Ho 26 anni e ho smesso di vivere

Gentili dottori, è passato più di un anno da quando ho scritto l'ultima volta su questo sito, e la mia situazione è andata solo peggiorando.
Questo è il terzo anno che passo a casa da quando ho abbandonato l'università.
Non ho mai lavorato.
Passo le mie giornate in preda ad ansia e depressione.
Ho ridotto le mie interazioni sociali al minimo sindacabile, e sono sempre più distaccato dal mondo.
Sono maleducato e cattivo con tutti.
Spesso penso di volerla fare finita perchè vengo schiacciato dalla consapevolezza di avere dei problemi e non sapere come risolverli, inoltre ho letteralmene buttato al vento la possibilità di costrurimi un futuro.
Anche in fatto di amicizie mi rendo conto di non riuscire a provare affetto per le persone.
Inoltre ho la netta impressione di essermi legato nella vita a persone manipolative e instabili, ma non riesco mai a capire se questa sia effettivamente la verità (e quindi ci sia da fare qualcosa) o se sia io che faccio troppe storie.
Da quando l'anno scorso ho avuto numerosi lutti continuo ad avere paura di morire da un momento all'altro.
Lo stato di apatia e di mancanza di voglia di fare le cose mi fa dubitare della mia volontà di cambiare.
Mi sento sempre di non valere nulla e di non essere importante.
Tutte le volte che gli altri sono tristi o arrabbiati per colpa mia mi sento tremendamente male.
Non so neanch'io se questa voleva essere una richiesta di aiuto o un bisogno di sfogo.
Mi sento pure sbagliato a continuare a scrivere consulti su questo sito.
Grazie se qualcuno risponderà.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile ragazzo
Vedo he lei ha scritto molte volte a questo sito ma non ha mai intrapreso un percorso de visu con un/una collega, che sia davvero risolutivo. Lei ha sofferto troppo e troppo a lungo e questo non é giusto e non le fa bene. Lei non é né cattivo né sciocco. Tutt’altro, é un ragazzo sensibile, che ama la vita e gli altri. Deve imparare ad amare anche un pò se stesso. Lei sta gridando: Al fuoco, al fuoco , ma nulla sta bruciando. Però il campanello d’allarme che suona dentro di lei da anni con sintomi di ogni tipo non riesce ad essere ascoltato.
Lo ascolti e faccia una benefica pausa dai suoi pensieri attraverso un percorso di Mindfulness per esempio. Di certo troverà dei colleghi che fanno corsi di questo tipo. Se non rinforza la sua mente e le sue emozioni, gettarsi nel mondo diventa davvero una impresa impossibile. Vedrà che tornerà anche la voglia di iscriversi all’Università oppure invece potrà scoprire che ama di più suonare uno strumento o fare uno sport.
Non si abbandoni.

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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dopo
Utente
Utente
Piccolo aggiornamento: in effetti ho capito anch'io che il primo passo da fare sarebbe dovuto essere quello di rinforzare la mia mente e le mie emozioni, pertanto da circa due settimane ho iniziato a fare yoga ogni giorno due volte al giorno. I risultati sono stati molto buoni appunto sull'obiettivo di calmare la mente, soprattutto tenere sullo sfondo i pensieri ossessivi. Adesso mi sento abbastanza lucido e meno depresso. Il lato negativo di queste pratiche è che ti insegnano a percepire te stesso e quindi portano a galla la persona che veramente sei dentro di te, e non mi è piaciuto quello che ho visto. Ma a parte questa sensazione un pò spiacevole, non riesco a immaginare di riprendere la mia vita in mano. Obiettivamente ho 26 anni e non ho combinato nulla, l'età in cui potevi vivere appieno la gioventù e costruirti un futuro ormai è passata, a questo non posso porre rimedio. Davvero uno psicologo potrebbe aiutarmi? Ci sono già andato ma alla fine poi non cambia mai nulla, non capisco cosa devo fare durante le sedute, come funziona la terapia, cosa devo dirgli, se devo lasciarmi andare oppure no... Grazie a chi risponderà.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile ragazzo
Ha già fatto un grande passo ad iscriversi ad un corso di yoga e, dall’ultima volta in cui ha scritto, la sento molto più presente. Non credo assolutamente che lei abbia visto se stesso in maniera obiettiva. Semmai può aver visto la sua parte ombra, presente in ogni persona. Ma di certo i pensieri ossessivi ci hanno messo il carico da 90. Non li ha più percepiti in un certo modo ma loro hanno trovato il modo di farsi sentire in altro modo. Lei è solo esausto fisicamente e mentalmente per tutto lo sforzo che sta facendo per contrastare il suo disturbo. E questo significa che il suo scoramento è comprensibilissimo. É proprio in questo momento che non deve scoraggiarsi ma proseguire ancora con più convinzione. Nelle sue righe si percepisce un raggio di luce e questo vuol dire che quello che fa sta funzionando, ma occorre tempo e pazienza. La stessa cosa deve fare con un/una collega. Deve solo fidarsi e non entrare nel vortice dell’indifferenza e della paura. Ha un grande bisogno di imparare a percepire realmente cosa prova e acquisire maggiore consapevolezza della sua anima. Se sta andando ancora dal collega, gli parli delle sue sensazioni, delle sue paure, di ciò che ha scritto a noi, se non sta andando più, valuti invece la possibilità di fare die colloqui da uno o più colleghi e scelga quello con cui sente maggior sintonia.
Le paure vanno affrontate step dopo step. E soprattutto non deve mollare.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
chiedo un chiarimento:
" La stessa cosa deve fare con un/una collega. Deve solo fidarsi e non entrare nel vortice dell’indifferenza e della paura."
Cosa intende con "deve solo fidarsi"? Fidarsi di quello che mi dice il terapeuta? Fare quello che mi dice?
Io dal mio terapeuta ci sto ancora andando, ma sinceramente sono un pò scoraggiato. La terapia è durata in tutto 5 anni e io ho ancora i sintomi. Se devo essere sincero dopo tutto questo tempo, impegno e soldi spesi e avere ricavato poco, io mi sento di non avere più voglia di fare nessuna psicoterapia e sono anche un pò arrabbiato sinceramente. Allo stesso tempo riconosco che però di aiuto ne ho bisogno. Purtroppo dopo il secondo anno di terapia, con la mia terapeuta c'è stato uno screzio e un momento di spaccatura nel rapporto che non siamo mai riusciti a sanare.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile buonasera
Ha ragione. Quando parlo di fiducia intendo fidarsi e affidarsi alla vita, avere fiducia nel fatto che lei possa stare meglio e che la situazione possa cambiare. Intanto nel post che ha scritto dice due cose importantissime. La prima é che dopo cinque anni di psicoterapia sente di essere punto e a capo. La seconda che dopo uno screzio con la psicoterapeuta dalla quale si reca non siete più riusciti a ricucire lo strappo.
Questi sono due importanti fattori che deve usare nel migliore dei modi perché anche questo è terapeutico.
Dopo che ci fu lo screzio con la psicoterapeuta affrontaste la questione? Riusciste a comprendere le motivazioni profonde di quanto era accaduto? Valutaste se fosse meglio per entrambi proseguire oppure cambiare terapeuta, anche momentaneamente? La psicoterapia ha un senso se nello spazio a lei dedicato, esprime tutto ciò che prova e cerca con chi la sta seguendo una soluzione, che sia proficua per lei, per entrambi e per il cammino che lei sta portando avanti.
Se non lo ha fatto in quel momento, lo faccia adesso,. Esprima tutto ció che sente e valuti la possibilità di cambiare, se occorre, terapeuta. Può essere che con questa collega lei abbia fatto una parte di cammino ma che poi debba fare l’altro pezzo con altre persone. Può essere che dopo aver compreso cosa é accaduto e aver valutato se lo strappo può essere ricucito, decida di proseguire con la stessa persona, ma almeno sarà una scelta e non un andare avanti per inerzia. Comunque vada, in ogni caso avrà affrontato la questione e dato una svolta alla sua vita. Se non lo fa, la terapia davvero non le servirà a molto perché trasferirà sulla vita il senso di impotenza e la stanchezza del seguire in maniera routinaria una strada che non sente più sua. Deve scoprire le sue parti luminose, avere il coraggio di esprimere, valutare tutte le aspettative che riponeva nel percorso psicoterapeutico e analizzare tutte quelle che non sono andate a buon fine, scoprire il senso del proprio valore, trovare o ri-trovare il senso di sè. Importante é che comunichi e che faccia di tutto per avere un percorso psicoterapeutico appagante, attraverso il quale poter vivere una quotidianità diversa.
Cosa ne dice?
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno, torno a scrivere qualche parola qui... Dall'ultima volta che ho scritto qui la depressione mi ha sopraffatto e mi sono ancora di più abbandonato e chiuso in me stesso, e sono uscito pochissimo di casa... Dopodichè è scoppiata l'emergenza covid e la situazione è peggiorata ancora di più perchè oltre alla chiusura e l'isolamento si è aggiunta l'ansia per la malattia. Sono stato molto molto male, non parlare con nessuno è snervante. Provo un mix di emozioni vario e difficile da spiegare, per lo più dietro uno schermo. Non riesco ad avere pace e la mia mente continua a produrre malessere... Ormai provo solo un senso di disperazione continuo e rabbia verso me stesso. Non credevo di poter arrivare a star male a tal punto. è un vero peccato che la mia vita sia andata così, perchè avevo le potenzialità per diventare una bella persona ma l'ho sprecata... Non provo più neanche la voglia di cambiare... Nella vita sono sempre stato tormentato da sensi di colpa e ho avuto un pessimo rapporto con il piacere. L'interesse a sciogliere questa cosa dentro di me è l'unica cosa che mi tiene un pò ancora vivo, Per il resto non ho più voglia di fare nulla. Grazie a chi risponderà, io non so se scriverò ancora.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile buonasera
Il momento non è certo dei migliori e comprendo bene il suo stato d’animo. Mi preme dirle subito che lei ha l’opportunità di essere ciò che voleva diventare in ogni momento. Ciò che lei voleva essere lo é! Ma...facile a dirsi e molto difficile a crederci. Soprattutto in questo periodo deve cercare di volersi bene e provare a fare attività che le impongono attenzione, in modo che non abbia troppo spazio per pensare ad altro. Io le avevo detto di parlare con il/la sua psicoterapeuta per comprendere se lo strappo che si era creato poteva essere recuperato. Lo ha fatto?
Sta continuando la sua Terapia online? In questo momento per lei è fondamentale.avere un sostegno. E, come le avevo già detto, ha esplorato con il/la sua psicoterapeuta, se questo é possibile o se é il caso che invece provi con un altro/a professionista. Mi creda, é importantissimo per lei adesso non restare solo. Ci dica che sta facendo almeno questo per se stesso e non si stanchi di cercare il meglio.
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