Un bilancio complessivo si può dire che sono stati mesi

Salve,

Vi scrivo per un problema riguardante mia Madre. Mia madre ha 52 anni e 23 anni fa ha avuto un forte episodio depressivo, che l'ha portata ad un ricovero di circa 15 giorni presso il reparto di psichiatria di un'oapedale, nel quale è stata curata con farmaci. Dopo il ricovero si è completamente ripresa ed è stata bene per 21 anni, anche se periodicamente si recava, per motivi a me oscuri, dal suo psichiatra di fiducia. Dopo 21 anni ha avuto una ricaduta, che l'ha portata ad un nuovo ricovero di 15 giorni. La situazione sembrava risolta quando, poco meno di un anno fa, è morta mia nonna. Dal quel momento mia madre è piombata in uno stato depressivo permanente, che l'ha portata a 2 ricovere di 15 giorni ciascuno (tutti ricoveri effettuati su sua spontanea iniziativa). Mia madre non ha mai manifestato grandi miglioramenti, nè dopo il primo nè dopo il secondo ricovero. In alcune circostanze sembrava stare meglio, ma volendo fare un bilancio complessivo si può dire che sono stati mesi di depressione cronica. Una settimana fa ha voluto ricovevarsi nuovamente e oggi è ancora in ospedale.
La mia impressione è che la terapia a base di farmaci che le sommistrano in ospedale sia assolutamente inutile, se non dannosa. Mia madre infatti contina a non mostrare miglioramenti ed ho paura che alla fine di questo ricovero nulla sarà cambiato.
A questo punto Vi chiedo se secondo Voi è opportuno proseguire con questa terapia o è consigliabile seguire altre strade, come per esempio quella della psicoterapia.
Vi chiedo inoltre di darmi un consiglio su strutture, centri e cliniche specializzate in grado di aiutare mia madre (mia madre vive in Abruzzo, io nel Lazio, ma accetto consigli relativi a tutto il territorio nazionale).

Grazie mille in anticipo.
Paolo.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile sig. Paolo,
la depressione, così come tutti i sintomi che condizionano la vita di una persona, sono il risultato di una serie di concause e coinvolgono tutti gli aspetti di una persona: biologico, psicologico e sociale. Per questo la terapia farmacologica è importante, ma, come lei stesso ha ipotizzato, non basta. Riguardo all'opportunità di proseguire con la terapia farmacologica, sarà lo psichiatra che la segue a dover decidere. Tuttavia credo che la sua idea di affiancare una psicoterapia sia più che legittima. Le terapie integrate, farmacologiche e psicologiche, danno di gran lunga risultati migliori e più stabili. Tuttavia è importante che sia sua madre a ritenere utile una psicoterapia, altrimenti non è possibile fare un lavoro di questo tipo. Nell'ospedale dove sua madre è ricoverata, ci saranno sicuramente psicoterapeuti che affiancano il lavoro degli psichiatri. Le consiglio di parlare con lo psichiatra che segue sua madre, gli chieda se è possibile affiancare la terapia farmacologica ad una psicoterapia con uno psicoterapeuta del reparto. Il medico opererà una prima valutazione sull'opportunità o meno di intraprendere un tale lavoro.
Se desidera un professionista privato, mi mandi una e-mail e le fornirò il nominativo di un collega di Pescara.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
in caso di lutto, soprattutto in persone che ne hanno sofferto, la risposta depressiva costituisce una modalità per ovviare all'ansia prodotta dalla perdita della persona cara. Nei casi di depressione, comunque, i farmaci non sono dannosi ma dovrebbero essere accompagnati da una psicoterapia che dovrebbe intervenire sui suddetti vissuti. In ogni modo ne parli con i medici che hanno in cura attualmente sua madre che credo non dovrebbero essere in disaccordo con lei.

Indelicato Dott. Mariano
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www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it