Situazione disperata? ho 18 anni e mi chiamo andrea...

salve,
proverò ad essere sintetico, sin da piccolissimo ho sempre avuto diversi problemi di carattere psicologico ma non ho mai chiesto un consulto medico sino ad un mese fa,quando una depressione abbastanza debilitante mi ha costretto a rivolgermi ad una psicoterapeuta, precisamente allo sportello di salute mentale della asl del mio paese; il problema è che questa dottoressa (che tra l'altro non ha una bella fama)mi ha dato l'impressione di non capire quello che le dicevo: il mio problema fondamentale, infatti, è la difficoltà nelle interazioni sociali. fin da piccolo ho l'impressione di non essere capito e di conseguenza di non capire gli altri,(e la psicoterapeuta è arrivata persino a dire che le stavo urlando contro scontrosamente quando io stavo solo provando a spiegarle i miei problemi pacificamente) non riesco a esprimere sentimenti né verbalmente né fisicamente (infatti risulto spesso disinteressato ed indifferente anche se in realtà non è così), in più mi capita che qualsiasi tipo di interazione con altre persone (anche con familiari a volte) mi metta fortemente a disagio a tal punto da iniziare a tremare, arrossire,agitare una gamba, sbagliare parole, e altre volte invece al contrario, quando vedo che qualcuno si dimostra gentile e comprensivo, mi comporto senza rendermene conto in un modo inadatto ad esempio con eccessivo contatto fisico tanto da ricavarne rimproveri che mi causano talmente tanto imbarazzo da arrivare ad evitare quella persona anche se in realtà non sarebbe necessario.
Ma oltre a questo, ho un altro problema che definirei differente, ovvero credo che il mio cervello funzioni diversamente da quello degli altri, ovvero una parte del mio cervello (metaforicamente)ha solo la funzione di capire la logica di tutto quello che vedo, di "ordinarlo mentalmente" e schematizzarlo, questo vale per tutto, tant'è che anche le mie giornate seguono sempre degli schemi ben precisi e ritualizzati. e questo causa anche dei comportamenti eseguiti in modo ossessivo tipo lavare sempre le mani, chiudere le porte, contare i passi, ecc. ecc. e tutto questo associato a Bruxismo.
Detto questo, visto che la psicoterapeuta non mi ha dato una risposta esaustiva, sapreste dirmi se tutti questi comportamenti sono dovuti a qualche disordine specifico con analoga terapia di "riabilitazione"?
Ringrazio in anticipo chiunque leggerà questa mail.
cordiali saluti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo, sara' stato strano con la dottoressa, oppure e' stata la dottoressa ad essere strana.
Ma on Line non si possono fare diagnosi. Ne curare.
Lei sembra consapevole di avere dei disagi e la sua giovane eta' consiglia di chiedere un'altra valutazione e di persona.
Si informi circa le alternative e ci tenga informati
saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro utente,
i vissuti che lei ci racconta appaiono particolarmente complessi.

On line non è possibile fare una diagnosi accurata: un setting terapeutico adeguato deve poter individuare la causa di questi importanti disagi e cercare di "indirizzarla" verso una terapia adeguata.

Si cerca di raccogliere informazioni sulla persona e il suo contesto socio-familiare, così le sue modalità di relazione. I suoi bisogni... Le sue emozioni...

nel nostro contesto, invece, proviamo ad indirizzarvi e ad orientarvi nel limite che ci è possibile.

Provi a parlarne in modo "contenuto" con questa terapeuta, per cercare di farle comprendere che sente la necessità di confrontarsi di più.

Se, poi, non riuscisse ad instaurare una buona alleanza terapeutica, allora, tutto suo diritto rivolgersi ad un altro professionista.

Può provare a contattare, anche, lo spazio giovani della sua città.

Rimaniamo, comunque, in suo ascolto.

Un caro saluto
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, mi associo alle Colleghe per dirle di riprovare, una sola seduta è troppo poco per ritenere di non essere stato capito e piantare tutto..anche tenendo ben presente che i suoi problemi sono in buona misura relazionali. Penso che parlerete anche della sua infanzia dei rapporti coi genitori, tutto il tempo passato ha un senso ed è determinante.. smetta di essere severo con sè stesso , sempre in allarme per paura di sbagliare..di essere sotto esame..
Si può stare meglio, abbia fiducia , nelle sue potenzialità ed anche nella professionalità di questa Collega..
Le faccio moli auguri, restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Immagino che anche lei, la prima volta in un incontro, non dia il meglio di se....

Dia e si dia tempo, i rapporti si costruiscono nel tempo, anche quelli di cura.

Di concerto con quato scritto dalle Colleghe, le suggerisco una diagnosi del suo disagio ed una terapia adeguata, non fattibile online.

Se proprio nel tempo, questa dottoressa non dovesse andar bene per lei, può sempre cercare un collega con uno stile relazionale ed una formazione differente

Ma non dimetichi che le sue difficolta sono relazionali ed è possibile che lei proietti sullo psicologo le sue difficoltà

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Salve ancora,
innanzitutto vi ringrazio infinitamente per tutte le risposte.
mi riferisco in particolare alla dr.ssa Muscanà ma a tutti in generale: non mi sono espresso bene, e anche se non cambia moltissimo, non sono alla prima ma alla quarta seduta, e il problema è proprio che una delle caratteristiche più marcate della mia personalità è studiare compulsivamente tutte le materie verso cui dimostro anche un minimo di interesse, e che quindi ho studiato intensamente la psicologia, freud in particolare, e so quanto siano importanti i trascorsi infantili, appunto per questo provavo a spiegare alla dottoressa "la genesi" di questi comportamenti e le occasioni che potrebbero averli causati, ma lei non mi faceva parlare e continuava a chiedermi quello che faccio durante la giornata passo per passo senza riuscire a capire che non è tanto quello che faccio il problema, ma quello che penso e il modo in cui elaboro le informazioni, e che solo raccontando la mia giornata non sarei riuscito a spiegare correttamente tutte queste cose. ma lei ha detto che bisogna fare ccosì perché questa è la procedura.
Inoltre, tanto per fare un esempio, quando le ho detto che per entrare in una stanza poggio prima il piede sinistro e poi il destro lei mi ha risposto "e certo, è così che si fa per camminare servono due piedi" senza capire che io mi riferivo all'ordine di "entrata" delle gambe.
Non vorrei mancare di rispetto ad una persona che sicuramente ha studiato molto piu di me o in generale ad una professione prestigiosa come la vostra ma è davvero questo il modo di assistere un paziente?