Porte aperte in casa e privacy

Gentili Dottori,

dall'esistenza della casa in cui abito esistono le porte a vetri per ogni stanza, è vetro smerigliato ma si vede benissimo, con la luce accesa, cosa uno stia facendo nella stanza se anche una minima luce viene accesa.

Ho sempre subìto con fastidio la cosa, le richieste mie e di mio fratello di mettere delle porte cieche, anche economiche, ripetutesi per anni, non sono mai state prese in considerazione anzi, oltre ad esserci presi degli insulti.
A causa della nostra instabilità lavorativa, nonostante siamo entrambi grandi, siamo entrambi ancora in casa e in balìa della assoluta mancanza di privacy: già ci dobbiamo dividere la stanza, ma tutto sommato lo facciamo da sempre, però mi piacerebbe capire da cosa deriva l'avversione di mio padre per le porte chiuse.

Recentemente abbiamo acquistato una tenda oscurante a rullo da abbassare almeno nella stanza da bagno (cosìcché funga anche da indicatore del fatto che vi è qualcuno all'interno), non senza essere passati indenni dai soliti insulti, ma almeno ora c'è una sorta di "barriera" dato che lui entra sempre ovunque senza nemmeno bussare e se è occupato si piazza fuori ad aspettare: chiaramente all'interno della stanza si vede benissimo cosa uno sta facendo, se è vestito o meno, etc. (il fatto di entrare anche in camera nostra, anche mentre dormiamo, è ormai abitudine consolidata. Poi lascia tutto aperto, e a me francamente ).

Non so se sia per una mania ossessiva del controllo a tutti i costi sul chi fa cosa, davvero, manco avessimo un laboratorio clandestino di metanfetamine sotto il letto, e insulti perché alla minima obiezione si senta deprivato in qualche modo del potere assoluto di patriarca in casa sua (perché è sua, non nostra).

So già in partenza che le cose non cambieranno, ma mi resta comunque la curiosità di capire che razza di paranoie si annidino in quella sua mente malata.

Grazie!
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
credo che lei, pur rischiando qualche litigio, dovrebbe provvedere per se stessa ad incrementare la privacy. Acquisti lei delle "barriere", spiegando e ri-spiegando (ma anche agendo) le sue motivazioni.
È possibile, come lei dice, che il bisogno di suo padre sia il controllo di tutto, in particolare dei figli. Tuttavia per dare un senso più accurato a ciò che accade in casa sua, bisognerebbe conoscere meglio la situazione.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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