Cosa ne pensate?

Buonasera. Come da titolo del consulto, vorrei chiedere un Vs. illustre parere in merito alle parole di una insegnante di scuola primaria. Nello specifico, guardando un disegno fatto da mio figlio (bisognava disegnare una mamma) ha puntualizzato che non era stata rappresentata una mamma, ma un papà. Questo solo perchè mio figlio ha disegnato una donna con capelli corti e senza gonna. Quando me lo ha detto sono rimasta di stucco. Possibile che ci sia, soprattutto da parte di una persona che dovrebbe insegnare la libertà d'espressione e soprattutto di idee, così tanta arretratezza mentale? Pensava forse di vivere ancora nel '700? Io sono allibita dalle sue parole. V
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara V.,

ovviamente non conosciamo la maestra di suo figlio ed è impossibile risponderle con certezza, non sapendo cosa intendesse dire.
Lei se lo è chiesto?

Non penso che la maestra pensi che le donne debbano portare la gonna e avere i capelli lunghi, ma che forse il disegno le è apparso diverso da come lei è dal punto di vista fisico e/o che l'aspetto della persona disegnata l'ha perplessa.

Potrebbe aver fatto per questo l'osservazione che lei ci riporta?
O le vengono in mente altri motivi?

In che rapporti è con questa maestra?
Il bambino ha qualche difficoltà a scuola o a casa della quale la maestra è al corrente?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Grazie della risposta Dr.ssa Massaro.
Il disegno è chiaro, una donna con capelli corti che indossa pantaloni. Il bambino non ha alcuna difficoltà, e i rapporti con le insegnanti sono normali. Rimango allibita per questo voler a tutti i costi rimanere ancorati ad una epoca sessista ormai superata. Già in precedenza avevo notato come gli venissero proposte schede di lettura con chiari riferimenti alla madre-casalinga e padre-lavoratore. Non so, ma credo che la scuola debba combattere in prima i preconcetti ancora duri a morire (fors' anche per queste impostazioni didattiche vecchio stampo).
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

non entro nel contenuto, già di per sè preoccupante,

bensì mi preoccupa che una maestra abbia "interpretato" il disegno del bambino,
(abuso di attività inerente alla professione di psicologo?)

attribuendogli dei significati ben specifici
che hanno a che fare con le "proprie" proiezioni: stereotipi, pregiudizi...

Il fatto potrebbe essere segnalato alla coordinatrice pedagogica.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Grazie della risposta Dr.ssa Brunialti. Mi trovo perfettamente d'accordo con lei, anche io ritengo inopportuno e nocivo il comportamento dell'insegnante. Il bambino appena me lo ha riferito era chiaramente confuso perchè non ha compreso il motivo della sua critica...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
I dettagli che ha aggiunto danno un altro significato all'accaduto.
Si tratta di una scuola pubblica?
Lei cosa ha risposto al bambino quando le ha riferito che l'insegnante ha detto così, commentando il suo disegno?

È purtroppo indubbio che certi stereotipi sono duri a morire e che il ruolo di madre-lavoratrice è ancora vissuto con biasimo soprattutto in certi ambienti, perché presupporrebbe che l'uomo di casa non è in grado di mantenere la famiglia con il proprio stipendio.

La maestra è una persona di una certa età?
Ha chiesto un colloquio per parlarle?
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Utente
Grazie della risposta Dr.ssa Massaro. Sì, la scuola è pubblica e la maestra è molto giovane. Purtroppo però non è l'unica insegnante ad andare in questa direzione. Mi sto rendendo amaramente) conto che la scuola non è proprio un luogo di "cultura". O meglio, lo è, ma probabilmente molto di più per quelle famiglie che non danno momenti di crescita culturale oltre l'orario scolastico. In merito a quanto mi chiede le rispondo che non ho chiesto un colloquio per parlarne, giacchè, come ripeto, non è l'unica insegnante ad avere tali impostazioni vetuste e discutibili.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In ogni caso può essere tranquilla sul fatto che ciò che il bambino impara e imparerà nel tempo viene prima di tutto dalla famiglia e quindi da lei: le fonti esterne contano, ma solo fino a un certo punto, soprattutto se contraddicono quanto il bambino apprende implicitamente ed esplicitamente a casa.

Questo vale anche nel caso opposto, per le cose positive che un bambino può imparare a scuola e che non "attecchiscono" solitamente in lui se la famiglia è portatrice di valori differenti o addirittura di disvalori.
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Utente
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Grazie Dr.ssa Massaro, mi ha davvero sollevata! Un altro consiglio: secondo lei, visto che il bambino è moto intelligente (direi quasi fuori dal comune - Q.I. 106). Cosa farebbe lei al mio posto? Lo lascerebbe in un ambiente così poco stimolante o "troverebbe" di meglio?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Signora,

è sicura che il QI sia 106 e non superiore?

Un valore pari a 106 ricade nella fascia media della popolazione, poichè i valori compresi fra 85 e 115 sono considerati appunto medi.

Gli è stata somministrata la WISC?
Come mai?
In che contesto?

Al di là del quoziente intellettivo del bambino valuti la scuola nel complesso, considerando quindi tutte le insegnanti e non solo quella "incriminata", prima di pensare di iscriverlo altrove.

Valuti ovviamente anche come si trova suo figlio all'interno della classe, se è felice e ha amici che non vorrebbe lasciare, se il luogo in sè è per lui gradevole e stimolante e così via.
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Utente
Utente
Grazie per la risposta Dr.ssa Massaro. La valutazione è stata fatta da un neuropsichiatra infantile della ASL (il bambino parlava poco e il pediatra ci ha indirizzati lì). La valutazione di 106 è avvenuta all'età di 3 anni e mezzo e in quell'occasione ci era stato riferito che trattavasi di un Q.I. di poco superiore alla media.
Per il resto il bambino dice che a scuola si annoia. Oggi, per farle un esempio pratico, ha voluto (di sua spontanea volontà) completare un libro di esercizi (che ogni tanto gli regalo insieme a quelli di racconti per bambini) invece di giocare.
Non so, a me sembra che abbia tanta voglia di imparare sempre cose nuove e che a scuola vadano troppo a "rilento" per i suoi ritmi. Mio marito invece ritiene che a scuola fanno già abbastanza e quindi noi non abbiamo altri obblighi, ma io invece mi sento in dovere di dargli tutte le opportunità visto che si dimostra così interessato e capace. Credo che se adeguatamente stimolato possa raggiungere livelli maggiori, ma questa è solo un mio pensiero.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Siamo partiti da un disegno e arrivati al neuropsichiatra infantile.

Non ho ben capito come mai il figlio - a 3 anni - sia stato portato dal neuropsichiatra e sottoposto a tests, e per quale motivo.
Medicalizzare i bimbi non porta loro un vantaggio.

C'erano problemi? disturbi?

Ora, nell'oggi:
Il fatto che il figlio alla scuola materna si annoi non depone nè a favore di un deficit, e neppure di una iper intelligenza (Q.I.106 ricade proprio nella fascia MEDIA)
MA parla di un ipercontrollo genitoriale ansioso sul bambino e sulle insegnanti
oppure su aspettative sovra dimensionate rispetto l bambino.

Ritengo che questa problematica vada ben oltre le possibilità di un consulto online,
per cui Vi oriento ad un nostro Collega psicologo infantile.. ma di persona.

Saluti cordiali





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Utente
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Grazie della risposta Dr.ssa Brunialti. Lo avevo già accennato prima. Siamo stati inviati dal neuropsichiatra da parte del pediatra perchè il bimbo a quell'età parlava poco, poi invece essendo tutto ok, non ci ha dato alcuna terapia logopedica (infatti poco dopo ha iniziato a parlare di più). Era l'unica strada per poter stabilire se vi era o meno bisogno di logopedia, ecco perchè il pediatra ci ha consigliato questa visita, non per altri motivi. Comunque accetto il suo illustre parere e il suo consiglio. Grazie.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Prego.

Buona genitorialità.