Complessi di inferiorità

Salve,
Sono una ragazza di 20 anni e da sempre, ma maggiormente negli ultimi due anni, soffro di complessi di inferiorità in rapporto con le persone e con me stessa. Per chi non mi conosce molto questo aspetto non si nota perché esco normalmente, vado nei locali, conosco gente, mi ritiro tardi; ma per chi mi sta vicino è una sofferenza vedermi ogni giorno piangere e disperarmi su vari aspetti: non mi sento sicura mai di ogni piccola scelta, fin dalla cosa più banale come quella di abbinare una maglia ad un pantalone allo scegliere qualcosa di concreto per il mio futuro...ho sempre la paura di non farcela, di non essere capace, di non saper affrontare le situazioni, di sentirmi stupida e inutile..vuota e senza obiettivi da raggiungere. Eppure spesso le persone a me vicine mi stimolano, cercano di consigliarmi ma è come se non riuscissi a recepire nulla. Spesso non voglio pensarci ma se lo faccio non so far altro che piangermi addosso, anche su aspetti miei esteriori, vedendomi non molto bella, non ho mai concretizzato un rapporto con un ragazzo perché le persone che a me piacciono hanno avuto nei miei confronti sempre una certa indifferenza. L'ultimo episodio è stato quello che mi ha segnata maggiormente: il ragazzo scoprendo il mio interesse nei suoi confronti ha cominciato ad umiliarmi a tal punto da far finta che io non esistessi. Questo per me è stato un brutto attacco, ha ulteriormente affossato la mia autostima, già inesistente tra l'altro.. Mi sento depressa e alla mia famiglia non riesco a farlo capire. Loro attribuiscono al problema il fatto che frequenti persone che a loro non piacciono perché non conoscono la “provenienza” oppure perché non studiano o non sono di un ceto sociale medio - alto..insomma praticamente ai fattori esterni che mi circondano mentre il mio è un disagio che riguarda me stessa e nessun’altro. Ho voglia di capire da cosa è causato questo mio malessere psicologico e voglio ricominciare, o meglio cominciare a vivere..vi prego aiutatemi a capire...
Mi scuso anticipatamente per il discorso prolisso e vi ringrazio
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2006 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve, innanzitutto credo che potersi dire di non stimarsi e di sia davvero un atto di notevole coraggio e paradossalmente un modo per vedere davvero cosa sta accadendo alla propria vita. Non so se quello che le dico ha senso per lei, credo che potrà, proprio dando ascolto a quanto sente, decidere se può pensare di chiedere uno spazio per sé dove insieme ad un professionista psicoterapeuta comprendere davvero chi è lei e che cosa desidera fare della propria vita.
Sono convinto che questa potrebbe essere una possibilità utile per dare un senso e forse per cambiare in meglio la situazione che lei descrive s Ovviamente molto dipende da quanto lei è disposta a mettersi in gioco rispetto a quanto vive con l'aiuto di uno psicologo che le dia una mano ad esplorare accuratamente i suoi vissuti e le sue possibilità di scelta.
Se poi lei si sente particolarmente in difficoltà rispetto a quanto vive potrebbe essere utile anche un consulto da uno specialista in psichiatria per vedere di gestire la quotidianità eventualmente anche attraverso un aiuto di tipo farmacologico.
Queste due strade non si escludono a vicenda e al bisogno possono ottenere ottimi risultati.
Credo comunque che potere esporre come ci si sente e non tenerselo per sé possa essere un primo passo per stare meglio, poi da lì se lei vuole potrà avere indicazioni ancora più precise sul percorso da compiere.
Cordialmente


[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la Sua risposta. Ovviamente preferirei ricorrere ad un consulto di tipo psicologico anzichè di uno farmacologico in quanto sono consapevole di ciò che mi sta accadendo..la mia difficoltà sta nel vivere le situazioni della mia vita, la questione di non sentirmi protagonista della mia "esistenza"..non riesco a collocarmi in uno spazio diciamo sociale, anche se con le amicizie non ho molta difficoltà..ma semplicemente come conoscenza poichè non riesco ad andare oltre..non riesco a dimostrare affetti, sentimenti, probabilmete questo è dato dal fatto che primcipalmente non voglio molto bene a me stessa..il punto della situazione è che so le conseguenze delle mie azioni..so che se non faccio delle scelte il problema è mio..ma non riesco a spegarmi la causa, non capisco l'origine di tutto questo odio verso me stessa..talvolta penso che sia il posto in cui vivo che mi ha portato all'esasperazione; che forse andando via, magari cercando un lavoro (perché i miei genitori non hanno molta fiducia nel farmi eventualmente studiare fuori) troverei la mia serenità. Altre invece penso che non importa dove sono o dove andrò..se sto male qui sto male ovunque.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2006 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Mi pare che stia davvero dicendo quanto è difficile ma anche quanto desidera aprire il suo spazio relazionale e vedere se può imparare a darsi valore. A lei ora la libertà e la responsabilità di decidere se desidera approfondire questi aspetti in uno spazio psicoterapeutico o se vuole fare da sé.
In ogni modo in bocca al lupo!
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile ragazza,
forse sta proprio qui il problema, ovvero nel fatto che tu continuamente cerchi risposte.

A volte è il modo in cui una persona riesce a farsi la domanda che rende più probabile la risposta

e se non riesci da sola a farti le domande giuste, forse un esterno potrebbe aiutari

per questo seguirei i consigli del collega Santachiara

hai paura di non farcela? Ti capisco, anche io ne avrei, ma questo non basterebbe a fermarmi

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_