Ansia e crisi con fidanzata

Gentili dottori, salve. Vi chiedo un parere sulla mia situazione, che proverò a descrivere. Qualche mese fa ho avuto un episodio di eiaculazione precoce con la mia fidanzata. Questo episodio, non certo drammatico di per sé, ha portato a circa un paio di settimane di ansia da prestazione: mi era già successo molti anni fa, con un’altra ragazza, e ne conosco il circolo vizioso. Il punto è che dentro di me, in quei giorni, è scattato un meccanismo catastrofico e di profonda tristezza per cui, al terzo “fallimento”, ho avuto il terrore (quasi una certezza) che l’intero rapporto si sarebbe distrutto per questo problema. Ricordo di aver pensato “Con lei, fino ad ora, è stato tutto troppo perfetto perché possa durare: questo problema, il primo fra noi, rovinerà tutto”. Cosa che, in parte, è successa. La dinamica ansiosa della prestazione si è spostata sul semplice vedersi, sullo stare da soli, creando di fatto una crisi di coppia “univoca”, ovvero solo mia all’interno della coppia, da dividere in due fasi: nella prima, mi chiedevo ossessivamente perché non sentissi più le belle sensazioni di una volta; nella seconda, ho cominciato a vedere improvvisamente problemi, difetti, segnali di crisi e di allontanamento della mia ragazza, a sentirmi sotto accusa, a temere la noia e a ingigantire i problemi reali. Mi sono drasticamente allontanato da lei, sono diventato ostile, ipercritico e nervoso, insofferente. Ho rotto la complicità. C’è da dire a questo punto che: a) l’ansia da prestazione è del tutto scemata, ironicamente, risolvendosi; b) la mia ragazza si è comportata con me con la solita comprensione e dolcezza, al punto da organizzare piccoli viaggi per farmi stare tranquillo: viaggi che, però, io temevo. Questo timore si è trasformato in rifiuto, al punto che [continua]
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
in attesa del suo altro pezzo l'ansia da prestazione fa scatenare una serie di dinamiche in grado di creare tutto ciò che ha raccontato.
paura che possa ripresentarsi, distrazione e perdita di desiderio e la messa in discussione dell'intero rapporto.
Superata l'ansia tutto rientra.

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie dottore, procedo lo stesso per continuità.

[segue dalla prima parte] oggi – tra alti, che spesso sono tornati, e bassi – ho deciso di interrompere la relazione: non “vedo” più, nonostante lo vorrei con lei, un futuro, ho ansia al solo pensiero, e non riesco a godermi alcun momento: il desiderio, anche sessuale, è calato rovinosamente, e inoltre la crisi (i continui dubbi, pensieri, difetti che sono emersi insieme all’ansia) ha intaccato tutto. Insomma, sebbene continui ad augurarmi che possa passare sento che non passerà, e mi dico anche: “tanto hai individuato così tante criticità che non fa niente”. Nel senso, non so più se ne vale la pena: non so più niente. Leggo anche storie su Internet di gente che è in crisi, o ha smesso di amare, ma questo non fa che complicare le cose. Cerco rassicurazioni ovunque, ma ormai non bastano più. L’unica cosa, quando lei parla di futuro, quando mi sento amato e desiderato, non provo sensazioni di fuga o di paura: ne sono felice, profondamente, e sento di ricambiare: ma è una cosa fugace, che viene subito rapita dalle incertezze. Le note a margine di questa storia sono fondamentali a capire perché questa cosa mi provochi un dolore immenso. Prima della crisi, non c’erano stati – parlo di anni – dubbi, problemi, incomprensioni di nessun tipo; anche il dialogo era pressoché totale, quasi cameratesco. Liti poche e se capitava costruttive, estrema serenità. L’amore tra noi era passionale, allegro, ben equilibrato, sincero, splendido: la cosa più bella della mia vita, tanto che avevo una assoluta intenzione di chiederle di convivere a partire dall’anno successivo. Il secondo dato è che una precedente, vecchia relazione (l’unica cosa seria, prima di questa) era finita in modo simile, con una valanga di dubbi e paure da parte mia che hanno, di fatto, distrutto tutto. Secondo questa curiosa dinamica: era come se lei perdesse punti ai miei occhi in maniera rovinosa e veloce, senza possibilità di ricucire, al primo problema. Ora sono a un passo dalla rottura, francamente sono arrivato a desiderarla e ad agognare un po’ di pace e solitudine perché dialogo e intesa sono ridotti, forse per colpa mia, ai minimi storici, eppure sento che c’è qualcosa che non va, qualcosa di strano (per il modo in cui questa crisi è cominciata e per l’ansia che sento), che mi sta facendo rinunciare a un grande amore per una specie di intossicazione ansiosa.
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
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Salve, mi scuso se torno a scrivere ma mi piacerebbe ricevere un vostro parere sull'intero racconto, visto che il gentile dottor De Vincentiis ha risposto, sì, ma solo alla prima parte. Spero sia possibile, e mi auguro di non sembrarvi troppo insistente.
Grazie.
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
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Sempre in attesa di una vostra cortese risposta, segnalo che sul sito ho trovato una storia abbastanza simile alla mia al seguente link:

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/106480-ansia-ossessioni-e-rapporto-di-coppia.html

Io non voglio che tutto finisca, ma come posso impedirlo? Mi sento svuotato da ogni sentimento, l'amore non può sparire così, non senza motivo...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> il desiderio, anche sessuale, è calato rovinosamente
>>>

È un decorso tipico quando ci si avvita nella spirale dell'ansia. Voglia e desiderio vengono sostituite dalla paura di fallire, che alla lunga possono diventare apatia o repulsione. E persino umore depresso.

Se vuoi recuperare terreno nella tua relazione, devi prima risolvere il problema dell'ansia. Se ti è successo una volta significa che potrebbe accadere di nuovo.

Spesso le persone che ci scrivono per ricevere suggerimenti per le loro relazioni faticano a rendersi conto che sono chiamati a risolvere delle questioni loro personali, prima che la relazione possa funzionare in modo liscio e desiderabile. Probabilmente è anche il tuo caso.

Dall'ansia si può uscire anche in modo rapido, ma dovresti consultare un collega di persona.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie mille dottori.
Per il dottor Santonocito: il lavoro mi porta a viaggiare anche per periodi lunghi all'estero, per cui non ho e non ho avuto modo di iniziare una terapia. Tuttavia ho avuto un incontro con un terapeuta durante un periodo di ferie, e mi ha parlato di disturbo ossessivo del pensiero, ansia e "vie di fuga", ma non ho potuto proseguire le sedute. La questione è, da allora, in parte migliorata in parte peggiorata: i periodi buoni sono più frequenti e "lucidi", ma i picchi d'ansia sono più forti e ho un costante impulso, quasi un desiderio (che contrasta in modo assurdo con la paura da cui tutto è nato, cioè che tutto finisse!) di lasciare la mia ragazza. Attualmente mi trovo in una fase di rinuncia, come scrivevo nei primi interventi, in cui mi sembra di non provare niente e di volermi "liberare" da questa situazione, ma al contempo cerco costanti rassicurazioni sul contrario - il che mi fa dubitare della effettività del mio disamore. I miei amici mi fanno notare che penso in un modo e mi comporto in un altro. Quello che proprio non capisco è come possa recuperare la relazione dopo aver accumulato tanta sfiducia e tanta negatività, dopo aver quasi distrutto tutto (almeno nella mia mente). Credo anche che se realmente non mi interessasse più, non mi impegnerei tanto a cercare di recuperare; ma il mio sentire è apatico, impanicato, disperato, distaccato...Non so davvero come invertire il trend, perché sono certo che se tutto funzionasse io e lei saremmo felici come lo siamo stati sempre prima del problema.
Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Il trend non lo possiamo invertire per email, purtroppo. Se ritieni di avere un problema devi ingegnarti per trovare il modo di farti aiutare di persona.

Quando ci sono di mezzo le pressanti richieste di rassicurazioni, alla base c'è ansia - ossessività nel tuo caso - ed è quella che va risolta per prima. Altrimenti il resto viene di conseguenza.
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie dottore, immagino di sì. Il punto, lo stesso per cui ho contattato voi, è che il mio lavoro mi impedisce di iniziare con continuità una terapia. Posso contattare un altro terapeuta o quello che contattai allora, ma non guarirei di certo. Soffro molto, questa idea di non sentire amore e dover chiudere la relazione mi sta creando un tormento costante e un umore profondamente depresso. Non ho mai sentito di persone ammalatesi per aver smesso di amare, ma ormai questa condizione ha intaccato le mie certezze, che non riesco più a costruire.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Quindi pensi di avere più probabilità di guarire ricevendo pacche sulle spalle online, anziché attraverso una terapia nel mondo reale?
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
No, assolutamente. Ha ragione. Quando si scrive qui, se si ha difficoltà a fare psicoterapia (io non saprei nemmeno in che città farla, mi sposto ogni due mesi), si pensa sempre di poter avere una risposta "forte" da cui partire per dipanare la nebbia autonomamente. Di capire meccanismi e sbloccare qualcosa da soli, tramite epifanie. So che così non è, ma come avrà notato trovo pace solo alimentandomi di rassicurazioni, di frasi del tipo "risolverai tutto, in realtà la ami". Pertanto ha ragione, lo riconosco. Ma non ce la faccio più.
Grazie davvero dottore.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> trovo pace solo alimentandomi di rassicurazioni, di frasi del tipo "risolverai tutto, in realtà la ami"
>>>

No, invece è proprio questo il *nocciolo* della tua malattia: credi che le rassicurazioni siano la cura e invece sono *la* malattia.

Le rassicurazioni per l'ansioso sono come l'eroina per il drogato: sul momento lo fanno stare meglio, ma alla lunga non fanno altro che aggravare e mantenere il problema.

Le ossessioni *si nutrono* di rassicurazioni. Cercare rassicurazioni è la trappola fondamentale dell'ansioso. Crede di uscirne e invece ci si sta infossando ancora di più.

Perciò smetti di cercarne e rivolgiti a un terapeuta capace, come detto meglio se a indirizzo comportamentale o strategico.
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