Fallimento e incapacità di reagire

Ho 19 anni e sono diplomata da quasi un anno. Prima del diploma sono sempre stata una ragazza responsabile, capace di portare a termine qualsiasi attività. Essendo piuttosto riservata e timida non ho mai avuto tantissimi amici, ma avevo una forte autostima: mi consideravo una persona intelligente e in generale avevo una percezione piuttosto positiva di me stessa. Dopo essermi diplomata, dovendo scegliere cosa studiare all'università e non avendo le idee chiare, ho iniziato a vivere in uno stato si ansia continua. Continuavo a cambiare idea sulla facoltà da scegliere e nessuna mi sembrava quella giusta. Ho finito per iscrivermi ad una facoltà tra quelle che avevo preso in considerazione, già sapendo però che non sarebbe andata bene, dato che sentivo di farlo più per dovere che per scelta. Dopo qualche mese ho deciso che mi sarei ritirata. Da quel momento ho iniziato a vivere in uno stato di totale apatia: trascorrevo giornate intere senza fare niente, a volte stando semplicemente seduta nella stessa posizione per ore, piangevo continuamente, avevo pensieri suicidi. Mi sentivo un completo fallimento, uno spreco di spazio e di intelligenza, durante i miei attacchi di pianto e di ansia cercavo di "punirmi" graffiandomi, dandomi colpi, ecc. Ho avuto diverse volte pensieri suicidi e per un periodo ho smesso di guidare perchè lo facevo senza realmente prestare attenzione alla mia incolumità o quella degli altri.
Verso febbraio ho avuto una leggera ripresa, ho iniziato a fare dei progetti (viaggi, ecc.) ma senza mai fare nulla di concreto e continuando a rimandare. Ancora adesso non ho fatto la rinuncia agli studi, non ho prenotato il viaggio che pensavo di fare ad aprile, continuo a dire che "lo farò", ma il tempo passa e io non faccio nulla. Sono paralizzata dalla paura di sbagliare ancora e di fallire. Non ho più fiducia in me stessa, penso continuamente che non riuscirò a fare mai nulla nella mia vita e che non troverò mai la mia strada. Vorrei laurearmi ma ogni volta che penso ad una facoltà vedo solo gli aspetti negativi e penso a quello a cui rinuncerei percorrendo quella strada. Ho paura che i miei genitori perdano fiducia in me e per non vedere la delusione negli altri evito i rapporti sociali e sto sempre chiusa in casa. Vedo solo negatività, sono spesso in ansia e sto sempre male fisicamente.
Mi scuso per essermi dilungata tanto e vi ringrazio per l'aiuto.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

sicuramente è difficile il passaggio dalla scuola, in cui qualcuno ti impone dei programmi di studio da seguire e detta i tempi con interrogazioni e compiti a casa, all'università, in cui, c'è un piano di studi, ma di solito il tempo è molto più libero.

La scelta della scuola superiore come è avvenuta?
Ha scelto Lei, o ha scelto qualcuno per Lei?

Ha mai partecipato ai forum di orientamento scolastico?

Il viaggio chi lo paga? O come intende viaggiare?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Nella scelta della scuola superiore non ho avuto incertezze e nessuno mi ha influenzato. Forse il fatto che mia sorella avesse frequentato la stessa scuola ha contribuito a farmi sentire più "sicura", ma non mi sono mai pentita di quella scelta durante gli anni di studio. (L'unica altra scuola che mi sarebbe piaciuto frequentare l'avevo esclusa in quanto non aveva una buona reputazione nella mia città).

Per quanto riguarda l'orientamento, nella mia scuola non è stato organizzato in modo adeguato, perciò non è stato molto d'aiuto. Ho provato a fare delle sedute di orientamento durante il periodo trascorso all'università ma non è servito a chiarirmi le idee, e naturalmente questo mi ha scoraggiato ulteriormente.
Ormai al pensiero di dover prendere una decisione in merito al mio futuro universitario provo solo una forte ansia e la sensazione che qualunque sarà la mia scelta sarà quella sbagliata.

Il viaggio sarà un soggiorno di qualche mese all'estero durante il quale intendo studiare e lavorare. Sarà pagato dai miei genitori ma spero di riuscire a contribuire al mio mantenimento lavorando.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

e se il Suo futuro non fosse universitario?

Oggi che scelte ha fatto Sua sorella?
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dopo
Utente
Utente
Mia sorella si è laureata e ora lavora.

Sinceramente non riesco a immaginare un futuro "non universitario" senza sentirmi un completo fallimento. Non credo che potrei essere soddisfatta di me stessa, anzi sarei piuttosto delusa. Ho sempre pensato che mi sarei laureata, perchè ne ho a possibilità e soprattutto le capacità (o almeno pensavo di averle). Il fatto è che il solo pensiero di scegliere una facoltà e di ritrovarmi in un'aula piena di persone mi mette in ansia. Finirei per sentirmi di nuovo a disagio e cambierei idea un'altra volta.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

certo che dover scegliere tra un completo fallimento ed un parziale fallimento non è che abbia davanti a sé una strada felice.

A dir la verità più che avere la possibilità di laurearsi, Lei sembra avere l'obbligo. Se la laurea è una possibilità, vuol che ci possono essere altre possibilità: quali sono?

Insomma, non mi è chiaro se è indecisa sulla facoltà o se si sente prigioniera della facoltà...

mi aiuta a capire?