Il mio psicologo:lo fa solo per soldi?

Buonasera specialisti di medicitalia.it.
Contatto per avere dei chiarimenti in merito al rapporto fra denaro e psicoterapia.
Espongo brevemente il mio caso.
Da gennaio,causa problemi di ansia generalizzata,ho deciso di intraprendere una psicoterapia cognitivo-comportamentale.La terapia mi è stata subito di grande aiuto,ero sempre seguitissima dalla mia dottoressa e lei ogni giorno rispondeva e leggeva le mie mail in modo da poter modificare "i miei pensieri".Ora,al di là della terapia,io sono una studentessa universitaria fuori sede che deve mantenersi con pochi soldi al mese(esattamente quelli che mi inviano i miei genitori).Già al primo incontro conoscitivo la donna ha voluto 100€.
Con il passare del tempo questi cento euro sono diventati la quota fissa dei nostri incontri.Lei diceva già di farmi il metà prezzo e per questo non mi faceva fatture perchè altrimenti avrei dovuto pagarla il doppio(è giusta una cosa del genere?).Io vivevo esattamente con 100€ al mese,solo cibo.Da un anno non compro più niente perchè tutti i miei soldi vanno a lei.Adesso peró subentra un altro fattore.Da poco tempo a questa parte anche mia sorella,con problemi di salute e per questo depressa,è diventata sua paziente.Da quando c'è stato questo cambiamento è cambiata anche lei e ha iniziato a pretendere sempre più soldi.Sempre più soldi.
Ha fatto una seduta di terapia familiare e ha voluto 500€.
Mia sorella la scorsa volta ha fatto una seduta di un'ora e mezza e lei le ha chiesto 200€.
Lei peró è a conoscenza dei nostri problemi economici e il nostro rapporto si è incrinato subito dopo la mia decisione di non fare terapia per un mese essendo impossibilitata economicamente.Non mi ha più risposta alle mail e mi ha lasciata sola durante una crisi depressiva che io le avevo descritto e per la quael chiedevo un aiuto seppur telematico.
Lei non mi ha più calcolata ma ha espresso il suo disappunto per il mio comportamento a mia sorella dicendo che io l'avevo presa in giro e non volevo pagarla.Dopo una sorta di chiarimento a quanto pare finto non mi ha più cercata,non si è più fatta sentire ma ripeto mi ha lasciata sola a tener testa a qualcosa di più forte di me.
Lei mi ha aiutata molto,io sto molto meglio da quando vado da lei ma secondo voi,quando è bene interrompere una terapia?Potrei ancora recuperare qualcosa con lei dal punto di vista terapeutico visto che adesso non mi fido più e la vedo soltanto come una strozzina?
È secondo voi giusto un comportamento del genere o meglio,è giusto in ambito psicoterapeutico continuare a chiedere soldi in questo modo oppure si potrebbe cercare di venire incontro al paziente?
Grazie in anticipo a chiunque risponderà.
Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
per le tariffe può visitare il sito nazionale dell'ordine degli psicologi al sito
http://www.psy.it/lo_psicologo/nomenclatore.html e chiedere spiegazioni.
Emettere fatura è obbligatorio, e l'utente può recuperare una percentaule della spesa.

La cosa "strana" è avere in cura contemporaneamente due sorelle, ma il motivo va chiesto alla terapeuta.
Va detto che se Lei ha avuto benefici significa che la Collega ottiene risultati.

Purtroppo il fattore economico è grave, anche perchè l'ente pubblico mette a disposizione troppo pochi colleghi "con la mutua".
Tuttavia perchè non provare al Consultorio, dove si paga solo il ticket?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza, le cifre chieste dalla collega sbrano un po' esose e soprattutto un atteggiamento yroppo rigido non giova. Si possono trovare delle modalita' che petmettano al paziente di non interrompere la terapia in caso di problemi
Deve comunque esserci una consistente fiducia reciproca in ambedue le parti
Dispiace quando si verificano tali incidenti.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei scrive: "la vedo soltanto come una strozzina". SE il rapporto di fiducia con un professionista (sia egli uno psicologo, un medico, un avvocato, un architetto, ecc...) è venuto meno, non vedo come si possa continuare la terapia e recuperare o tentare di recuperare. Che cosa vorrebbe fare Lei?

Ancora, scrive: "secondo voi giusto un comportamento del genere o meglio,è giusto in ambito psicoterapeutico continuare a chiedere soldi in questo modo oppure si potrebbe cercare di venire incontro al paziente?"
Posso chiedere qual è la Sua idea a riguardo e che cosa propone?

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio la dottoressa Brunialti in primis per l'informazione relativa al tariffario.
Tendo a chiarire che il prendere in cura mia sorella è stato da me richiesto essendo lei malata.Infatti la psicoterapeuta ha confermato di star commettendo "un'infrazione" alle regole proprio per venirle incontro e sostenerla.Ho detto questo perché mi dispiaceva che fosse mosso un qualche tipo di fraintendimento a tal proposito.
Ringrazio la dottoressa Esposito per il suo parere.Lo terrò in considerazione.
Rispondo adesso al quesito chiestomi dalla dottoressa Pileci.
La mia idea è che la terapista mi aiuti riducendo magari a quattro le sedute a due oppure che riduca le varie sedute da un'ora a mezzora in modo da potermele permettere.In una mail le scrissi dei pianti di mia madre per i nostri problemi economici e lei per tutta risposta,durante la successiva seduta con mia sorella se ne uscì fuori suggerendole di aderire ad un'associazione,politicamente avversa alle nostre preferenze,per non pagare un affitto e dunque utilizzare i soldi per poterla pagare.Questo a mio parere è qualcosa di terribile.Significa mancanza di rispetto e di teoria della mente nei nostri riguardi.Dover costringere delle studentesse a vivere con 100 euro al mese,a Roma è pazzesco.Lei tutte queste cose le sa.Naturalmente lei sta lavorando,sta facendo un ottimo lavoro e per questo le sono grata e ovviamente so di doverla pagare altrimenti significherebbe sfruttarla ma,se non ho disponibilità al momento come fare?
Chi mi dice che magari non potrei trovare qualcuno di altrettanto bravo dal punto di vista terapeutico riuscendo nel frattempo a continuare a vivere serenamente e non con privazioni continue?
Cordiali saluti,
Buona giornata :)
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

tutte queste delucidazioni deve essere la terapeuta a fornirle in una seduta perchè sono molto importanti e riguardano la motivazione al trattamento e cambiamento, ma anche le Sue abilità di problem solving.

Suggerire un'altra possibilità per risolvere un problema è un aiuto, non una vessazione. Le faccio un esempio. Se Lei volesse progettare una vacanza negli USA per la prossima estate ma non avesse sufficiente denaro, una delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di iniziare a rispiarmiare da ora, ad esempio riducendo i giorni di vacanza a Natale o saltando qualche ponte, oppure limitando altre spese che invece abitualmente fa.
Il problema è se Lei vive tutto ciò come una privazione, anzichè come la soluzione di un problema.
Tornando a Lei, ha scelto di non cambiare appartamento a motivo delle Sue convinzioni, ed è legittimo. E ha scelto di interrompere la terapia a motivo delle Sue convinzioni e anche questo è altrettanto legittimo.
Però non è la Sua terapeuta che ha la responsabilità di tutto ciò.
Le scelte del pz. sono sempre scelte del pz e la responsabilità di ciò che i pz fanno è solo del pz. stesso.
Se un pz. con attacchi di panico ad esempio non riesce a pagare la terapia, che è prioritaria per la Sua salute, forse sarebbe il caso di vendere l'automobile per potersi pagare la terapia, perchè tanto l'auto non riesce neppure a guidarla per i problemi invalidanti che ha e non riesce neppure ad uscire da casa, ma la terapia, come Lei stessa ci sta confermando, ha dato dei risultati.
Quindi non si tratta di essere la strozzina, ma anzi credo dovrebbe ringraziare la Sua terapeuta perchè La sta aiutando a gestire anche questa problematica che si è presentata a percorso già iniziato.
Ci sono studenti che sono in terapia e che cercano un lavoretto per poterla pagare la terapia, perchè ne riconoscono l'importanza. Questo non significa essere privati di nulla (del proprio tempo?), ma vuol dire imparare a gestire e risolvere i problemi, con uno sguardo lungimirante e in maniera matura.
Forse Lei non è così convinta del percorso che fa o non attribuisce valore alla terapia intrapresa, o comunque, torno a ripetere, deve affrontare questo problema con la terapeuta.
Le suggerisco però di cambiare atteggiamento, perchè ciò che scrive rivela una rigidità mentale a riguardo. Accanto alla Sua ipotesi (la psicologa è una "strozzina"!), ne possiamo mettere altre. Magari la psicologa La sta aiutando in questa maniera. Faccia più domande alla psicologa, se qualcosa non Le è chiaro. Ad esempio ha espresso alla curante gli stessi concetti che ha espresso qui?
Inoltre Lei dice che potrebbe trovare uno psicologo altrettanto bravo ad un costo inferiore. Vero. Perchè non lo cerca? Dice anche che continuerebbe così a vivere serenamente e senza privazioni: il Suo problema sarebbe quindi risolto se Lei avesse più soldi per non privarsi di ciò che desidera? Allora deve fare qualcosa per raggiungere QUESTO obiettivo, non crede?

Cordiali saluti,
[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta che tempestivamente mi ha fornito.
Lei mi ha fatto il caso di ragazzi studenti che lavorano per pagare la terapia ecc..In questi mesi non ho avuto tempo per lavorare dovendo sostenere molti esami.Nei prossimi mesi riniziando le lezioni avrò altri problemi con gli orari e con la mancanza di tempo dato che tornerei ogni giorno a casa alle 8 partendo di casa alle 7 di mattina.Il problema è materialmente questo dottoressa e anche il fatto che i miei genitori non l'accettano e la guardano male considerandola appunto una "che ci marcia su".
Io questo non l'avevo mai pensato prima ma tutto è cambiato quando poi ho appunto espresso tutta la mia situazione e lei ha smesso poi di rispondermi.
Questo l'ho trovato indicativo.
So che la mia terapeuta è molto brava,avendo precedentemente intrapreso altre terapie che non mi avevano portato da nessuna parte ma per me è adesso oggettivamente impossibile lavorare e inoltre ripeto mi è diciamo "scaduta".
La soluzione o le soluzioni al problema le avevo già messe in preventivo,non era questa la motivazione alla base del consulto.Forse mi sono espressa male e mi dispiace per questo.
Il mio unico dilemma era quello relativo sostanzialmente al rapporto fra denaro e terapia psicologica e fino a che punto questo fosse importante e dovesse esser preso in considerazione all'interno sempre della relazione fra paziente e psicoterapeuta.Il problema è facilmente risolvibile ciò che mi frena è la paura di non trovare qualcuno bravo come lei.Ne riconosco il valore e la competenza,assolutamente.
Le auguro una buona giornata

[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

il rapporto tra denaro e terapia psicologica è molto stretto.
Potremmo dire che lo è anche in tutte le altre professioni. Se mi rivolgo ad un architetto per la progettazione di una ristrutturazione, la prestazione professionale si chiude con il pagamento del professionista da parte del cliente ed emissione della fattura relativa.

In psicoterapia c'è un pezzo in più: la relazione con il terapeuta.
Il pagamento delle sedute è importante (non solo perchè si tratta di un lavoro), ma perchè lì deve terminare la prestazione professionale. Il pz. potrà anche nutrire gratitudine per il proprio terapeuta, ma ha onorato il Suo impegno pagando le sedute. Ed è il terapeuta che ha la responsabilità di tutto ciò e che deve saperlo, perchè il pz. potrà dimostrare gratitudine a modo suo, rischiando magari di andare oltre e cadendo in dinamiche di iperaccudimento col terapeuta, ad esempio.
Per evitare tutto ciò, le sedute si pagano quanto concordato all'inizio e con le modalità concordate.

Se poi il pz. vuole interrompere la terapia per problemi economici, è corretto che il terapeuta -preventivamente avvertito dal pz- si astenga da ulteriori prestazioni professionali. Se Lei ha i capelli in disordine mentre si trova per strada e incontra la sua parrucchiera, questa non estrae le forbici e la spazzola dalla borsa per sistemarLe i capelli, quindi fuori da un rapporto professionale è corretto che anche la psicoterapeuta si astenga dal fornire prestazioni.

La prestazione pro bono viene fornita invece se il professionista lo ritiene, ma non può certo costringere la psicoterapeuta a farlo, perchè ciascuno si regola come meglio crede.

Lei riconosce la competenza della terapeuta, ma conferma anche che il rapporto di fiducia si è ormai rovinato ("Ci marcia su"). A mio avviso Le conviene cambiare terapeuta, perchè mi sembra anche che questa questione stia generando in Lei molta ansia e rimuginio.

Cordiali saluti,
[#8]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille intendo cercare un altro terapeuta.
Sono dell'idea che una terapia serva ma non fino al punto di non riuscire più a mangiare.Fino a un certo punto.
Buon proseguimento e ringrazio di nuovo per aver seguito il mio caso.
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
La Sua opinione a riguardo era chiara sin dall'inizio, anche perchè la parcella della Sua terapeuta è in linea con quelle di altri professionisti.
Quindi è la Sua convinzione a riguardo che La spinge ad interrompere e non certo una psicologa che "ci marcia su", nè che "è una strozzina"!
Per la prossima volta, quando prenota il primo appuntamento, che va pagato ("Già al primo incontro conoscitivo la donna ha voluto 100€.") e ci mancherebbe, chieda al terapeuta il costo delle sedute e solo allora si fermi a valutare se, in un periodo di qualche mese (e non una sola seduta!), riuscirà a pagare la terapia.
Evidentemente, oltre al rapporto di fiducia interrotto, Lei ha calcolato male il costo dell' intero processo di guarigione.

Cordiali saluti,
[#10]
dopo
Utente
Utente
Si certamente non ho bisogno di quest'analisi.Dall'altra parte non c'è mai stato un chiarimento in merito alla parcella nè tanto meno ho mai ricevuto una fattura di alcun tipo.Questo per me è grave oltre che illegale.
Guardare al proprio operato ma anche a quello altrui.Inoltre i miei problemi economici sono subentrati successivamente e prima la terapia riuscivo a permettermela.
Buona giornata e grazie.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Si certamente non ho bisogno di quest'analisi.Dall'altra parte non c'è mai stato un chiarimento in merito alla parcella nè tanto meno ho mai ricevuto una fattura di alcun tipo.Questo per me è grave oltre che illegale.
Guardare al proprio operato ma anche a quello altrui.
Buona giornata e grazie.
[#12]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

come detto anche sopra sia da me sia dalla Collega, la prestazione professionale termina con il pagamento e l'emissione della relativa fattura.
Se Lei ritiene grave e illegale tutto ciò (e difatti lo è) come mai non ha preteso immediatamente l'emissione della fattura, ma si è resa connivente di un atto scorretto ed illegale?

Lei può certamente lamentarsi dell'esito di questa terapia, ma per quanto riguarda la responsabilità sulla mancata fatturazione, questa è da entrambe le parti, dal momento che tutti sappiamo che -a fronte di un pagamento- è obbligatorio ricevere la relativa ricevuta di pagamento, che servirà poi per la propria dichiarazione dei redditi. Dirlo qui su internet, a distanza di tempo e non alla terapeuta che ha commesso un illecito, che senso ha per Lei adesso? Perchè non esprimere tutto ciò alla terapeuta e perchè non rifiutare di farsi seguire da un professionista che dall'inizio ha dato prova di non essere corretto su questo punto?
Non era più semplice rifiutare, dopo il primo colloquio, di avere contatti con tale terapeuta?

Come Le ho scritto anche sopra il rapporto tra psicoterapia e denaro è molto stretto, ma anche tra prestazione professionale e trasparenza, perchè -come qui stiamo vedendo- la mancata applicazione della Legge, oltre al fatto che Lei non sia sia sentita capita e aiutata nelle Sue difficoltà economiche e che ha probabilmente altre convinzioni circa il lavoro di uno psicoterapeuta, ha rovinato il lavoro terapeutico svolto fin qui e la relazione terapeutica. Ma c'era da aspettarselo, perchè le premesse sono sbagliate.

In prima battuta al primo colloquio il professionista è tenuto a far firmare al pz. il consenso informato e a rilasciarne una copia e quando inizia la psicoterapia vera e propria dopo una valutazione, il terapeuta deve sottoscrivere con il pz tutti i dettagli e le modalità (anche relative al pagamento, ad es. assegno, bonifico, ogni volta, a fine mese, ecc...) che regolano la psicoterapia.

Se La terapeuta Le ha detto che ogni seduta costa Euro 100 come Lei ci ha scritto sopra, allora mi pare chiaro che ci sia l'accordo, che può essere scritto ma anche orale.

Il nostro Codice Deontologico impone invece, nel caso in cui il professionista non possa più trattare il pz per qualunque ragione (anche economica) di chiudere il rapporto professionale e, se il pz. lo chiede, di indirizzare il pz ad un Collega.

La prossima volta cerchi di tutelarsi perchè queste cose sono sempre molto spiacevoli e rovinano anche il lavoro terapeutico svolto, oltre a lasciare questa acredine.

Un cordiale saluto,
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