(psiconcologia) come dare una mano ad un amico?

Buonasera a tutti.

La madre del mio più caro amico ci sta per lasciare, le cure sembrano non funzionare più e lei è gravemente debilitata. Si parla di mesi.

Me l'ha appena confidato via sms, non ne ha mai parlato apertamente dal vivo, ha sempre evitato il discorso.

Io oltre i soliti "sii ottimista, non pensare al peggio, quando vuoi ne parliamo di persona" non so come aiutarlo ad affrontare questa difficilissima situazione.

Sono il suo unico sfogo.

Come posso aiutarlo? Abbiamo tutti e due trentanni, sappiamo tutti come vanno a finire queste cose, ma non ho idea di cosa dirgli per farlo sfogare o per farlo sentire meglio.





edit: mi sa che ho sbagliato sezione, volevo postare in psicologia e non in psichiatria.
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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissima,

purtroppo prima o poi ci si deve confrontare con la morte di un proprio caro.
In questo caso il suo amico è già fortunato ad avere lei che gli sta accanto;
Non si è mai preparati ad un evento cosi' devastante e per questa persona si prepara un momento difficile ed estremamente doloroso.
Gli stia vicino il più possibile e il consiglio che può dargli è di parlare fino all'ultimo con sua madre (sperando che lei lo capisca ancora), in modo da dirle quanto importante è stata per lui e quanto lui le ha voluto bene in questa vita.
Non è facile,è un evento che dopo andrà rielaborato per fasi con l'aiuto di uno psicologo.
Ma per ora l'unico consiglio è di circondarla d'amore e di farle vivere gli ultimi mesi se si può, esaudendo ogni suo desiderio; se non ha dolore dica al suo amico di rasserenarla in tutti i modi che riesce, dicendole che è stata una brava mamma e che vivrà sempre in loro.

Le posso consigliare un libro:

Distacchi
di Judith Viorst

In questo libro si affronta ogni tipo di distacco e in un capitolo finale, c'è proprio un ABC del morire.
Dei consigli per preparare la persona alla morte imminente e come affrontare la relativa perdita


Spero davvero di esserle stata in qualche modo d'aiuto

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa.
Purtroppo ho perso mio padre nello stesso modo 12 anni fa, ma queste cose mi lasciano sempre inerme, senza parole e non so cosa dire o fare per aiutare chi mi sta accanto.

Lui è un ragazzo forte, padre di 2 bellissimi bambini (in arrivo il 3°) e per me è come un fratello.

La madre è lucida, sono più di 10 anni che continua a lottare.

E' una situazione particolare, le speranze sono minime, quasi 0, ma non me la sento neanche di dirgli di "accettare" come non me la sento di illuderlo, perchè sa anche lui che c'è poco da fare contro questo male.

Speriamo di dargli una mano.

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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissima,

Non si è mai pronti davvero.....soprattutto se è un genitore.
Questo suo amico ha comunque tante cose a cui aggrapparsi per farsi coraggio, i suoi bambini saranno fonte di continuità di vita e vedrà che in primis sarà forte per loro.
Se dopo l'evento noterà dei cambiamenti nel suo carattere (chiusura, rabbia, malinconia)
che perdurano a lungo, vorrà dire che dovrà affrontare la rielaborazione del lutto con un professionista.

Lei cerchi di stargli accanto con il suo affetto di sempre.

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dopo
Utente
Utente
Grazie.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
il modo migliore di aiutare il suo amico in questo momento e' proprio di accoglierlo in questo periodo in tutte le espressioni emotive che gli sono proprie:
la speranza non va mai tolta ma non va neanche negata la realta'.
Se lei e' passato attraverso lo stesso dolore puo' essergli davvero d'aiuto con l'empatia e l'affetto vero!
Coraggio a entrambi!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Elisabetta Molteni Psicologo, Psicoterapeuta 112 3 4
Gentile utente, infatti la malattia grave va a incidere non solo sull’individuo colpito, ma anche sui suoi familiari. Se da un lato la famiglia è la prima che dà supporto, dall’altro essa stessa è ugualmente bisognosa di sostegno, poiché questo evento stressante la obbliga a dover modificare la propria vita quotidiana per adattarsi alla nuova situazione. Spesso la sofferenza della famiglia rimane implicita e inespressa, a causa della necessità di far prevalere le funzioni di cura e sostegno verso il paziente. D’accordo con i commenti precedenti, Le consiglio di stare vicino al suo amico regalandogli uno spazio di condivisione, di “sfogo” come dice lei, e di ascolto delle sue sofferenze legate alla malattia della mamma. Cordialmente

Dr.ssa Elisabetta Molteni
Psicologa Psicoterapeuta - In studio e Online
www.elisabettamolteni.it