistere fallimentarmente (ma comodamente) a percorrere una determinata strada dopo aver constatato l'assenza dei pressupposti necessari per conseguire dei risultati concreti.