Insoddisfazione ma senzo di colpa

Credo che il mio problema abbia bisogno di un'ampia spiegazione di background: sono sorella di un ragazzo autistico e credo di avere dei problemi dovuti alla mancanza di attenzione che ho avuto durante l'infanzia da parte dei miei genitori. In realtà ho "superato" a mio modo la situazione cavandomela da sola e assumendo un comportamento aggressivo, solitario e disinteressato. Ho sempre avuto una buona intelligenza, o quantomeno così a me pare e sono sempre stata brava in qualisasi cosa mi fossi applicata, probabilmente anche spronata dal fatto che in famiglia non fossi io a dover dare problemi poichè già la questione di mio fratello risulta più che delicata. Ora mi ritrovo a 21 anni, laureata con 110 e lode in anticipo sui tempi, con una testa che molti mi stimano, un ragazzo fantastico al mio fianco, una famiglia che mi concede qualsiasi cosa io voglia. Nonostante questo non mi sento realizzata, non riesco a trovare i miei sogni, non so dove siano finiti. Mi piace quello che studio, e sono anche molto brava, eppure non riesco più a distinguere ciò che mi piace da ciò che detesto. Non sento di avere un talento particolare, so che con del buon impegno (che raramente utilizzo in ciò che faccio, poichè riesco senza grandi sforzi) potrei fare davvero tutto. Probabilmente in questo risulto molto presuntuosa ma constatando i fatti, effettivamente le cose sembrano essere così. La mattina mi alzo e ora che ho tempo da dedicarmi, essendomi laureata, non so cosa fare, cosa vorrei fare. Ho avuto alcune passioni passeggere, ma alla fine non ne ho mai conclusa nessuna. Magari mi viene in mente di fare qualcosa, mi ci metto, ma dopo poco mi stufo, probabilmente perchè non è effettivamente qualcosa che mi può appassionare. Passo le mie giornate ad annoiarmi, quindi a mangiare, ad odiarmi per averlo fatto ma allo stesso tempo a fregarmene. La verità è che non mi frega di niente, ma dal momento che ho una parte fortemente razionale, comunque continuo a studiare e a crearmi un ambiente ricco di possibilità future, qualora mi dovesse venir voglia di coglierle. Fondamentalmente vado avanti per inerzia facendo ciò che razionalmente so che è giusto fare per non mandare al diavolo la vita. Mi piacerebbe avere successo, so di poterlo ottenere, ma alla fine non riesco a visualizzare un vero percorso che mi sproni ad impegnarmi al massimo, cosa che fin'ora non ho mai fatto. In tutto questo mi sento in colpa per il mio stato di insoddisfazione perchè sono circondata da persone che mi vogliono bene e che non voglio inondare di problemi che io non dovrei avere poichè ho tutto ciò che si può desiderare. Ci sono altri seri problemi in famiglia, i miei non mi sembrano all'altezza e ancora non so se esistano veramente. Aggiungo che questo stato di apatia-depressione-insoddisfazione è tale da 5 anni circa, pensavo che con l'università sarebbe passato.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

come mai in cinque anni non ha pensato di chiedere aiuto ad uno psicologo di persona, magari per fare chiarezza sul Suo stato di insoddisfazione e di leggera confusione?
Anche all'università ci sono gli sportelli d'ascolto psicologico...

In ogni caso, è probabile che Lei, cresciuta in un ambiente in cui non voleva dare problemi ulteriori ai Suoi genitori, forse troppo indaffarati dalle cure a Suo fratello, abbia spinto troppo sull'acceleratore per diventare la persona di successo che è: brava in molti ambiti.

Ora, che si è laureata, sta cercando di dare più spazio a se stessa: non Le pare un buon inizio? Certo, si sente insoddisfatta perchè forse negli anni non ha assaporato ciò che faceva, ma non crede ci sia margine per ripartire da se stessa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la celere risposta!

Non ho mai pensato di consultare uno specialista perchè sono sempre stata convinta (e così mi è anche sempre stato detto) che fosse un periodo passeggero. Credevo che con l'università i problemi dei due anni di liceo sarebbero passati. Ogni anno mi ripetevo che sarebbe passato tutto e, concentratami molto sullo studio, non mi sono data respiro così da non poter pensare. Nonostante questo non appena avessi del tempo libero, non impegnato da alcuna attività, il sentimento di disagio riaffiorava e ne seguivano crisi di insoddisfazione e di condanna di me stessa per l'inutilità di tutto ciò che stavo facendo e che avevo fatto in passato. In generale, quindi, non sono mai stata realmente convinta di avere un problema, ma mi convincevo che fosse l'ennesimo ostacolo da dover superare con le mie forze e che il problema fossi io stessa a crearmelo poichè avevo l'opportunità di fare tutto ciò che avessi voluto.

Sicuramente ho premuto l'acceleratore, lo riconosco io stessa. E' stata una foga alla ricerca di una fantomatica cura per le mie pene interiori.
In questo periodo, appunto, cerco di analizzare meglio la situazione e di approfondire la conoscenza di me stessa. Il problema è che più mi fermo a guardare, a sentire, e più ciò che trovo è il nulla. Raramente individuo cosa realmente voglia fare. Mi rendo conto di cosa dovrei fare per raggiungere degli obiettivi (difatti, quando lo faccio, sono in grado di stupire e di ottenere, molte delle volte, ciò che mi ero prefissata) ma in verità non credo siano effettivamente miei. Avere a che fare con la proiezione di ciò che vorrei essere è facile, l'ho fatto per anni, il punto è che guardandomi dentro vedo ancora il vuoto. In 21 anni sembra che io non abbia ancora capito niente di ciò che mi potrebbe appassionare, sul serio, e questa situazione è per me molto frustrante perchè mi sento di aver sbagliato tutto; di essere una neolaureata in qualcosa che è brava a fare, che magari le piace, ma per cui, ancora, non prova quella passione viscerale che la renda qualcosa di più rispetto alle mille altre opportunità in cui mi potrei cimentare.

La ringrazio ancora per la risposta e ad ogni modo ho contattato uno specialista per potergli parlare di questa situazione di cui sono realmente stufa e provare a risolverla nel migliore dei modi.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

da una parte mi pare fisiologico il percorso seguito fin qui e che Lei sintetizza così:

"...Ogni anno mi ripetevo che sarebbe passato tutto e, concentratami molto sullo studio, non mi sono data respiro così da non poter pensare. Nonostante questo non appena avessi del tempo libero, non impegnato da alcuna attività, il sentimento di disagio riaffiorava e ne seguivano crisi di insoddisfazione e di condanna di me stessa per l'inutilità di tutto ciò che stavo facendo e che avevo fatto in passato..."

Tutto questo potrebbe essere una strategia che ha utilizzato per gestire l'ansia e che in quel momento Le pareva la cosa migliore e più saggia da fare. Però guardiamo anche tutti gli aspetti positivi: Lei ha fatto e bene un sacco di cose! Pensi se oggi fosse nella medesima condizione ma senza la Sua laurea e senza tutto ciò che ha costruito.
Quindi non sempre dobbiamo vedere tutto negativo.

Dall'altra, sia gentile con se stessa: ha 21 anni, mica 90! ;-)
Cosa voglio dire con questo?
Che alla Sua età è piuttosto comune non avere le idee così chiare.
Ma accanirsi su tutto ciò forse tradisce un po' d'ansia e comunque potrebbe creare alcuni problemi.

In fondo per capire cosa ci piace e cosa ci dispiace, possiamo utilizzare anche altre forme di consocenza, per esempio quella esperienziale: come fa a sapere che cosa Le piace se non prova attraverso l'esperienza a fare anche cose che magari non Le piacciono? Oppure sbagliando strada per poi riorientarsi? In fondo la vita è anche questo.

In ogni caso sono contenta che abbia deciso di contattare uno psicologo di persona: qui possiamo fare tante ipotesi, ma nessun aiuto concreto come invece potrà riceverlo da un collega di persona.

Magari mi tenga aggiornata sulla Sua storia, se Le fa piacere!

Cordiali saluti,
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per le risposte e gli spunti di riflessione, certamente la terrò aggiornata sull'evoluzione della situazione a seguito di un consulto di uno psicologo di persona.

A presto.