Quale comportamento consigliabile?

Salve, cosa può portare una "collega" ad avere atteggiamenti "borderline" (mi cercava quando ero freddo con lei, facendo di tutto per far si che mi sciogliessi, dalle eccessivr e quotidiane attenzioni, alla compassione, alla provocazione, ai sensi di colpa, alle minacce velate, e poi mi allontanava brutalmente le volte che cedevo alle sue richieste, credendo al suo intento di voler avere un rapporto di amicizia, puntualmente smentito.. ) un loop infinito lungo due anni, per cessare solo ed esclusivamente dopo il mio trasferimento di ufficio di pochi km?


Lo chiedo perché dovendoci comunque frequentare per lavoro, ci rivediamo di tanto in tanto ed attualmente, cambiato ufficio, ha smesso di asfissiarmi con messaggi e telefonate a tutti minuti, come se non le importasse più nulla di me (cosa buona e giusta) MA appena mi rivede torna il comportamento border nonostante io non le dia più retta alcuna, anche a causa delle cattiverie ricevute nei due anni.
Una volta chiede esplicitamente "almeno" il mio saluto e la accontento, la volta successiva fa finta di non vedermi nemmeno a mezzo metro, nell occasione successiva mi segue se esco a fumare, la volta dopo ancora mi dipinge uomo di merda tramite colleghi che lei sa che mi riportano tutto, e via dicendo... io fermo nel mio silenzio, comportandomi praticamente a specchio per evitare di capitare nuovamente nel loop.


Perché lo fa solo se ci vediamo, e non più al telefono come prima?
Cosa può essere scattato nel suo cervello?


Ma soprattutto, cosa che riguarda me, dovendoci comunque frequentare per lavoro, io non le sto più dando attenzioni da mesi ormai e va bene, ma come è consigliato comportarmi quando è lei a prendere l iniziativa per un saluto di persona davanti ad altri colleghi?
O se tenta come fa spesso di seguirmi a fumare?
Oppure se prova di inserirsi nelle mie conversazioni con dei colleghi nella speranza che le rivolga parola e attenzioni?


Rifiuto qualsiasi contatto anche a rischio di sembrare io quello anomalo coi colleghi oppure conviene accontentare le sue "richieste", assecondandola facendo finta di niente ma dandogliela praticamente sempre vinta?


Grazie
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Penso che occorra avere altri elementi per poter dare una risposta sensata.
Ad esempio quali sono i vostri rapporti di colleganza: sono rapporti gerarchici?, c'è una concorrenza di mansioni, ruoli, possibilità di carriera? ci sono altri elementi personali o culturali per cui questa collega è così ambivalente nei suoi confronti? è sposata, separata, disturbata psicologicamente ecc.?
Lei d'altra parte che sentimenti nutre o ha nutrito verso questa persona?
Si può ipotizzare che questa collega sia così ambivalente perchè si sente rifiutata?

Potremmo fare, come vede, diverse ipotesi che solo un colloquio clinico può dirimere.

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la squisita cortesia.

Lei è una collega di pari livello, non ci sono in ballo possibilità di carriera. Conviviamo entrambi, lei in più ha una figlia.
Mettiamola così.. per 6 mesi ha dato la forte sensazione che fosse presa da me, sia nel dopo lavoro mi chiamava spesso e scriveva senza limiti di orario, quando gliel'ho chiesto velatamente si è fatta indietro motivando che mi ero fatto dei film e che lei fa così con tutti.. se presenta il padre a tutti, si lamenta quando parlo dellaia compagna, scrive sdolcinerie e complimenti ai quali mi sono sempre mantenuto freddo (arrivandomi a chiamare uomo di ghiaccio), si presentava sovente con regali (se ricambiavo, come ho fatto con altre colleghe, solo lei iniziava ad avanzare che li facevo perché l'amassi, e così ho subito cessato di ricambiare), mi invitava ai concerti con le amiche, chiedeva spesso aperitivi nel dopo lavoro.. se fa così con tutti, pensavo, stai inguaiata.

In ogni caso il mio intento (manifestatole anche a voce) era quello di avere un'amicizia, uscendo anche con le famiglie, perché in fin dei conti ci divertivamo assieme. Poi un giorno a seguito di una discussione e alcuni giorni di freddezza, si avvicina per baciarmi strattonandomi per il braccio, cosa che mi diede fastidio, e diciamo che ho glissato facendo finta di niente. In ogni caso non vi è mai stato nulla di fisico perché ho saputo reggere.

Forse sono strano io ma anche se ci sto.bene con una persona riesco a trattenermi senza andare oltre, sia nel rispetto della mia donna, sia nel rispetto in questo caso di una bimba, sia per evitare di rovinare un ipotetico rapporto di amicizia futuro (che era il mio intento) ma invano col senno di poi.

Da lì lei ha iniziato ad evidenziare pubblicamente qualsiasi mio gesto pur di far passare me come quello che ci provava con lei. Esempio, se portavo la colazione a lei e altre colleghe, la sua la regalava al primo che capitava (mi ha confermato, per dispetto), se la portavo solo alle colleghe si urtava e non mi parlava per giorni. Ho iniziato quindi ad allontanarmi e raffreddare la situazione ma mi faceva prima sentire in colpa perché lei mi voleva bene e io la trattavo male allontanadomi, e se non cedevo iniziavano le menate verbali, anche piuttosto aggressive... Così "rientravo" nel rapporto soprattutto per motivi lavorativi (per timore che non mi venisse più rinnovato il contratto). La cosa ha iniziato a darmi fastidio perché era evidente a tutti i colleghi che fosse lei ad aver preso una cotta e che non ha mai ammesso, anzi.. Nel periodo finale quando ho cambiato ufficio, non avendomi più di persona sotto tiro mi ha "mollato" come se fossimo stati assieme... dicendomi "anche senza motivo non ti contatterò piu anche a costo di perderci di vista, per dimostrarti che tu non sei nessuno per me" chiudendomi praticamente il canale telefonico in uscita, lasciandolo aperto solo in entrata, aggiungendo che mi avrebbe risposto solo quando ne avrebbe avuto voglia.. io non ci sono stato e le ho proposto di cancellare il numero considerata a quel punto l inutilità ma lei non ha voluto (infatti ce. l ha ancora a detta di alcuni colleghi), io invece l ho fatto.

Sono stato seguito da una psicologa che adesso è in america, ma il problema adesso non sono tanto io, in quanto è più di un anno che non ho contatti con lei, nè sento il bisogno, anzi quando la vedo alle cene la valuto con occhio totalmente differente rispetto a prima.. ma fa tenerezza e tristezza.. anche perché non ero io a prendere iniziative nei suoi confronti.. anzi quando lei alternava bastone e carota senza nemmeno un motivo apparente (me lo ha confermato lei stessa, solo x farmi dispetti) io le dicevo che se ero di troppo bastava dirmelo e mi sarei fatto da parte, la sua risposta era sempre "no, anzi.. mi da fastidio se non ti fai vivo".

Praticamente voleva che la cercassi io ma che lei decideva se onorarmi di risposta oppure lasciarmi in balia del nulla.. a volte è capitato infatti che mi chiedesse cosa stessi facendo ma la risposta la leggeva dopo settimane... cose da terza elementare.

Fatto sta che continua ad alternare bastone carota sebbene io sia fermo sulla posizione di silenzio nei suoi confronti, assecondando la sua volontà tra l altro.
È come se lei per sfidarmi, per evidenziare un mio amore per lei e non il contrario, avesse portato il rapporto in un vicolo cieco, da cui se ne può uscire solo se lei facesse un passo indietro, che per orgoglio non farà mai. Vabbè non mi interessa, vorrei solo poter frequentare chi voglio senza che io sia per lei un obiettivo da bersagliare, né di attenzioni positive né di cattiverie (peraltro subdole), che se mi alzo per fumare non mi segua chiamando una collega ancora col boccone in bocca per farsi accompagnare e, una volta fuori, non mi parla non mi guarda, rompe solo le scatole insomma. Vorrei essere lasciato in pace e poter vivere la mia vita con chi mi pare, senza per questo dover fare a meno di colleghi con alcuni dei quali sono amici solo perché c'è lei (esempio, la sera che non mi ha salutato a distanza di diversi mesi che non ci si sentiva né vedeva con imbarazzo persino dei colleghi presenti, portando io un regalo ad una collega seduta accanto a lei, non so come abbia fatto perché era chinata con la testa dietro la sua sedia cercando qualcosa nella sua borsa, ma mi anticipa esclamando alla collega destinataria del regalo "vedi che c'è QUALCUNO che ti deve dare un regalo".. ma poi come faceva a sapere che era un regalo? mi sento come se avesse sempre gli occhi su di me anche se non lo da a vedere con nessuno, anzi ha fatto credere che sia stato io quello che le ha dato fastidio..).

Per questo ho chiesto prima
rifiuto qualsiasi contatto anche a rischio di sembrare io quello anomalo coi colleghi oppure conviene accontentare le sue "richieste", assecondandola facendo finta di niente ma dandogliela praticamente sempre vinta?
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Occorre evidentemente trovare un modo di comunicare più efficace che porti il rapporto su binari più accetti per entrambi.

Non credo tuttavia di poterla aiutare senza un colloquio più approfondito perché, tra l'altro, il diverso modo di comunicare che va individuato spesso cambia da persona a persona.
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