Consiglio: che fare?

Gentili psicologi, vorrei un vostro consiglio su una situazione molto delicata.

Mia cugina, figlia unica ( siamo cresciute insieme e siamo molto legate) mi ha confessato circa due anni fa, di avere una relazione con un uomo molto più grande di lei ,divorziato. Lei 30, lui 51. La relazione dura da 13 anni. Premetto che non ho pregiudizi sulla differenza d'età in sè, infatti sebbene un pò spiazzata, e un pò delusa per il segreto che aveva tenuto , sono stata lo stesso molto felice per lei perchè mi riferiva di essere contenta.Col passare del tempo però ho appreso altri particolari della relazione: quando hanno inziato a frequentarsi lui era ancora sposato quindi si vedevano di nascosto, e tutt'ora continuano a farlo perchè i genitori di lei sarebbero fortemente contrari a causa della differenza d'età. Dice che vorrebbe uscire allo scoperto ma non lo fa per la paura del giudizio di tutti, in primis i genitori e questa cosa le pesa sempre di più.
Io, come osservatrice esterna noto diverse cose che mi infastidiscono. 1.Non si può giocare a nascondino in eterno, altrimenti non è una relazione ma una fuga dalla realtà e trovo che continuando cos' lei rischia di arrivare magari a 35-40 anni sola e piena di rimpianti .2.Cosa ancora più importante io temo che lei sia convinta di essere innamorata, ,ma in realtà lui sia solo una comoda stampella emotiva. Perchè lei è una ragazza molto insicura, con una situazione familiare non molto serena, e trovo che una relazione inziata così presto (a17 anni!!) e che dura da così tanto le abbia impedito di imparare a camminare con le sue gambe, facendola sentire obbligata a restare legata a questa figura più padre, che partner. Infatti non ha nemmeno molti amici, ha un rapporto molto esclusivo con lui, e senza di lui mi sembra persa anche nel dover prendere le decisioni più banali. Come se non bastasse, di recente c'è stata un'ipotesi di tradimento da parte di lui. Dico ipotesi perchè si tratta di prove come strani sms e telefonate... che a me però hanno sollevato più di un dubbio. Ho colto la palla al balzo per sottolineare il fatto che insieme a tutto il resto questo evento mi aveva fatto infuriare, che lei merita di meglio. In un primo momento mi dava ragione, ma poi si è limitata a tenergli il muso per due giorni e dopo le scuse da parte di lui... di nuovo "felici e contenti" come prima. Un'altra cosa che mi preoccupa, è che lei lavora,mentre lui ha alle spalle molte difficoltà finanziarie, e lei vuole farsi carico di comprare una casa per andare a vivere insieme. Forse esagero io, ma sono veramente arrabbiata perchè lui ha fin troppo da guadagnare in questa situazione, mentre mi sembra che lei stia buttando via la sua vita, l'opportunità di imparare a camminare con le sue gambe, stando con una persona che si è approfittata della sua insicurezza in tenera età, per tenerla legata a se. Mi preoccupa questa simbiosi malsana, come se uno pensasse per tutti e due e certo non è lei. E ora mi chiedo anche quanto la differenza d'età possa pesare sugli obiettivi di vita. A 30 anni c'è tutta la voglia di mettere al mondo un figlio e fare tante esperienze. A 50 con due figli già grandi forse no. Come dovrei comportarmi? Esprimere il mio parere oppure no ? In passato ho provato ad accennare qualcosa ma ha fatto finta di non capire... A parole afferma che va tutto bene, ma nella pratica a me sembra tutto tranne che felice. Però ogni volta che sono lì lì per parlarle mi blocco, perchè mi chiedo se ho davvero il diritto di interferire nella sua vita, se il mio intervento sarebbe utile o se rischio di renderla solo più infelice. Inoltre ho paura di non trovare le parole giuste... sta da così tanto tempo con questa persona che mi sembra proprio non riesca a considerare tra le opzioni possibili quella di chiudere questa storia. Ma a maggior ragione, mi chiedo, che scelta è quella di una persona che è solo un'alternativa alla paura della solitudine? E' solo il mio punto di vista, perchè ho un carattere più forte e indipendente e dunque una situazione del genere è improponibile dal mio punto di vista, o c'è obiettivamente qualcosa che non va? A voi la parola....
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente, nel suo racconto non trovo nulla di strano, lei sta descrivendo una relazione di coppia come tante altre. Le sue opinioni sono personali e soggettive, probabilmente questo suo allarmismo non è condiviso dall'altra parte.

Credo sia importante riflettere sul motivo che la spinge a "farsi carico" di questa sua cugina, perché ognuno gestisce le proprie relazioni affettive costruendole sul proprio modo di essere, che può piacere o non piacere, ma rimane soggettivo.






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,

accolgo le riflessioni di cui sopra...

Ognuno di noi, infatti, è un individuo con una sua storia personale ed affettiva... ognuno di noi, per diversi motivi, decide di intraprendere relazioni, che possano essere funzionali o disfunzionali...

< Mi preoccupa questa simbiosi malsana, come se uno pensasse per tutti e due e certo non è lei >

Questo potrebbe essere vero ai suoi occhi, ma finché non viene riconosciuto da questa ragazza, allora non c'è disagio che tenga.

Dovrà essere lei (la cugina) a farsi carico di questa situazione personale e d'altra parte lei, gentile utente, non potrà essere la sua "salvatrice"!


La storia dura da parecchi anni, forse proprio perché entrambi possono rappresentare la famosa "stampella" per ognuno...

Non si sono cercati e scelti per caso...


Provi a riflettere, mentre rimaniamo in ascolto.


Un caro saluto
[#3]
dopo
Utente
Utente
Dott. Del Signore,

Non sono io che mi faccio carico della situazione, ma lei che in più occasioni mi ha confessato di non essere felice della situazione, chiedendo il mio parere, salvo poi tirarsi indietro e negare tutto magari un attimo dopo.

Io dal canto mio, mi sono fatta un'idea ,che comunque mi sono tenuta per me, perchè come ho già detto, non per forza la mia visione deve essere in assoluto esatta, per quanto in genere chi è coinvolto in prima persona magari può avere una visione meno obiettiva di chi da un parere esterno.

Perdurando la situazione di disagio che ho modo di constatare, sono portata a chiedermi ancora una volta se intervenire o no, motivo per cui ho deciso di chiedere un consulto a chi ha,spero, certamente più competenze di me.

Cordiali saluti
[#4]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..ma lei che in più occasioni mi ha confessato di non essere felice della situazione..<<
questo può capitare, appunto tra amiche, di confidarsi. A volte ci si può lamentare, ma in realtà non si ha alcuna intenzione di cambiare le cose.

>>..sono portata a chiedermi ancora una volta se intervenire o no..<<
in che modo si sentirebbe di intervenire?






[#5]
dopo
Utente
Utente
Semplicemente esprimendo un parere, se questo potesse esserle utile a chiarirsi le idee; sempre a patto che lei decida poi il da farsi di testa sua. Ma visto lo stato di confusione ,ansia e incertezza in cui si trova, non vorrei peggiorare le cose portandola ad agire sulla base di quello che è solo IL MIO punto di vista.

Di certo non intendevo dichiarare guerra alla Polonia, affermando di voler " intervenire". Temo di aver sbagliato terminologia!
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,

lei può esprimere il suo parere liberamente, con empatia e ascolto nei confronti della cugina.

Il fatto di cercare condivisione, le conferma che un " disagio" può sperimentarlo.


Non credo che lei possa creare ancor più confusione, perché la decisione rimane sempre alla cugina, che sembrerebbe ancora dell'idea di rimanere in questa relazione, malsana che sia!


Provi a riflettere sul suo bisogno in questo momento e agire di conseguenza.



Di cuore
[#7]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Temo di aver sbagliato terminologia!<<
non esistono termini giusti o sbagliati, ha scritto semplicemente ciò che pensa, tutto qua.

>>Semplicemente esprimendo un parere..<<
be' perché no, dopotutto si tratta di un'opinione.




[#8]
dopo
Utente
Utente
Mi spiego meglio. Lei in alcuni momenti apre delle piccole "finestre" sul suo disagio salvo poi richiudersi in se stessa.

Quello che io chiedo a voi, se sarebbe utile,affrontare l'argomento di mia inziativa, anche se lei non ne facesse più parola, esprimendo il mio parere per aiutarla a riflettere sulla situazione, o sarebbe controproducente?

Lo chiedo proprio perchè non voglio nè imporre il mio punto di vista, nè aspiro a essere salvatrice o super-eroina.

Solo, se possibile,nel mio piccolo, a capire come fare qualcosa per una persona a me cara che vive una situazione particolare.

Grazie per il vostro contributo.
[#9]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>esprimendo il mio parere per aiutarla a riflettere sulla situazione o sarebbe una forzatura ?<<
onestamente non vedo nella di male, ma lei probabilmente teme che il suo parere possa essere "capito male". Si tratta di trovare il modo giusto, evitando magari di "invadere la Polonia".




[#10]
dopo
Utente
Utente
<<ma lei probabilmente teme che il suo parere possa essere "capito male".Si tratta di trovare il modo giusto.>>

Certo, il punto è proprio questo...
[#11]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Esattamente...

con ascolto, empatia e senza giudizio alcuno!


Di cuore...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Certo, il punto è proprio questo..<<
allora ci vuole solo buon senso, quindi qualcosa che può fare in maniera autonoma.