Un mio eventuale fallimento sessuale

Buongiorno Signori medici.Sono un ragazzo di 31anni e vorrei avere delle risposte riguardo la mia sessualità di cui io stesso non ho ancora ben chiara.da bambino ero molto timido e riservato,facevo fatica a prendere confidenza con gli altri bambini e questo già per me costituiva una forte limitazione verso gli altri in quanto me ne stavo sempre in disparte.credo che molto sia dovuto all’enorme affetto da parte di mia madre in quanto non volevo mai separarmi da lei.di mio padre,ricordo che lui era geloso dell’affetto che lei aveva per me quindi non avvertivo in lui lo stesso affetto nonostante,comunque,anche lui mi volesse bene.all’età di circa 14-15anni ho cominciato ad avvertire interesse verso i ragazzi,interesse che con gli anni è diventato sempre più forte,provando anche un senso di innamoramento per alcuni miei compagni.a 20anni mi sono innamorato di una ragazza mentre tra i 24 ed i 28anni ho conosciuto un altro ragazzo per cui ho provato il sentimento più profondo di tutti,arrivando anche a soffrire tantissimo e tutto è sempre stato platonico.all’età di 28anni ho deciso di provare a stare con un uomo.ho fatto diverse conoscenze ma ho solo collezionato fallimenti,non riuscendo a trovare l’affetto che cercavo così ho maturato un senso di sdegno nei confronti degli uomini nonostante comunque io ne sia attratto fisicamente ma sessualmente un po meno.non cerco sesso ma un ragazzo con cui instaurare un rapporto di affetto sincero e profondo.così,ho cominciato a pensare che forse quello che tanto vorrei,potrei trovarlo in una donna ma non ne sono molto covinto perché non sono attirato da loro come lo sono verso gli uomini.ma non sono neppure sicuro di quest’ultima supposizione perché un rapporto completo con una donna non l’ho ancora avuto,quindi non so se potrebbe effettivamente non piacermi.con un uomo invece non mi è piaciuto molto(sessualmente sono attivo)forse dovrei fare un’esperienza eterosessuale per chiarirmi le idee.al momento il mio attuale stato è quello di single perché sono insoddisfatto delle conoscenze maschili fatte finora e perché credo che non troverei quello che ho già cercato per quasi tre anni.riguardo alle donne ho un po paura di affrontare la situazione per un mio eventuale fallimento sessuale.il mio desiderio sarebbe quello di sposarmi e di avere una famiglia,ma non riesco a fare un passo in nessuna direzione.prima di stare con un uomo difficilmente parlavo dell’omosessualità e mi sentivo in forte imbarazzo cercando di deviare il discorso.adesso sono più sereno sull’argomento e riesco a pronunciare parole che prima invece neppure riuscivo e questo è da quando ho conosciuto la mentalità gay;io stesso non mi sento più di classificarmi come gay perché il mio pensiero è molto diverso dal loro.come posso capire meglio la mia identità?i miei veri interessi?sono condizionato dalle delusioni accumulate o c’è di più dietro tutto questo?VI ringrazio anticipatamente e spero di avere vostre notizie al più presto.Cordiali Saluti.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, non vi è alcun dubbio sulla sua confusione e sulla sua ricerca di identità sessuale che, a quanto pare, è piuttosto coercizzata dai suoi dubbi e dai suoi timori. Il primo consiglio istintivo sarebbe quello di dirle: sperimenti! E solo dopo potrà abbandonarsi verso quelle scelte che le daranno più emozioni.
Tuttavia comprendo pure che determinate scelte possono entrare in contrasto proprio con delle convinzioni personali o qualche stereotipo sociale e questo potrebbero essere causa di ulteriori conflitti.
La cosa migliore da fare, oltre a sperimetarsi, sarebbe quella di condividere le sue esperienze attraverso il confronto con uno psicoterapeuta affinchè possano meglio dispiegarsi dubbi, timori e/o false credenze.

cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Cristian Livolsi Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 100 5
Gentile utente,

ho letto con attenzione la sua richiesta di consulto e non posso che dire che la sua storia rispecchia quella di milioni di altre persone che vivono la sua esperienza.

Intanto io vorrei precisare una cosa. Prima di tutto l'omosessualità non è una malattia. Credo che lei debba cominciare un percorso terapeutico, non certo per gestire una patologia mentale, ma per cominciare a sciogliere una situazione difficile fatta di dubbi e di sentimenti che non si riescono a decifrare.

Sicuramente capire meglio la sua situazione e imparare a gestirla oltre che "accettarla", non potrà che farle bene a livello cognitivo quindi anche psicologico.

Mi tenga informato.

Cordialmente,

Dr. Cristian Livolsi
Psicologo/Psicoterapeuta e Ipnologo
www.cristianlivolsi.com
cell. 3387425971

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
immagino quanto abbia sofferto in tutti questi anni: non riuscire a comprendere la propria identià sessuale comporta che non si riesca ad innamorarsi di nessuno completamente (e non solo in modo platonico).

Se lei riuscisse a capire in che direzione andare potrebbe anche appagare questo suo grande bisogno di amore e di intimità, vero?

A questo punto eviterei di sperimentare ulteriormente, perchè questo potrebbe causarle nuove frustrazioni. Ma mi sento di consigliarle assolutamente un supporto psicoterapeutico, perchè credo sia giunto il momento di fare chiarezza.

Cosa che le auguro nel più breve tempo possibile

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola Psicologo, Psicoterapeuta 61 1
Gentile utente, mi sembra di capire che l'urgenza è quella di fare chiarezza, non è facile sicuramente.
Le consiglio come già hanno fatto i miei colleghi di rivolgersi ad un pofessionista psicologo per compiere una scelta che possa essere accettata totalmente da lei e lei possa sentire essere la propria strada...
Buon lavoro

Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola
Ordine psicologi Lombardia n° 10817

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente
dal suo post emerge tutta la sua confusione ed il bisogno di comprendere.
Io sono dell'opinione che quando "nell'acquario si è mossa l'acqua e non si riescono a riconoscere i pesci che ci sono dentro allora l'unica cosa da fare è aspettare che le sospensioni si siano depositate".

Cosa intendo dire: la sua mente è confusa e la sua vita lo è di conseguenza, ha idealizzato un futuro con una donna ma non sà se è quello che la gratificherà realmente; dall'altra parte si sente attratto sessualmente dagli uomini, ma non è con un uomo che si è prospettato il suo futuro.
Allora che fare?
Credo che procedere per tentativi (sperimentandosi) sia la cosa meno appropriata da fare perchè ad ogni tentativo è come se "infilasse il braccio nell'acquario per muovere ulteriormente le acque e rendere meno chiara la visione del suo contenuto".
Per uscire di metafora credo che la cosa migliore sia fermarsi, liberarsi dalla necessità impellente (visto che qualche mese in più non cambierebbe molto) di giungere ad una soluzione e dedicarsi del tempo, magari con l'aiuto di un collega, per comprendere a fondo quali sono le sue esigenze e queli sono gli elementi che contribuiscono a confonderla.

Ci faccia sapere
Cordiali saluti

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Voglio iniziare innanzitutto ringraziando tutti i medici che mi hanno risposto e per la loro celerità!rispondo un po in generale a tutte le mail.vorrei intanto precisare che non ritengo l'omosessualità una malattia come ha ritenuto il Dott. Livolsi.alcune mie affermazioni sono il frutto di un certo numero di scambi di opinioni ed esperienze con persone interessate al mio stesso sesso e di conseguenza ne ho potuto fare una differenza;differenza che è cresciuta man mano mi rendessi conto che il modo di fare era abbastanza comune tra ragazzi diversi tra loro.ecco perchè dico che non mi ritengo omosessuale al livello di sia di idee che comportamentale.inoltre sono single ormai da nove mesi e non so quanto tempo ancora dovrà passare per sbloccare una situazione del genere,mentre la Dott.ssa Sussarellu parlava di qualche mese.nove mesi,questi,in cui non ho fatto altro che analizzare me stesso e gli altri.il risultato è stato che ho preferito rimanere single.ho cercato,comunque,di fare delle altre conoscenze maschili,anche per non chiudermi troppo in me stesso,ma senza instaurare un rapporto di qualunque genere,sia perchè non ho trovato la persona giusta (ormai l'n-esima delusione,che mi porta sempre di più ad estraniarmi dal mondo omosessuale)e sia perchè la mia diffidenza mi ha portato non solo a dubitare di loro ma di essere particolarmente esigente nella scelta di una eventuale persona giusta.beh,che dire:sono ancora single.a tutte le domande che mi e vi ho fatto si aggiungono adesso:sono diventato troppo esigente?o troppo diffidente?più conosco loro e più mi rendo conto che i ragazzi non fanno al caso mio?al momento l'unico modo per parlarne con qualcuno è qui.spesso io stesso mi faccio un'analisi.penso di essere molto riflessivo ma non posso capire i motivi che mi spingono,a volte,a comportarmi in un determinato modo per questo vorrei parlarne con qualcuno e capirmi.a volte mi reputo una persona complessa.probabilmente lo sono,però penso che attribuirmi tale complessità sia come volermi dare delle colpe che non sempre ho,cioè come pensare che la colpa è mia perchè non sono in grado di gestire certe situazioni dovute sempre al mio interesse verso i ragazzi.nella realtà non vedo,in alcune persone,comportamenti che ritengo corretti o comunque non vedo in loro un comportamento simile al quello che assumerei io al posto loro.solo a titolo di esempio,a volte mi capita di essere avvicinato da ragazzi-colleghi a cui sto simpatico,io stesso mi apro (anche se a volte con difficoltà).ma se la simpatia da parte loro diventa forte questi fanno marcia indietro come se una certa paura li bloccasse.a quel punto io indietreggio,e quando lo faccio questi tendono di nuovo ad avvicinarsi in qualche modo.anche questo dipende dal mio eventuale intereese verso i ragazzi?mando dei segnali senza rendermene conto?oppure sarebbe il caso di studiare anche queste persone?!finisco nuovamente col ringraziarVI tutti anche per eventuali vostre risposte future.Cordiali Saluti.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazzo sembrerebbe che questi suoi quesiti, che la portano ad essere forse troppo esigente e che ancora la portano a non scegliere e quindi ad insistere in questo suo essere single, siano delle difese, delle razionalizzazioni nei confronti di qualche paura. Una paura che la spinge a non scegliere. Non possiamo capire in questa sede quale sia l'oggetto di questa paura (che probabilmente nega anche a sé stesso) ma che è tipica nelle persone che vivono la sua condizione di confusione di identità.

Solo un confronto diretto con un terapeuta potrebbe aiutarla a far luce, un confronto del quale lei comincia a sentire un forte bisogno visto che scrive in questa sezione.

cordialmente
[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
si è vero..in realtà ho paura di fare una scelta,ma più che una scelta ho paura di mettermi nuovamente in gioco perchè sono quasi certo che soffrirei ancora ed io sono al a limite delle mie forze.preferisco stare così,single,che stare ancora male come è già successo in passato.per me questo è io male minore!io mi conosco bene,so quello che sono in grado di dare ad una persona ma al tempo stesso sono convinto che non potrò essere ricambiato come vorrei perchè è questo che le mie esperienze passate mi hanno insegnato.ora vorrei solo ricredermi e sciogliere nodi e diffidenze che covo da tempo dentro di me.grazie mille.